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L’APPORTO DEI NUOVI

Verona, gennaio non pesa: Duda e Ngonge i più positivi

Il diesse Sogliano ha fatto il possibile ma alcuni rinforzi stanno facendo molta fatica in A
Una formazione del Verona con la Fiorentina Duda e Ngonge i nuovi che hanno cercato di dare maggiore qualità alla squadra di Bocchetti
Una formazione del Verona con la Fiorentina Duda e Ngonge i nuovi che hanno cercato di dare maggiore qualità alla squadra di Bocchetti
Una formazione del Verona con la Fiorentina Duda e Ngonge i nuovi che hanno cercato di dare maggiore qualità alla squadra di Bocchetti
Una formazione del Verona con la Fiorentina Duda e Ngonge i nuovi che hanno cercato di dare maggiore qualità alla squadra di Bocchetti

Non era facile e non è facile. Sgombriamo subito il campo da giudizi sommari e precipitosi. D’altronde il Verona ha il dovere fin da Torino con la Juve di cercare punti necessari per evitare la retrocessione. Il diesse Sogliano ha portato stimoli e mentalità, però non tutti i rinforzi di gennaio hanno saputo aiutare la squadra ad uscire dalla situazione delicata.

Se il diesse Maroccu non ha saputo incidere, probabilmente a giugno tornerà da Cellino, c’è da dire che la squadra consegnata a Cioffi prima e Bocchetti poi, non era così modesta come quella che accettò Pecchia nell’ultima disgraziata retrocessione dell’era Setti. Sempre che la società ne avesse avuto la forza economica, si doveva blindare con più cura l’investimento del club: la Serie A. 
Detto ciò sono solamente due i rinforzi che hanno strappato la sufficienza.

 

Le pagelle

6,5 Ondrej Duda Lo slovacco era il giocatore più pronto e lo si è visto subito. La mezz’ora nel secondo tempo di Udine, è stato il suo miglior biglietto da visita. Tempi e scelte azzeccate con e senza palla. Sicuramente schierato dieci metri più avanti avrebbe potuto essere ancora più incisivo. La ragion di stato, invece, l’ha obbligato a sistemarsi accanto a Tameze. Non sempre i due hanno saputo reggere l’urto di un centrocampo che avrebbe dovuto essere sorretto da un rendimento maggiore da parte degli esterni. Duda senza dubbio è stato il miglior acquisto a gennaio di Sogliano.

6 Ngonge La sua freschezza ha portato subito a dei risultati. La vittoria contro la Salernitana e il pareggio con la Lazio portano la sua firma. Il belga aveva l’argento vivo addosso quand’è arrivato. La cura Smalling a Roma e il disorientamento generale in casa con la Fiorentina, avevano messo un po’ a nudo più che i limiti, la difficoltà di questo ragazzo di reggere al ritmo delle prime due gare. Quando si arriva in una nuova squadra, si vuole dimostrare subito di essere all’altezza e finchè l’adrenalina regge, si hanno risultati eccellenti. Ngonge è stato pure sfortunato. A La Spezia, un’entrata di Ekdal, l’ha tolto dai giochi. Cyril sarà a disposizione per la trasferta di Torino contro la Juventus.

5,5 Gaich Mezzo punto in più perchè finalmente l’attaccante argentino ha dato l’impressione di essersi messo in pari con la condizione atletica. Quand’era arrivato, spesso si nascondeva dietro il difensore. O meglio veniva sistematicamente anticipato. Adesso che gamba e testa sono recuperate potrebbe combinare pure qualcosa di buono. Certo non un ruolino di marcia impressionante per Adolfo. Sette presenze, un legno colpito e due reti annullate. Dal «Tanke» era lecito attendersi molto di più.

5 Braaf L’esperienza al Borussia Dortmund di Jayden non è andata nei migliori dei modi. L’attaccante olandese si era trasferito in Germania, lasciando il Manchester City, durante la scorsa sessione di calciomercato estivo con l’obiettivo di imporsi nella Bundesliga. Ma il suo ruolino di marcia pre Hellas, raccontava che Braaf era sceso in campo in sole 7 occasioni e solo con la seconda squadra del del Dortmund. Un andamento insufficiente per un calciatore con le sue potenzialità. A Udine, nell’esordio in gialloblù, non aveva fatto male, anzi. Il suo esordio era stato positivo. Poi si è perso nelle poche occasioni nelle quali è stato chiamato in causa da Bocchetti. Nelle quattro presenze ha lasciato poca traccia di sè.

5 Abildgaard Di lui si notano subito i centonovantadue centimetri ma non sempre l’altezza è sinonimo di bellezza, in questo caso intesa come capacità calcistiche. Impiegato anche poco, un tempo e mezzo in totale da quando è giunto all’Hellas, il danese si è fatto preferire solo nei duelli aerei. A questo punto forse merita di nuovo qualche chance Terracciano che tra l’altro è un prodotto del vivaio veronese. Impiegato molto nel girone d’andata, potrebbe essere schierato anche come interno. Infine, per Abilgaard, si potrebbe pensarlo a metà campo in un centrocampo a tre. Chissà quale Verona vedremo a Torino e poi, in casa del Napoli stellare.

SV Zeefuik Poca gloria per l’olandese. Una sola presenza, nella quale non ha potuto certo mettersi in mostra.

Gianluca Tavellin

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