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Ceccherini spinge il Verona «Quando ci saremo tutti...»

Ceccherini in lotta con Ibrahimovic domenica a San Siro   FOTOEXPRESS  Federico Ceccherini, 28 anni
Ceccherini in lotta con Ibrahimovic domenica a San Siro FOTOEXPRESS Federico Ceccherini, 28 anni
Ceccherini in lotta con Ibrahimovic domenica a San Siro   FOTOEXPRESS  Federico Ceccherini, 28 anni
Ceccherini in lotta con Ibrahimovic domenica a San Siro FOTOEXPRESS Federico Ceccherini, 28 anni

«Lì per lì ero un po’ abbattuto, poi per fortuna è arrivato Barak prima di tutti ed ha fatto gol». Federico Ceccherini dall’altra parte del telefono, si diceva una volta. Il difensore toscano torna sugli episodi di San Siro. «Col Milan» racconta, «abbiamo fatto quasi sessantacinque minuti la gara, poi purtroppo ci siamo abbassati troppo e loro, diciamo, cercavano i lanci lunghi su Ibrahimovic». Ibra com’è? «Immarcabile. Lui da solo ci metteva in difficoltà negli ultimi minuti. A quell’età non credevo riuscisse a fare certe cose. Non siamo riusciti a contenerlo come prima. Il gol annullato? Non mi aveva fatto saltare e poi i miei compagni urlavano anche mano, mano. Era giusto annullarlo». EMERGENZA INFORTUNI. Ceccherini ha una sua teoria. «Quando sono arrivato» racconta l’ex della Fiorentina, «ho notato che i carichi di lavoro sono più importanti rispetto ad altre parti. Il ritmo è più elevato. Capisco che andando sempre al mille è più facile farsi male. Fortunatamente sto reggendo bene». Il difensore gialloblù traccia così il profilo del tecnico Juric: «Il mister» racconta, «per il modo di giocare mi garba tantissimo. Lui dà molta autostima ai calciatori. Siamo sempre uno contro uno con grande coraggio. Credo che oltre ad altre doti, questa sia la più importante di Juric. Chi mi ha impressionato dei miei compagni? Lovato non lo conoscevo è davvero molto bravo. E poi Ilic e Vieirà. In realtà tutti gli altri giovani che grazie al mister cresceranno». «VOLEVO L’HELLAS». Il «Cecche» va dritto per dritto e ricorda come Tony D’Amico lo volesse in gialloblù già dalla passata stagione. «Il direttore mi voleva ma poi non se ne fece più nulla. Io volevo il Verona perchè sono convinto che sia la squadra giusta per giocare con continuità e dimostrare che i due anni a Firenze mi sono serviti anche se non sempre partivo titolare. Qui ho la possibilità di esprimermi al meglio». Firenze resta, calcisticamente parlando una piazza calda. Ora con l’esonero di Iachini e l’arrivo di Prandelli. «Mi dispiace tantissimo per quello che è capitato al mister. Con lui ho avuto un bellissimo rapporto». RIMPIANTO. Il Cecche, come tutti quelli che hanno carattere guardano avanti e non vedono l’ora di poter giocare con tutti i compagni a disposizione. «Stiamo attraversando un buon momento» rammenta il difensore di Livorno, «però tornando anche a casa in pullman dalla trasferta di Milano pensavo a dove saremo potuti essere con tutti i miei compagni a disposizione. Quante possibilità avrebbe avuto in più Juric per fare ancora meglio». Ceccherini si è trovato subito bene a Verona. Faraoni gli ha fatto da cicerone. «Si Fara lo conosco bene e qui io e la mia ragazza Carola ci siamo trovato subito bene. Città splendida e pubblico caldo ma al tempo stesso molto rispettoso. Il mio idolo? Chiellini. Lo seguivo da piccolino quand’era a Livorno. Una roccia». Ride quando proviamo a ricordargli che è più bravo nei fondamentali del centrale della Juve e della nazionale. «Non scherziamo lui è inarrivabile». Sosta buona per recuperare energie ed affinare ancor di più tecnica e tattica in vista della sfida alla ripresa delle ostilità con il Sassuolo. «Squadra molto forte», conclude Ceccherini, «anche perché loro giocano molto sul possesso palla. Aspettano la tua pressione per uscire palla al piede. Si, per certi versi sono anche più temibili oggi di Juve e Milan». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gianluca Tavellin

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