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L'analisi

Il Verona pesca nuovi jolly. Ngonge, testa e gambe libere

Duda è piaciuto per stile e lucidità e Cyril, al di là del gol, ha portato leggerezza in avanti. Tameze monumentale
Gruppo unito. Gioia collettiva dopo la rete del pareggio di Ngonge
Gruppo unito. Gioia collettiva dopo la rete del pareggio di Ngonge
Gruppo unito. Gioia collettiva dopo la rete del pareggio di Ngonge
Gruppo unito. Gioia collettiva dopo la rete del pareggio di Ngonge

Verona, ora hai il destino nelle tue mani. Dopo aver giocato alla pari con squadre di livello internazionale, qualcuna tra Torino, Udinese e Lazio alla andrà in Europa League, è giunto il momento di provare ad accelerare ulteriormente.

Prova di maturità

Nel freddo pungente del Bentegodi, l’Hellas ha saputo rispondere colpo su colpo alla squadra di Sarri, anzi, grazie ad una ripresa fatta di aggressività e cattiveria agonistica, avrebbe forse meritato pure il 2 a 1. Eppure l’inizio dei gialloblù è stato contratto. Non bisogna dimenticare l’aspetto psicologico che rimane pesante. Rincorrere e non poter contemplare la sconfitta, non è pressione da poco. In più si è aggiunta l’assenza di Djuric, vero salvagente per tutta la squadra, in questo inizio di 2023. Aver avuto il lungagnone di Pesaro, avrebbe consentito alla squadra di poter uscire dal predominio biancoceleste.

La nota tattica

Che Hien sia forte e Immobile sia alla ricerca di se stesso, sono verità inconfutabili. Ma l’attenzione dei gialloblù di togliere campo e quindi spazio all’ex punta del Pescara, ha avuto un peso fondamentale nell’arco dell’incontro. In due occasioni gli uomini di Sarri hanno potuto verticalizzare trovando Milinkovic-Savic e Luis Alberto liberi di andare al tiro. A questo va aggiunto il chilometraggio infinito di Tameze, capace dopo aver curato proprio la stella serba, perfino di strappare in avanti. Il motore di Adrien si è spento a cinque minuti dalla fine. Il francese è stato monumentale.

Testa libera

È quella di Cyril Ngonge. Il belga ex Groningen, nei movimenti, nel tiro. insomma nella mente è il più libero di tutti. Averebbe potuto passare la palla nel primo tempo in azione di contropiede? Certo ma non l’ha fatto, perchè non ha vissuto mesi terribili come Lasagna e quindi ha tentato la fortuna dal limite dell’area laziale. Cyril è libero, fresco. Cyril punta, cerca il dribbling e tira. Serviva uno così.

Buone individualità

Non è una grande rosa quella del Verona ma non da occupare la terz’ultima posizione. Dalla ripresa della Serie A, è diventata una squadra. «Sembravamo fratelli» ha detto Ngonge a fine partita. Ed è quest’anima che ha fatto sì che Provedel, oggi forse al pari di Donnarumma, salvasse la Lazio. A proposito di portieri. Montipò sta dando grande sicurezza a tutti. Non è volato da un palo all’altro come alla Dacia Arena ma le sue uscite in mezzo al traffico tra Milikovic-Savic, Casale o Immobile, sono state decisive. Se Lorenzo sta diventando quello che è diventato Silvestri, molto lo deve a Massimo Cataldi. Un vero maestro nel forgiare numeri uno per questa categoria.

Il viso di Sean

A guardare oltre le bandiere, l’entusiasmo e gli abbracci, a fine gara la nostra attenzione è andata a Sogliano. Un po’ perchè Ayroldi, il modesto arbitro della contesa, c’è sembrato tutt’altro che casalingo e un po’ perchè altrimenti si è portoghesi in tribuna stampa.
Il sorriso di Sean era contenuto. Forse si aspettava qualcosa in più? Sì, si aspettava di vincere, perchè la sua idea è arrivare allo spareggio del 5 marzo con gli stessi punti dello Spezia. Lunedì con la Salernitana, sempre al Bentegodi, ci sarà modo e tempo per poter far sorridere il diesse gialloblù

 

Gianluca Tavellin

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