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Hellas, amore incondizionato Mi manca il boato dei tifosi

Giampaolo Pazzini in visita ieri  alla squadra a PeschieraGiampaolo Pazzini, 36 anni, cinque stagioni e 50 reti con l’Hellas FOTOEXPRESS
Giampaolo Pazzini in visita ieri alla squadra a PeschieraGiampaolo Pazzini, 36 anni, cinque stagioni e 50 reti con l’Hellas FOTOEXPRESS
Giampaolo Pazzini in visita ieri  alla squadra a PeschieraGiampaolo Pazzini, 36 anni, cinque stagioni e 50 reti con l’Hellas FOTOEXPRESS
Giampaolo Pazzini in visita ieri alla squadra a PeschieraGiampaolo Pazzini, 36 anni, cinque stagioni e 50 reti con l’Hellas FOTOEXPRESS

L’ultimo gol prima del grande silenzio. L’ultimo gol del campione. Una combinazione magica l’8 febbraio 2020. L’Hellas batte la Juve e Giampaolo Pazzini, dal dischetto, infila l’ultima perla di un’eccellente carriera. Chiusa con l’Hellas. Giusto in tempo, però, per gioire a Bentegodi pieno. Subito dopo sarebbe arrivato lo stop imposto dal Covid. Pazzini, quanto le manca il boato del Bentegodi? Tantissimo. A me e a tutti. Con gli stadi vuoti, il calcio è diventato un altro sport. Tutti abbiamo capito quanto siano importanti i tifosi. Trasformano tutto in emozione ed adrenalina. E quel boato è stato l’ultimo. Nonostante sia passato un anno, mi ricordo tutto come se fosse ieri. La palla era sul dischetto. Ma l’attesa prima di calciare apparve infinita Certo, è stata lunghissima. Pensavamo fosse corner per noi. Invece, l’arbitro è andato al Var e sono trascorsi dei minuti. Mi sono messo a pensare. Guardavo il cronometro, ho cominciato a sentire le tribune. Sono stati attimi. Ma molto lunghi. Giusto che la sua carriera finisse così? Il gol alla Juve, l’addio a Genova nel giorno del suo compleanno? Doveva andare così. Ho preferito finire in serie A, dopo una buona annata, nella quale ero riuscito a fare bene. Non mi andava di trascinarmi o addirittura rischiare di lasciare un brutto ricordo. Preferivo dire basta quando ero io a poterlo fare. Avrebbe voluto chiudere a quota 200 gol. Si è fermato a 199 Era una questione più personale che altro. Perchè non avrebbe cambiato il senso della mia carriera. Ma va bene così. Il gol più importante con l’Hellas? Torno sempre lì, quello contro la Juventus. Perchè è rimasto nell’immagine della gente. Affrontavamo una Juve prima, c’era lo stadio pieno. Finalmente l’Hellas stava facendo bene in serie A. C’era molto entusiasmo. E fare un gol così a 4’ dalla fine a livello di emozione mi ha dato tantissimo. Juric? Ha grandissimi meriti in questo Hellas. Da quando è arrivato, sono cambiate tante cose. Ha dato un’identità precisa, ha migliorato tantissimi giocatori. Ha portato avanti un lavoro davvero grandioso. E l’Hellas Verona cosa rappresenta per l’uomo Pazzini? Il mio Hellas è per sempre. Mi è stato dato amore incondizionato. Mi hanno voluto bene dall’inizio, anche quando il primo anno è stato disgraziato per tutti. E poi il nostro rapporto è migliorato giorno dopo giorno. Mi sono sempre sentito in debito di così tanto affetto. E diverse volte è stato motivo per continuare ad andare avanti, perché mi sentivo tanta responsabilità. I conti si fanno alla fine. Sente che le è mancato qualcosa? Non mi guardo mai indietro. Sono molto contento di quello che ho fatto. Una cosa che mi inorgoglisce molto è l’affetto che ho trovato. E ho lasciato un bel ricordo. Prima o poi il pallone si sgonfia, ma le persone restano. Mi sono fatto conoscere e rispettare. Come Pazzini oggi chi vede? Non lo so, oggi non saprei. Forse il ruolo interpretato con le mie caratteristiche sta andando un pochino a scemare nel calcio di oggi. Il capolavoro compiuto a Verona? La vittoria con la Juve. Perchè comunque rappresenta la chiusura di un cerchio e l’inizio di qualcosa di nuovo. La conferma di una nuova dimensione per il Verona. La partita che rigiocherebbe all’infinito? Sono due: la Juve battuta al Bentegodi e la finale play off contro il Cittadella. Bellissimo anche lì.

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