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Buchel, piedi dolci e legnate
«A Verona la mia rivincita»

di Luca Mazzara
Marcel Buchel in uno dei primi allenamenti con la maglia gialloblù FOTOEXPRESS
Marcel Buchel in uno dei primi allenamenti con la maglia gialloblù FOTOEXPRESS
Marcel Buchel in uno dei primi allenamenti con la maglia gialloblù FOTOEXPRESS
Marcel Buchel in uno dei primi allenamenti con la maglia gialloblù FOTOEXPRESS

A caccia della rivincita per dimostrare di un essere un giocatore da Serie A. Ma anche la voglia di convincere il Verona a riscattarlo e magari aggiungere un altro capitolo colorato con la bandiera del Lichtestein alla storia gialloblù dell'Hellas. Via di dosso i brutti pensieri dopo la clamorosa retrocessione dell’Empoli dello scorso anno, Marcel Buchel ora ha in mente solo il Verona. E non ci mette molto a presentarsi. «Amo avere il pallone tra i piedi, ma anche dare qualche legnata al momento giusto», sorride il nuovo arrivo nella sala stampa della sede di via Francia, «sono un centrocampista centrale ma gioco anche da mezzala. Mi piace impostare, ma anche fermare gli avversari».

VOGLIA DI RIVINCITA. L’ha fatto spesso nella prima stagione ad Empoli, campionato di Serie A 2015-2016, chiusa con 27 presenze e due reti, ma anche l’anno prima al Bologna tra i cadetti mettendo insieme 26 gettoni e andando a segno tre volte. Nella società rossoblù c’era Filippo Fusco, che dopo la retrocessione dell’Empli di qualche mese non si fatto scappare l’occasione di andare a prendere quel centrocampista dal piede educato e capace di ricoprire più ruoli che tanto bene aveva fatto al Bologna. «Il direttore ha fatto un grande lavoro e mi ha voluto fortemente, ma quando ti chiama una piazza come Verona non puoi dire no, ci ho messo un attimo ad accettare. Sono contento di essere qui, è stato un buon inizio e mi sono integrato con i compagni, ne conoscevo già qualcuno». A 26 anni il centrocampista di origine austriaca sa che questo può essere una stagione determinante per la sua carriera. «Penso che questo momento sia il più importante, che arriva dopo un anno andato molto bene e un altro meno, per me è una rivincita, voglio far vedere che merito questa categoria e che posso far bene per la mia nuova squadra. Penso di avere l'età giusta e di essere maturato molto». Anche grazie ad una giovinezza passata con addosso la pesante maglia bianconera della Juventus. «Lì ti fanno crescere in fretta, non puoi sbagliare niente», continua Buchel, «mi allenavo spesso con la prima squadra ma poi è stato giusto andare in prestito per fare la gavetta, non ero ancora pronto».

DA MARIO A MARCEL. Dopo tante squadre diverse il destino l’ha portato a Verona, diventando così il secondo giocatore del Lichtestein ad indossare la maglia gialloblù dopo Mario Frick, all’Hellas nel massimo campionato del 2001-2002. «Mario è un amico, lo sento spesso e quando sono andato lì a giocare lui era ancora in nazionale, gli ho detto che non è più l'unico calciatore del Lichtestein ad aver indossato la maglia del Verona». Arriva un pensiero anche Fabio Pecchia, che Buchel aveva già conosciuto tra i cadetti a Gubbio. «Lo vedo cambiato, non tanto come persona ma come mister, molto preparato e con allenamenti intensi come ne ho visti pochi in Italia, lavorando con la palla e impostando un bel gioco, è sempre disponibile e conosce bene i giocatori, sono contento di averlo ritrovato». Uno sguardo allo stemma gialloblù sistemato nella sala stampa. «Spero di convincere la società a riscattarmi e restare a lungo, credo che mi troverò bene. E poi io un matto buono, mi dicono che con questi tifosi potrei andare molto d’accordo».

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