<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Domenica Legnago-Virtus

Gomez: «Basta passaggi a vuoto. Emil? Non venga a fare troppo l'amico...»

Juanito Gomez
Juanito Gomez
Juanito Gomez
Juanito Gomez

Leggi anche
Hallfredsson: «Che derby con Juanito. Vogliamo i playoff: se serve, lo stendo!»

 

Le partite che tanto gli piacciono, quelle che Juanito Gomez non ha mai fallito. Mente fredda e cuore caldo. Il derby, l’amico Hallfredsson di fronte, il Legnago da salvare. Tocca a lui, da sempre soldato speciale a cui è si può chiedere di tutto. «Sappiamo di dover far una guerra e di dover sbagliare il meno possibile. Proprio perché conosciamo il valore della Virtus.
Giocano molto bene», la prima fotografia di Gomez, «ma che avessero qualità era chiaro pure quando i risultati non arrivavano. E poi sono in Serie C da un po’ di tempo ormai, c’è una certa abitudine a stare nella categoria. Quando si continua a vincere poi aumenta la fiducia. E con l’arrivo di Hallfredsson la squadra ha fatto un ulteriore salto in avanti. Ultimamente hanno viaggiato ad una media impressionante».


Il primo impatto con Serena?
Si vede che ha fatto calcio vero. Ho fiducia nel nuovo allenatore. Dobbiamo solo imparare in fretta i suoi concetti, fra covid e allenamenti a distanza di tempo non ne abbiamo avuto moltissimo. Per fortuna il campionato s’è fermato, ma sono state comunque settimane travagliate».
Derby nel derby quello con Hallfredsson. Chi dei due ha dato più all’altro?
Premetto: Emil e Jorginho sono stati importantissimi al Verona nella mia crescita. Detto questo, qualche gol l’ho fatto in quegli anni. Cercando così di ricambiare il favore.


Chi smetterà prima?
Mi auguro lui, anche perché ha un anno in più. Io non ho alcuna intenzione, finché avrò questo entusiasmo e starò bene fisicamente. Mi sento proprio bene, anche grazie al lavoro dei preparatori atletici Bellini e Faccioli.
Mandorlini ha detto di averle tolto tre o quattro anni di carriera per quanto l’ha fatta correre...
Può essere, altrimenti continuerei fino a quarantadue anni. Ma è altrettanto chiaro che io a Mandorlini devo tanto.
Vero che s’arrabbiava più con lei che con Hallfredsson?
Assolutamente sì, ma dirò di più. Anche i modi erano parecchio differenti. A me ne diceva di tutti i colori, anche a muso duro. Quando invece doveva correggere Hallfredsson era molto più diplomatico. “Sai Emil, io per la verità farei così”, diceva spesso col tono basso e l’espressione meno cattiva di quella che usava con me. Ci sta naturalmente, il mister faceva solo il nostro bene.
Suggerimento ai suoi compagni prima della volata finale?
Siamo consapevoli della situazione, ne parliamo spesso. All’inizio di una stagione, dopo aver sbagliato una gara, tendi un po’ a minimizzare perché davanti c’è ancora tanto tempo. Adesso non più, adesso ogni partita va affrontata come se fosse la più importante di tutte. Da ora in avanti ogni palla a metà strada dovrà essere nostra. Gennaio è un mese difficile, anche per il mercato. Gente che viene, gente che va. Ma il Legnago non può più permettersi disattenzioni o passaggi a vuoto.
La convivenza con Buric all’inizio è stata un falso problema?
Decide sempre l’allenatore, ma io di difficoltà non ne vedevo. In tutti questi anni sono stato vicino a Toni, vicino a Cacia, vicino a Ferrari. Un equilibrio l’ho trovato con tutti. Sta al mister poi sfruttare al meglio il materiale a disposizione. Ricordo, ad altri livelli, il grande dibattito che c’era in Argentina quando tanti credevano che Crespo e Batistuta non potessero giocare assieme. È sempre stato così.
Il giocatore della Virtus che le piace di più?
Tutte le volte che l’ho incrociato sono rimasto colpito da Pellacani. Ha personalità, sa stare in campo, esce con disinvoltura palla al piede. Bel difensore.
Sms ad Hallfredsson?
Che non venga a fare troppo l’amico domenica. In campo non ci sono amici. Lo dico col sorriso, ma sono anche serio. Quando l’arbitro fischia tutti vogliono solo vincere. Amici torneremo subito dopo la partita.

 

Leggi anche
Andrea Mandorlini: «Emil e Juanito sono degli esempi. Nel derby tiferò solo per loro»

Alessandro De Pietro

Suggerimenti