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«Atalanta mostruosa. L’Hellas? Per crescere ci serve un progetto»

Il tecnico dell’Hellas Ivan Juric FOTOEXPRESS
Il tecnico dell’Hellas Ivan Juric FOTOEXPRESS
Il tecnico dell’Hellas Ivan Juric FOTOEXPRESS
Il tecnico dell’Hellas Ivan Juric FOTOEXPRESS

Proprio non li capisce. «L’Atalanta è mostruosa. Ma ho sentito commenti vergognosi sul loro conto dopo la sconfitta in casa con ii Liverpool. Critiche su gioco e atteggiamento, ma dai. E Gasp cosa fa? Va ad Anfield, gioca nello stesso modo e vince». Ivan Juric ha un solo grande maestro. «Lui e solo lui. Altri allenatori dicono: prendo di qua, “rubo“ di là. Ma io ho avuto solo Gasp». Stasera l’Hellas sarà ospite della Dea. L’Atalanta di oggi, nella sua crescita esponenziale, è la migliore di sempre? «Gasperini ha costruito un mostro. L’Atalanta di oggi è straordinaria perché figlia di un processo di crescita programmato nel tempo». PROGETTO. E qui Ivan torna su un tema che gli sta particolarmente a cuore. «Qui da noi il progetto non è partito. Serve questo per crescere. Serve avere la forza di trattenere i tuoi pezzi migliori. Serve avere giovani di proprietà e non in prestito sui quali investire. E spero di poter sedermi presto a parlare di questo con la società. Perché io qui sto bene e voglio restarci a lungo. Il club si sta attrezzando e ha fatto passi in avanti: parlo di scouting e area medica. Ma per fare il salto di qualità serve altro». Impossibile, allora, pensare di trasformare l’Hellas di oggi in una squadra migliore di quella vista la scorsa stagione? «Impossibile, perché stiamo parlando di due cose molto diverse. Non abbiamo trattenuto i pezzi migliori. E sostituire i grandi giocatori non è mai facile. Oggi dobbiamo pensare solo a salvarci». Ilicic è il capolavoro di Gasp. Kumbulla quello di Juric? «Forse il vero capolavoro l’ho fatto con Empereur se pensiamo alla crescita del giocatore. Non voglio togliermi meriti per Kumbulla. Ma mi è bastato dirgli cinque cose e lui si è attivato». L’ex Pessina? «L’anno scorso si è inserito perfettamente nel sistema Hellas. Ha grande capacità di apprendimento». DENTRO E FUORI. Veniamo alle cose di campo. «Magnani non c’è. L’infortunio? Meglio chiedere al medico». I tempi di rientro di Benassi potrebbero essere più lunghi del previsto. «Benassi? Non l’ho mai allenato quest’anno. Non riesce a venir fuori dai problemi al polpaccio». Di Kalinic già si sapeva. Ma Juric è ancora più chiaro. «Il problema è muscolare, Nikola salterà, come minimo, le prossime tre partite di campionato». E le note liete? «Lavoriamo per recuperare all’ultimo istante Lovato e Favilli». Manca anche uno come Vieira. «La sua esuberanza fisica è mancata contro Milan e Benevento. Ma contro Sassuolo e Cagliari lì in mezzo siamo andati molto bene e non si è sentita la sua assenza. Di Carmine? Ha il suo tempo, i suoi minuti. Ha avuto il suo spazio, come è giusto che sia. E ha avuto un buon impatto. Ma non piace parlare di classifiche di merito. Tutti lottano per un posto. Salcedo, per esempio, ha fatto molto bene a Cagliari». Già, la Sardegna. Sospira Juric. «Non meritavamo di uscire dalla Coppa Italia perchè c’è stata prestazione. E lo stesso discorso vale per la partita persa contro il Sassuolo. Ma il calcio è strano. Non sempre ti dà quello che ti aspetti. A volte ti dà anche troppo». FORMAZIONE. Chi va in campo? Solita premessa: Juric potrebbe anche inventarsi la giocata dell’ultimo minuto. La trasferta di Cagliari è stata ispirante per il tecnico croato. Ma entrare nelle sinapsi di Ivan non è facile. Inutile tentare, meglio andare sul “ragionevole“. Silvestri in porta, linea a tre con Cetin, Dawidowicz e Ceccherini (occhio, però, al tentativo di recupero di Lovato). Torna Faraoni sulla banda di destra. Dall’altra c’è Dimarco, con Lazovic che resta ancora indisponibile. In mezzo canta Veloso. E i muscoli li mette Tameze. Appare scontata, poi, la scelta dei tre dalla trequarti in su: Zaccagni, Barak e Di Carmine. Ma occhio a Salcedo. Una carta jolly. LACRIME PER DIEGO. Anche Juric torna sulla morte di Maradona. «È stato il mio primo idolo. Il mio sentimento nei sui confronti è inspiegabile, tanto è grande. Mi ha regalato emozioni uniche e impareggiabili. La sua scomparsa mi ha toccato profondamente, mi ha fatto star male e commuovere, è come aver perso un fratello». •

Simone Antolini

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