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RIPARTENZA

Hellas, dallo Spezia allo... Spezia. Le nuove sfide di Igor Tudor

C’è sempre lo stadio Alberto Picco a inaugurare un nuovo anno che inizia. L’ultima volta fu magia di Zaccagni. Intanto, deve recuperare Kalinic, rivisitare la difesa, valorizzare al massimo i «tre tenori». Casale intuizione felice. Cancellieri può essere ancora più importante. E poi il mercato...
I gialloblù tornano in campo il 6 gennaio a La Spezia
I gialloblù tornano in campo il 6 gennaio a La Spezia
I gialloblù tornano in campo il 6 gennaio a La Spezia
I gialloblù tornano in campo il 6 gennaio a La Spezia

C’è sempre lo Spezia. Un anno dopo il Verona ricomincia dal Picco. Era il 3 gennaio 2021: spettacolare rovesciata di Zaccagni e giallonlù in paradiso. Era il Verona “mordi e fuggi“ di Juric. Bello, colorato, cattivo, appuntito. Capace stupire, pur prendendosi una pausa nella seconda parte del campionato


Il Verona di Tudor (pure per un brevissimo periodo di DiFra) parte con sei punti in meno in classifica rispetto alla passata stagione. Importa poco. L’Hellas di oggi diverte, si esalta, ha battuto le grandi, non è mai stato (a parte il difficoltoso inizio) seriamente a rischio.


Igor si trova davanti un 2022 con tante scommesse da vincere. La prima è riequilibrare il reparto arretrato. Hellas più volte distratto dietro. Per colpe, però, non di modulo. Il destino ha portato infortuni e conseguenti rivisitazioni del reparto. Dawidowicz è perdita grave. Magnani, causa Covid, non ci sarà al Picco. E Gunter non è ancora sicuro di esserci. Il pacchetto centrali è “corto“ e in via di ridefinizione. Tudor, strada facendo, ha dato punti fermi e costruito nuove certezze. Dovrà riuscire a blindare ancora di più il Verona. Sperando che anche il mercato porti l’uomo giusto, chiamato a sostituire il polacco Pawel.

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Ma i meriti di Igor sono tanti. Casale è la bella scoperta del girone d’andata. Una delle belle scoperte. Un ragazzo che si è meritato la A sul campo e che nel giro di poche partite si è preso pure l’interesse delle big.
Poi ci sono i “tre tenori“ là davanti. Barak, Simeone e Caprari hanno trovato dimensione aurea con il tecnico croat. Devastanti nei momenti di grazia. Caprari è rinato, Simeone è esploso, Barak ha dimostrato d’essere giocatore sal profilo internazionale. Poi c’è Kalinic. Lui e Igor parlano la...stessa lingua. Seppur ancora per pochi mesi, Kale va a scadenza a giugno, l’attaccante può dimostrarsi davvero utile. Per le sponde, per lo stile, per il peso specifico in fase di sostegno della manovra d’attacco. Poco, invece, si è visto Cancellieri. Ultimamente, a dire il vero, un po’ di più. Pure questa potrebbe essere altra scommessa da vincere. Cancellieri ha numeri e guizzo, su questo non v’è dubbio.

E poi c’è Tudor. Un girone quasi intero. Un altro per confermare che lo stupore non è figlio di congiunzioni astrali ma di intuito e coraggio.

Simone Antolini

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