Addio «comizi», anzi «comissi» come avrebbe detto lui in dialetto, in curva sud al Bentegodi: all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio, nella notte, si è spento il popolarissimo Battista («Batista», anche in questo caso) Dian. Aveva 72 anni, compiuti il 10 febbraio scorso, e la sua casa era la Fondazione Don Mozzatti D’Aprili di Monteforte, la stessa del fratello Flaminio. Ma Battista si trovava più a proprio agio nella sua seconda casa, lo stadio, dov’era arcinoto: la curva sud si zittiva, quand’era il momento dei suoi comizi. Battista gonfiava il petto e attaccava: «Popolo gialloblù...» e faceva una pausa per lasciare spazio all’ovazione dei tifosi. Seguivano divagazioni su tutto lo scibile pallonaro e altrettante pause e ovazioni. Il comizio si concludeva con uno scrosciante applauso e il coro «Ba-ti-sta, Ba-ti-sta».
Aveva conquistato anche la copertina del Guerin Sportivo, Battista, nell’anno dello scudetto: il fotografo l’aveva immortalato mentre con un altro tifoso era entrato in campo a Firenze prima della partita (allora era tollerato), avvolto in una bandiera gialloblù. Spesso si presentava in curva a torso nudo, qualsiasi stagione fosse: «dal resto» al Bentegodi arrivava già caldo. Nei primi tempi, partiva infatti da Monteforte a piedi e camminava fino allo stadio. Se non era passione la sua...