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Hellas, fidati di Juric Avanti anche se adagio Aspettando Kalinic

Bravo Perin a salvare la sua  porta  ma decisiva in quel momento della gara,  la parata di Silvestri su PandevNikola Kalinic
Bravo Perin a salvare la sua porta ma decisiva in quel momento della gara, la parata di Silvestri su PandevNikola Kalinic
Bravo Perin a salvare la sua  porta  ma decisiva in quel momento della gara,  la parata di Silvestri su PandevNikola Kalinic
Bravo Perin a salvare la sua porta ma decisiva in quel momento della gara, la parata di Silvestri su PandevNikola Kalinic

Avanti adagio ma con fiducia. Il Genoa di Maran non ha fatto che dar vita sul campo alle parole di mister Juric. Il Verona è in cantiere. La squadra sta crescendo fisicamente ma deve ancora essere assemblata dal tecnico gialloblù. Se pensiamo a Kalinic, alla sua storia e alla mezz’ora che ha fatto, minuto in più, minuto in meno, c’è tutta la situazione globale della rosa. Tanti i giocatori giunti in tempi diversi al Verona. Pensate a Barak, retrocesso col Lecce. Oppure a Tameze bloccato dal Covid-19 e con poche opportunità all’Atalanta. E poi il giovane Colley che l’anno scorso era in Primavera oppure a Vieira non proprio una primissima scelta nella Sampdoria. E poi Cetin che aveva racimolato non molte presenze nella Roma. Kalinic, fenomeno prima e oggetto quasi misterioso poi, è l’emblema di quello zero a cui ha fatto riferimento Ivan Juric. RIPARTIRE DA CAPO. Non sappiamo ancora e forse lo intuiremo Benevento quale sarà il potenziale del Verona. Paradossalmente potrebbe diventare anche più forte di quello della passata stagione. Una squadra più classica rispetto all’anno scorso. Recuperando Favilli, Di Carmine ma soprattutto Kalinic si potrebbe davvero riavvicinare i risultati della passata stagione. Intanto, nell’attesa dell’uniformità di condizione fisica, molti i giocatori giunti da metodologie di lavoro diverse, Juric ha fatto ricorso alla solidità delle sue origini. Una difesa arcigna con Faraoni e Lazovic più bassi dell’anno scorso e Tameze alzato nella trequarti per dare fastidio a Radovanovic o alle altre fonti del gioco del Genoa. CALMA E GESSO. Juric non ha parlato di squadra scarsa o limitata nello sfogo della vigilia, ma di gruppo che deve amalgamarsi. Certo sarebbe stato più agevole avere già buoni giocatori ed un blocco in grado di continuare laddove si era terminato, appena lo scorso 2 agosto. Un po’, se vogliamo, il percorso del Milan di Pioli. Ma se la Samp tira sul prezzo per Verre, Sartori non cede Pessina in prestito, Gaston Ramirez dice di sì e poi chiede quasi il doppio e Borini fa il giro del mondo, dopo aver chiesto il mondo a Setti, la colpa non è di nessuno. Tutti hanno ragione, abbiam già scritto. Ed allora se deve esaltare la sola rete subita finora in quattro giornate, deve preoccupa l’unico sigillo di Favilli. Questa dev’essere la realtà dell’Hellas. Un’altalena che si fermerà solo quando Juric avrà recuperato tutti e plasmato tutti. Nella grande serata di Lovato c’è il lavoro fatto negl’ultimi mesi, anche tatticamente. Colley invece ha beneficiato di una libertà non concessa ad altri suoi compagni col Genoa. SQUADRA GIOVANE. È mancata l’esperienza di Veloso in mezzo al campo, anche se Ilic appare un predestinato e sono mancate, questione di tempo, le scorribande di Lazovic. Il Verona ha la rosa più verde di tutte le squadre della serie A. Un dato innegabile che però, proprio per la giovane età, sta incidendo non solo positivamente sul gruppo. A Parma si è pagato a caro prezzo un movimento sbagliato dell’ottimo Dimarco, mentre col Genoa, Favilli è stato troppo arruffone. Non si può pretendere la luna. L’Hellas è ben sotto i 25 anni complessivi di media. Diventerà un’ottima squadra? Le premesse ci sono tutte ma i movimenti ancora no. Juric deve fondere insieme culture, personalità e condizioni fisiche differenti. Serve solo tempo e fiducia... •

Gianluca Tavellin

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