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Annata nuova e aria nuova Setti & DiFra, che bella sfida

New deal Eusebio Di Francesco
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Il nuovo che avanza stuzzica ma semina qualche ansia. Incuriosisce nell’attesa – questo almeno è l’auspicio – di incantare. Bella prova per Maurizio Setti e Tony D’Amico. E passaggio cruciale per Eusebio Di Francesco, l’erede alla panchina, la più fresca scommessa di via Olanda. L’uomo chiamato a cavare dal cilindro l’ennesima salvezza, cercando di rilanciare la sua immagine di allenatore innovativo e spregiudicato, un tantino appannata dopo le ultime disavventure. DiFra dovrà dimostrare di avere appreso dagli inciampi, di essersi fatto più elastico e meno integralista, più accondiscendente. Magari meno istintivo, senza soffocare la passionalità, uno dei tratti felicemente distintivi. L’aggravante – si fa per dire – sarà quella di doversi confrontare con un predecessore di razza. Deludente per il modo in cui ha lasciato, mirabile per quello che ha lasciato. Perché il vecchio Hellas piaceva e raccoglieva risultati, era in sintonia con la piazza e ne interpretava lo spirito. Sapeva come intralciare il passo delle grandi e sapeva dove raccogliere punti vitali. Il nuovo che avanza può almeno in parte cavalcare quell’onda e, durante la navigazione, provarsi a studiare qualche cosa di diverso. Possibilmente di più funzionale alle consolidate idee di calcio del tecnico. Senza ovviamente trascurare la rotta del più solido pragmatismo. La permanenza in categoria innanzitutto. Ma nel nuovo che avanza c’è anche qualche cos’altro di vecchio che accende, entusiasma, coinvolge. È l’idea dell’urlo del Bentegodi, del colore del Bentegodi, del calore del popolo gialloblù. L’incubo del Covid continua a fare sinistramente capolino ma la voglia di andare oltre e riconquistarsi spazi e suoni è troppo forte per farsi addomesticare. Antiche abitudini e nuove regole, con l’obiettivo di ridare vita e vitalità allo stadio, qualche risorsa fondamentale in più al club. E riscoprire comunque il piacere di esserci. Perché il pallone in tv resta un surrogato, una comodità moderna cui si può piacevolmente rinunciare. Senza dimenticare che la spinta di Verona, dagli spalti alleati, è sempre stato valore aggiunto del club. E potrà esserlo una volta di più da subito, proprio contro il Sassuolo che rese apprezzato e popolare l’allenatore della ripartenza. Anche con lo stadio pieno a metà. Tutti sui blocchi per la lunga volata 2021-’22. L’elettricità addosso e pensieri positivi. Arrivederci a maggio.

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