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L'intervista

A tutto Zigo: «DiFra? Vale Allegri. Verona per me è una madre. E intitolatemi il Bentegodi!»

Gianfranco Zigoni
Gianfranco Zigoni
Gianfranco Zigoni
Gianfranco Zigoni

«Sì mi hanno intitolato una squadra. E a Verona cosa aspettano a farlo?». Bastano dieci minuti al telefono con Gianfranco Zigoni per scacciare via noia e preoccupazioni varie. Altrochè gli influencer. «Che roba ela? Setu sà te digo» dimmi Gianfranco, «Che han fatto bene a intitolare l’Antistadio a Guido Tavellin a me devono intitolare il Bentegodi, anzi l’ala dell’Arena. Ditelo a Sboarina, che caro ragazzo. Se esiste la Fatal Verona è merito di Zigo. Ho scartato mezzo Milan e ho fatto far gol di testa a Sirena, che non amava spettinarsi. Poi ho detto ai mie compagni di arrangiarsi».

 

Gianfranco Zigoni
Gianfranco Zigoni

 

Gianfranco Zigoni è unico. Lo peschiamo a Piancavallo. «Passeggio e spesso penso al Verona» dice “Zigo-Bumaye“, «ma all’Hellas non potevano prendere mio figlio Giammarco? Non li perdonerò mai. A proposito, sono felice che abbiano preso Di Francesco. Non sono mai stato ruffiano e lo sapete. Non lo conosco ma per quello che ha fatto per me vale Allegri. L’anno scorso sentivo dire: grinta, grinta e ancora grinta. Ma basta, bisogna saper giocare al calcio. Altrimenti andate a correre alle Olimpiadi. Di Francesco per me è l’uomo giusto. Educato, preparato e bravo con i giovani. Setti stai attento!» avverte Zigo-gol. «L’allenatore va protetto nelle prime giornate. Ci vuole pazienza e poi mi raccomando: basta vendere. Se la squadra resta così ci salviamo». Impossibile arrestare Gianfranco Zigoni, al quale bisognerebbe intitolare il Bentegodi. «Ma si dai. Poi sarebbe bello da vivo. Per me il Verona è come mia madre. Morirò scandendo i loro nomi». L’attaccante trevigiano arrivò nel 1972 dalla Roma e fu subito grande amore con città e tifosi. «C’era la Sara giovane, giovane (Simeoni ndr). Che brava, come Tamberi. Ma a me l’emozione più grande l’ha data Jacobs. Un fenomeno. Ho pianto quando ha vinto l’oro». Ha voglia di parlare Zigo. «Se non lo faccio con L’Arena con chi devo parlare? Mi cercano in tv ma non voglio andare».

 

Zigoni con la maglia dell'Hellas
Zigoni con la maglia dell'Hellas

 

Parte col cinema, Gianfranco, come a Torino con la Juve. «Ma scherzi??? La bottiglietta me l’avevano tirata è che loro rappresentavano il potere». Olimpiadi, Juventus ed Europeo. Chi ti è piaciuto di più? «Ho guardato poco. Non tirano mai in porta e tic e toc. L’Italia bene. Il più forte? Chiellini. Senza dubbio. È stato come Collovati nel 1982. Tutti a parlare di Gentile ma il vero campione è stato lo stopper dell’Inter o era al Milan, non ricordo».

Riportare Zigoni sulla strada maestra è molto facile, basta nominare la parola Verona. «Ho letto, perchè qua in casa mi fanno leggere L’Arena sul computer, io non sarei capace da solo, che Zaccagni rinnova. Bene lui è forte anche se non è Zigoni e neanche Pelè, però è veramente bravo. Dite a Setti per amor di Dio che tenga Faraoni, Lazovic e Veloso. Mi raccomando». Gianfranco Zigoni, classe 1944, è un mito. E come tale resterà. Per tutti i veronesi all’epoca era Zigo-gol. Di reti, però, ne faceva di più Luppi. «Tra squalifiche, infortuni e assist. Ho fatto anche troppo. Mazzanti mi diceva: “Zigo pensaci tu“. Diventavo imprendibile anche per Nostro Signore».

 

Livio Luppi e Gianfranco Zigoni
Livio Luppi e Gianfranco Zigoni

 

A proposito di punte e Lasagna? «Bravo ragazzo. Discreto tecnicamente e con una velocità pazzesca. Mi ricorda Carlo Petrini. Come lui crea tante occasioni da gol, ma ne segna pochi. Comunque sono fiducioso. Ai tifosi dico, abbiate pazienza le prime partite mentre alla società raccomando di non vendere più nessuno». Zigo perde brillantezza e si fa più serio. «Sai grande, parlando di Olimpiadi chi mi è venuto in mente? Mio fratello Giovanni. Correva i 1500 per il Cus Venezia. Era da nazionale. Una sclerosi a placche l’ha condannato sulla sedia rotelle per quarant’anni. A nulla sono valse le cure del professor Renato Da Pian, lì a Verona. Scrivilo. Mi manca da morire».

Come si fa a non amare Gianfranco. Generoso e sempre in lotta contro il sistema. «Fossi stato come Balotelli» racconta, «lui ha preso per il sedere tutti. Non ha fatto niente e continua a prendere soldi. Però lui non sarà mai amato come il sottoscritto. Non avrà mai il mio passato. Se non pensi al passato, non vale la pena vivere». Zigo ci saluta, lo sta cercando «Nasella» al secolo: Franco Nanni. Non hanno vinto un Europeo, ma sono nella storia, quella dell’Hellas Verona.

 

Gianluca Tavellin

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