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I giovani gialloblù

Da Jorginho a baby Lovato: ecco l’oro dell’Hellas Verona

L'oro del Verona. Da Jorginho, Kumbulla, Lovato e Iturbe
L'oro del Verona. Da Jorginho, Kumbulla, Lovato e Iturbe
L'oro del Verona. Da Jorginho, Kumbulla, Lovato e Iturbe
L'oro del Verona. Da Jorginho, Kumbulla, Lovato e Iturbe

L’oro del Verona. Ragazzi di talento ma di passaggio. La linea verde che ha fatto e fa ancora rima con plusvalenze. L’ultimo in ordine cronologico è Matteo Lovato. Prima però ce ne sono stati parecchi altri. Un viaggio nell’era Setti. Dal primo colpo con protagonista un campione d'Europa fino alla cessione del difensore classe 2000 all'Atalanta.

L’Hellas ha raramente sbagliato un colpo con i propri giovani. Probabilmente ha anche raccolto di più di quanto si potesse immaginare. Una lista con nomi parecchio prestigiosi.

Da Jorginho a Iturbe. Corretto considerarli giovani. Jorginho sbarco all’Hellas quindicenne, prima di accasarsi al Napoli nemmeno ventitreenne il 18 gennaio 2014. Il primo degli affari record della presidenza Setti, cui al massimo si potrebbe rimproverare di non aver temporeggiato fino alla sessione estiva.

I numeri lo giustificano ampiamente: nove milioni in due tranche per un ragazzo tesserato per poche migliaia di euro. In quel 2014 altre due le cessioni di grido in ambito linea verde. Dalla stellina Iturbe al meno ricordato Godfred Donsah. Il primo venne riscattato profumatamente dal Porto per 15 milioni ma venne anche ceduto alla Roma per 23,6, con una plusvalenza di 7 milioni escludendo le alte commissioni della compravendita.

Il centrocampista ghanese invece all’Hellas fu una meteora. Si mise in luce in Primavera, una sola presenza in A e l’immediato trasferimento a Cagliari per 2,5 milioni. Il Verona successivamente incassò un ulteriore milioncino per la rivendita al Bologna.

Il prezzo della B. Nel 2016 l’Hellas fu costretto a cessioni dolorose per far fronte alla discesa tra i cadetti. Il sacrificio riguardò anche i giovani. Già a gennaio partì Jacopo Sala in direzione Sampdoria. Arrivato per 100 mila euro dall’Amburgo nel 2013, venne ceduto per 2,6 milioni di euro con la formula del prestito con obbligo di riscatto. In estate seguirono altri due pezzi da novanta.

L’allora ventunenne Pierluigi Gollini, tra le poche note liete di quel campionato, fu acquistato dall’Aston Villa per 5 milioni, dopo essere approdato all’Hellas nel 2014 da svincolato. Il 31 agosto 2016 salutò anche lo svedese Filip Helander, arrivato in gialloblù da campione d’Europa con la Svezia Under 21 per un milione. L’estate successiva il Bologna lo prelevò in prestito con diritto di riscatto per un affare complessivo alla fine di 2 milioni.

Alleanza con la SPAL. Un altro filone è quello del 2018. Per l’Hellas un'altra retrocessione dolorosa e la necessità di privarsi dei pezzi pregiati. La società fu brava a strappare comunque plusvalenze. L’alleata di quell'estate fu la Spal. L’allora ventiduenne Mohamed Fares, arrivato negli Allievi dell’Hellas nell'ambito dell'affare Bojinov con il Vicenza, venne ceduto in prestito con obbligo di riscatto a 3,5 milioni di euro.

A Ferrara lo raggiunse anche Mattia Valoti, trasferitosi con la stessa formula per una cifra complessiva di 3 milioni di euro. Nel gennaio di quell’anno anche un’altra cessione di un giovane promettente come Bruno Zuculini, all’epoca ventiquattrenne. Acquistato dal Verona per poco più di un milione, si accasò al River Plate per una cifra quasi triplicata.

Gli ultimi affari. Infine le cessioni più recenti. Probabilmente anche quelle con i ricavi maggiori. Plusvalenze orchestrate con la difficoltà di un mercato statico e con pochissimi soldi a disposizione. L’estate scorsa fu il turno del classe 2000 Marash Kumbulla. Gli accordi economici con la Roma diventeranno effettivi dal 2022. L’Hellas incasserà 15,5 milioni di euro, oltre ad aver già incamerato dalla trattativa tre giocatori come Cetin, Diaby e Cancellieri.

Le ultime settimane hanno confermato la tradizione. L’Hellas ha salutato il classe 2002 Destiny Udogie ed il classe 2000 Matteo Lovato. Il primo all’Udinese per tre milioni più uno con la formula del prestito con obbligo di riscatto, dopo aver svolto l’intera trafila nel vivaio. Il secondo, prelevato per un milione dal Padova, si trasferisce a titolo definitivo all’Atalanta per 8 milioni più tre di bonus facilmente raggiungibili. Il bilancio finale del viaggio? La linea verde durante l’era Setti ha prodotto plusvalenze attorno ai 60 milioni.

Alessio Faccincani

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