<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista all'ex del Verona

Di Gennaro: «Bravo Tudor, ma c'è ancora molto da fare. E se torna il vero Kalinic...»

Antonio Di Gennaro
Antonio Di Gennaro
Antonio Di Gennaro
Antonio Di Gennaro

Antonio Di Gennaro è in splendida forma. Stare accanto agli azzurri, seppur in veste di opinionista, gli fa bene. «Me lo dicono in tanti, quasi quasi ci credo» racconta l'ex gialloblù da cui partivano i lanci per Elkjaer nella stagione magica dello scudetto. Inevitabile con lui, parlare subito di nazionale. «La Spagna è molto forte, gioca un calcio bellissimo. Però due episodi hanno deciso la partita. Il gol del pari mancato da Insigne e l'espulsione di Bonucci» racconta il Dige, «ho letto e sentito critiche troppo negative verso questo gruppo. Ho visto lo stesso spirito dell'Europeo, la stessa grinta. La vittoria sul Belgio per il terzo posto lo testimonia. All'Italia mancano gli attaccanti ma in generale ci sono troppi stranieri nelle big in quel ruolo. Fai fatica a crescere. Mancini non ha paura a lanciare i giovani». E pensare che dopo Immobile e Belotti, il primo italiano in lizza era Lasagna. «Vero» commenta Di Gennaro, «però due anni fa. Purtroppo Kevin non ha proseguito sulla strada di Udine. Si è pure infortunato ma tornerà buono». 


Serve tempo E proprio l'ex regista azzurro ai mondiali del 1986 a piombare sui gialloblù. «Non è mai facile quando si cambia un allenatore. I dirigenti si sono accorti dell'errore iniziale e sono corsi subito ai ripari. I risultati gli stanno dando ragione, ma la squadra deve ancora farne di strada. È normale che vi sia una discontinuità di rendimento. Con Di Francesco si è vissuta una vicenda strana. Un biennale se non ricordo male e quindi un progetto che doveva sbocciare. Non dimentichiamoci che a questa squadra mancano Zaccagni e Dimarco. Questi due l'anno scorso hanno fatto la differenza. Intendiamoci sono felicissimo e voi lo sapete, di quello che hanno saputo fare i gialloblù. Bravo Tudor ma per lui c'è ancora molto da fare, anche se l'Hellas per l’organico e l’attenzione che ha dimostrato il club, si salverà».

 

 

Sempre preciso e puntuale nel giudizio Antonio Di Gennaro. Con lui è inevitabile parlare di Ivan Ilic, il regista del presente e del futuro dell'Hellas. «Un 2001 pieno di personalità» spiega, «a me piace e D'Amico ha fatto una grande operazione. Quel ruolo non è proprio il più semplice nel calcio e quindi un giovane può essere soggetto ad alti e bassi, ma Ilic ha già dimostrato una grande maturità. È cresciuto pure in fase di interdizione, anche se credo, vedendo come ha operato finora D'Amico sul mercato che a gennaio l'Hellas prenda un incontrista lì mezzo. Non si va distante in Italia subendo tanti gol perchè non è mai facile realizzarne uno in più di quelli che subisci». Oltre ad un incontrista in mezzo, potrebbe arrivare nel mercato di riparazione, un altro difensore. «Certo perchè l'equilibrio è fondamentale. Tudor è un pratico e prosegue nel solco tracciato da Juric. Ora ha rivitalizzato un gruppo in difficoltà. A Milano sarà dura a prescindere però i ragazzi devono mostrare di saper stare meglio in campo quando subiscono. I rossoneri proveranno a fare la partita ma l’Hellas non dovrà subire».


Non solo Barak «A me il ceco piace molto». Ecco l'inciso del Dige. «Un ragazzo che se non avesse avuto qualche problema fisico, chissà dove sarebbe. Un mancino splendido. Tudor l'ha messo ovunque ma li dietro alle due punte fa male agli avversari. Oltre a Caprari, noto che sia Simeone, che Kalinic, si sono sbloccati. Kale quand'era a Firenze, faceva tutto. Se tornasse al sessanta per cento di quello che ho visto con la Fiorentina, l'Hellas potrebbe andare molto lontano. Mi accontento di vedere il Verona con molte squadre sotto in classifica. Dopo la falsa partenza con Di Francesco, ero preoccupato».

 

Gianluca Tavellin

Suggerimenti