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Campioni sul web: «Caro Hellas, il tempo c’è. Ora l’impennata salvezza»

Molti gli ex gialloblù nel gruppo Facebook: «Quando i calciatori avevano facce da calciatori»
A destra la foto simbolo del gruppo: Verona 1976/’77, in alto a sx Filippo Galli, sotto a sx Cristiano Maccagnani
A destra la foto simbolo del gruppo: Verona 1976/’77, in alto a sx Filippo Galli, sotto a sx Cristiano Maccagnani
A destra la foto simbolo del gruppo: Verona 1976/’77, in alto a sx Filippo Galli, sotto a sx Cristiano Maccagnani
A destra la foto simbolo del gruppo: Verona 1976/’77, in alto a sx Filippo Galli, sotto a sx Cristiano Maccagnani

La foto più cliccata è quella con le braccia al cielo dopo il gol del pari con la Roma. «Eh, bei ricordi» racconta Nico Penzo, primo bomber scelto del Verona di Bagnoli. «Questo gruppo mi diverte» prosegue, «rivedo immagini e amici di quando eravamo giovani. Era davvero un altro calcio». Inevitabile con Penzo parlare del Verona. «Sogliano credo non basti» commenta Nico, «se poi come sembra non ha neppure disponibilità economica, diventa davvero complicato salvarsi. Borini? Mah...». Qual è il dubbio bomber?

«Non sono per le minestre riscaldate, soprattutto da giocatori che ormai arrivano da campionati lontani per intensità e modo di giocare dal nostro. Chi è tornato da Cina, Emirati Arabi o Turchia non ha mai avuto grande fortuna». Difficile trovare salvagenti nel variegato mondo degli ex. Ci prova un altro ex gialloblù, che aveva la faccia da calciatore: Arcadio Spinozzi. «Per quel poco che seguo» dice “Spina“, «la partenza è stata troppo negativa, come del resto cambiare molto. Non è mai comunque una sola causa se si è ultimi in classifica. Vi posso dire che mi piange il cuore vedere i gialloblù là in fondo. Il gruppo sul web? Bello, perché mi ha fatto riabbracciare grandi amici che non vedevo da tempo». 

L’ospite gradito

Chi dà un po’ di speranza al Verona è un ex Campione d’Europa come Filippo Galli. «Ci sono ancora molti punti a disposizione» racconta l’ex stopper rossonero, «ma il Verona dovrebbe dare subito un segnale alla ripresa della Serie A. Da lontano, si ha l’impressione che i vertici del club vogliano disimpegnarsi, ma ripeto è solo un’impressione». Filippo Galli è tra i più cliccati della pagine «Quando i calciatori avevano facce da calciatori». «Forse perchè ho un’anima social. A proposito posso farmi pubblicità?».

Vai pure: «Ho un mio blog si chiama filippogalli.com. Il nostro sologan è la “Complessità del Calcio“». Andremo a curiosare ma qual è la bellezza del gruppo, che ha superato i settantamila follower? «L’educazione, il fair play e la voglia di riportare alla luce quel calcio. Era uno sport più romantico e sono orgoglioso di averne fatto parte. Personalmente poi, ho ritrovato amici o commilitoni, come Maiellaro e Scarafoni. Davvero complimenti a tutti».

Nella macchina del tempo, che si respira post dopo post, torniamo ai favolosi Anni Settanta, con un protagonista dell’attacco gialloblù: Livio Luppi. «Sono su facebook» esordisce il cannoniere di Mirandola, «il gruppo è favoloso. Vi serve qualche foto?». La risata è copiosa e contagiosa. «Ho rivisto certi stopper che all’epoca avrei ammazzato, oggi li abbraccio tutti». Ma sul Verona? «Ci vuole un miracolo. Capisco tutto ma le punte un paio di reti in più le dovevano fare».

Luppi segue con grande attenzione l’Hellas. «Le occasioni più grandi gettate al vento sono state con la Roma, il Monza e lo Spezia. In queste tre partite dovevano arrivare almeno cinque punti. Oggi la classifica sarebbe diversa. Deve girare fin da Torino il vento e bisogna investire qualcosa. Credo che Juric e Tudor, abbiano fatto un lavoro splendido».

Un mondo di follower

E infine Cristiano Maccagnani, commercialista con la passione del calcio. A lui e al fedele Alberto Bustaggi si deve la creazione di «Quando i calciatori avevano facce da calciatori». Un ricordo e quella foto che campeggia su facebook. «È iniziata questa avventura per gioco» spiega Maccagnani, «mi hanno impressionato i visi dei calciatori di quando eravamo bambini e ragazzi. Ognuno di loro dal nome, cognome e dal volto aveva una storia da raccontare. Arrivare non era facile e poi contava l’appartenenza a questo o all’altro club. Abbiamo raggiunto il numero di 70.219 follower. Credo venga premiata la nostra serietà e il materiale che gli appassionati trovano. Ci sono storie e testimonianze di ogni epoca e non solo del calcio italiano. Grazie a tutti».

Gianluca Tavellin

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