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il doppio ex che con il campione condivise una lunga tournée

Giandebiaggi ricorda Vialli: «In aereo studiava l'inglese»

L'esterno: «Ero con lui in Vietnam, Luca non voleva arrivare impreparato al Chelsea»
Marco Giandebiaggi
Marco Giandebiaggi
Marco Giandebiaggi
Marco Giandebiaggi

Ne ha respirato l’alone quasi magico per sette anni, alla fine però ha finito per conoscerlo in un lungo viaggio dal Vietnam all’Italia. Marco Giandebiaggi ha giocato nella Cremonese appena dopo l’era Gianluca Vialli. L’incontro con l’attaccante simbolo di una generazione invece è avvenuto nel 1996. Giandebiaggi partecipò ad una tournée estiva in Asia con la Juventus. Venne aggregato a quella spedizione. Il centrocampista si trovò a stretto contatto con la bandiera di quella Juve. Il rapporto crebbe giorno dopo giorno e alla fine Vialli condivise con Giandebiaggi il viaggio di ritorno dalla lontana Asia. «Fu un’esperienza incredibile», il racconto.

«Studiammo insieme inglese per tutto il tempo. Lui si era già accordato con il Chelsea e voleva arrivare preparato alla conferenza stampa di presentazione nel nuovo club. Mi chiese una mano e io gliela diedi volentieri. Lo interrogai su un volo intercontinentale di oltre dieci ore. È stato un perfezionista in ogni aspetto della sua vita. La sua scomparsa mi addolora profondamente».

Nella tua Cremonese quanto c’era ancora Vialli?

Moltissimo. Arrivai nel 1991 e il nostro gruppo aprì un ciclo in Serie A. I primi a raggiungerla però erano stati mister Mondonico e Vialli quasi dieci anni prima.

Cosa ha rappresentato Vialli per Cremona?

Il figlio prediletto, l’uomo di cui andare orgogliosi. Io sono stato capitano della Cremonese negli Anni Novanta ed ho toccato con mano questo alone. Vialli è stato l’idolo dei padri e dei figli. E’ stato l’esempio da cui trarre ispirazione. Il rapporto però è sempre stato reciproco. Io mi ricordo di un Vialli presente in tantissime attività della città. È una perdita grandissima per i cremonesi di oni età.Lui era un cittadino del mondo ma quando poteva si fermava a casa sua.

E la Cremonese oggi arriva al Bentegodi?

Avrà una spinta speciale. La partita ha già un’importanza incalcolabile, figurarsi dopo questo lutto. Marco Giandebiaggi è un doppio ex della sfida. All’Hellas arrivò proprio dopo una lunga militanza in grigiorosso… Nel 1997 si chiuse in maniera consensuale il mio percorso a Cremona. All’epoca ricevetti varie offerte. Mi chiamò anche il Chievo. Io scelsi l’Hellas. Ero sempre rimasto affascinato dal tifo del Bentegodi e mi sembrò il posto giusto da cui ripartire.

Il bilancio della sua esperienza in gialloblù?

Il primo anno sottotono. Eravamo uno squadrone ma non centrammo l’obiettivo promozione. Il secondo invece fu straordinario. Partiti per un campionato di transizione, vincemmo quella Serie B con Cesare Prandelli. La tifoseria ci diede una spinta fondamentale. Oggi Hellas e Cremonese navigano in cattive acque… Sono estremamente dispiaciuto per questo scontro diretto. Ho lasciato il cuore in entrambe le città. Avrei sperato in una classifica ben diversa. Al Bentegodi sarà una gara da dentro o fuori…

Tra le due, chi le sembra più attrezzata per il miracolo?

Sono realista. I miracoli accadono poche volte nel calcio e al massimo soltanto una delle due potrà farcela.

Cosa non sta funzionando nella stagione del Verona?

La squadra ha poca qualità. Mi sarei aspettato interventi di mercato importanti in questo inizio gennaio.

Il giocatore delusione?

Dico Verdi perché per talento avrebbe dovuto essere la guida di questa squadra. Invece continua ad essere intermittente nelle sue prestazioni.

Il giocatore con cui consolarsi?

Doig. Lo scozzese mi piace molto. Ci sono pochi mancini così nel nostro campionato. È destinato ad una bella carriera.

Che Cremonese sbarcherà in riva all’Adige?

La squadra di Alvini giocherà a viso aperto, fa parte del suo dna. Il Verona potrà giocare di ripartenza.

Cosa dice il cuore di Giandebiaggi?

Sarei felice se uscisse un pari ma mi rendo conto che non serve a nessuna delle due.

Alessio Faccincani

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