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Hellas, confronto tra titani «Juric? Leader come Toni»

Luca Toni, 51 reti in tre stagioni con l’Hellas FOTOEXPRESSFabrizio Cacciatore	Andrea MandorliniIvan Juric, quindici punti in nove gare con l’Hellas FOTOEXPRESS
Luca Toni, 51 reti in tre stagioni con l’Hellas FOTOEXPRESSFabrizio Cacciatore Andrea MandorliniIvan Juric, quindici punti in nove gare con l’Hellas FOTOEXPRESS
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Luca Toni, 51 reti in tre stagioni con l’Hellas FOTOEXPRESSFabrizio Cacciatore Andrea MandorliniIvan Juric, quindici punti in nove gare con l’Hellas FOTOEXPRESS

Capolavori a confronto. Difficile la scelta. Qual è il miglior (per estetica, gioco, efficacia, filosofia ndr) Hellas del nuovo Millennio? Quello del primo Mandorlini in A della stagione 2013-2014? O l’Hellas di oggi, reduce dalla straordinaria vittoria di Bergamo? Qualcuno, magari, potrebbe pensare al primo Verona di Juric o a quello - nella seconda parte di campionato - di inizio Duemila di Cesare Prandelli. Pure al Verona di Malesani, prima della discesa. Ma oggi appare più facile creare un confronto tra due squadre molto vicine tra loro nel tempo. Fabrizio Cacciatore è ago della bilancia. Con Mandorlini, dopo la promozione dalla B, ha raccolto 32 presenze e tre reti proprio nella stagione 2013-2014, vivendo un anno pieno di soddisfazioni. C’è poi un dato: il primo Verona in A di Mandorlini detiene il record di punti raccolti da inizio Millennio tra tutti i Verona di A, nelle prime nove giornate: sedici. Contro i quindici dell’Hellas di oggi di Ivan. Cacciatore, ieri e oggi. Il suo Verona e quelli di oggi dove sono simili? «Nella corsa, nell’aggressività, nella lotta. Pure noi sapevamo che correre più degli altri ci avrebbe permesso di strappare qualcosa in più». Dove siete diversi? «Parto dall’essenza; il modulo. Noi giocavamo a quattro dietro. Juric gioca a tre. E davanti noi usavamo i tre attaccanti. Mentre questo è un “due più uno“. Diversi ma appoggiati su un’unica filosofia». Quindi Mandorlini e Juric si toccano? «Credo che la cultura del lavoro, del sacrificio e della fatica siano le stesse. Poi c’è la qualità che fa la differenza, e le idee. E ognuno mette le sue. E il Verona di oggi è squadra a tutto campo». Verona da Europa? Juric dice di no «Juric fa bene a dirlo alla nona giornata. La serie A, visti anche i tempi che corrono, sarà piena di trappole. Oggi conta la salvezza. A dieci giornate dalla fine, se il Verona fosse nella stessa posizione di classifica di adesso, potrebbe anche permettersi di sognare». Zaccagni può sognare la serie A? «Non ha mostri sacri davanti. La Nazionale, qualche anno fa, sembrava difficile da raggiungere per molti. Mancini, adesso, ha occhi per tutti. Vedo che vanno giocatori anche di club che stanno sotto l’Hellas in classifica. Penso a Lasagna, a Okaka. E Zaccagni è già stato chiamato una volta. Se continua a giocare così, tutto può succedere». Sorpreso di Lovato? «Se arrivi dalla Lega Pro e ti adatti subito, sei un giocatore di alto livello. Lo ha dimostrato subito, lo sta dimostrando anche adesso. Credo non ci sia più nulla da sorprendersi con Lovato». Il Verona di oggi ha mille jolly... «Come...Cacciatore (ride) nel Verona di Mandorlini. Giocavo a destra, sinistra, centrale. Mi adattavo a tutto. Come Martinho. Nell’Hellas di oggi mi piace molto Tameze. Centrale di centrocampo e terzino all’occorrenza. La giusta mentalità per un Verona che cambia e non delude». Leader a confronto? «Noi avevamo Luca Toni. Riconosciuto da tutti. E non parlo solo dei gol, ma anche della presenza, della carica che trasmetteva a tutti». Il Toni del Verona di oggi? «Magari vi sorprendo: Ivan Juric. Il vero leader è fuori dal campo. Il mister è valore aggiunto di una squadra che dispone di tanta qualità. Ma la guida carismatica resta l’allenatore». •

Simone Antolini

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