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La 16esima tappa da Salò ad Aprica

Giro: Hirt vince per distacco, Carapaz resta in rosa per soli 3''. Bouwman conquista il Mortirolo

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Jan Hirt, vincitore della tappa di oggi Salò-Aprica
Jan Hirt, vincitore della tappa di oggi Salò-Aprica
Jan Hirt, vincitore della tappa di oggi Salò-Aprica
Jan Hirt, vincitore della tappa di oggi Salò-Aprica

AGGIORNAMENTO ORE 17,15:

Il ceko Jan Hirt, in 5h40’45'', ha vinto per distacco la 16esima tappa del 105° Giro d’Italia di ciclismo, da Salò (Brescia) ad Aprica (Sondrio), lunga 202 chilometri. Secondo l’olandese Thymen Arensman a 8''.

Richard Carapaz ha conservato per soli 3'', nei confronti dell’australiano Jai Hindley, la maglia rosa. L’ecuadoriano oggi si è piazzato al 4° posto, a 1’24'' dal vincitore Jan Hirt. Hindley è giunto sul traguardo assieme a Carapaz, precedendolo però al 3° posto e intascando i 4'' di abbuono che gli hanno permesso di rosicchiare secondi preziosi nella classifica generale.

 

LA TAPPA DI DOMANI

Si disputa domani, 25 maggio, la 17esima tappa del Giro d’Italia 2022, la Ponte di Legno-Lavarone di 168 chilometri. Frazione di montagna divisa in due parti. Partenza all’insù verso il Passo del Tonale seguita da un tratto di oltre 70 km sempre sostanzialmente in discesa attraverso le valli di Sole e di Non. Superato l’Adige si scala la salita di Palù di Giovo, il paese di Gilberto Simoni, passando nella Valle di Mocheni per raggiungere Pergine Valsugana. Le due salite finali sono il Valico del Vetriolo lungo e pedalabile (7% medio circa) e la salita del Menador (Kaiserjagerstrasse) con tratti stretti, gallerie intagliate e pendenze sempre oltre il 10%. Scollinato Monterovere pochi chilometri ondulati portano all’arrivo, in leggera ascesa.

 

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AGGIORNAMENTO ORE 15.15:

Koen Bouwman ha conquistato la cima del Mortirolo, a quota 1.854 metri. L’olandese è passato in vetta per primo, mentre Giulio Ciccone è a una cinquantina di secondi. In cima grande folla, come non avveniva dall’edizione del Giro del 2019. Sono decine di migliaia i tifosi che sostengono i corridori sulle rampe del mitico passo che svelò per primo la classe di Marco Pantani. Il gruppo della maglia rosa dell’ecuadoriano Richard Carapaz segue a oltre 4’. La 16/a tappa in corso porta la carovana della corsa rosa da Salò (Brescia) ed Aprica (Sondrio), dopo oltre 200 chilometri di corsa.

 

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Il 105/o Giro d’Italia di ciclismo riparte oggi da Salò (Brescia) e, dopo 202 chilometri, raggiungerà Aprica (Sondrio), non prima di avere disseminato sudore, fatica e sofferenza lungo il percorso. La sfida che verrà, per i corridori, avrà un impatto micidiale, sopratutto perché arriva dopo il giorno di riposo. Il perché è molto semplice: ci sarà da scalare il meglio del peggio del 2022, ossia il Mortirolo. Non una vetta qualsiasi.

Il cammino verso Verona, dopo il terzo e ultimo giorno di riposo, riprenderà con una tappa da cinque stelle, di quelle che agitano il sonno. Gli organizzatori, infatti, oltre al Mortirolo, hanno inserito due vette assai dure, per dare forma al più classico dei tracciati alpini. La 16/a frazione proporrà un dislivello di 5.000 metri, con la corsa che comincerà a inerpicarsi già in partenza, nella Valsabbia, da dove i corridori raggiungeranno la prima asperità del Goletto di Cadino, dopo una salita di circa 30 chilometri, che si concluderà a quasi 2.000 metri. Seguirà la discesa in Val Camonica e la risalita fino a Edolo. Quindi, il terribile Passo del Mortirolo, che verrà scalato dal versante di Monno, su una strada che, a 3 chilometri dell’agognata vetta, diventa stretta e molto, molto ripida. Si arriverà a 1.854 metri, dopo 12,6 chilometri di salita, con un dislivello di 962 metri e una pendenza media del 7,6%.

La discesa su Grosio sarà molto impegnativa, anche in questo caso con una strada stretta e in alcuni punti molto ripida. Dopo il tratto pianeggiante, i corridori affronteranno la salita di Teglio (con tratti oltre il 15%) e la successiva discesa su Tresenda, quindi affronteranno la salita finale del Valico di Santa Cristina.

L’ecuadoriano Richard Carapaz si presenta al via da leader, con un vantaggio di 7'' sull’australiano Jai Hindley e 30'' sul regolarista portoghese Joao Almeida. Lo spagnolo Mikel Landa è quarto a 59'', Domenico Pozzovivo resiste a 1’01''. Domani può ancora una volta accadere di tutto, ma anche il contrario di tutto. Carapaz sarà chiamato a resistere agli attacchi della concorrenza e si dice pronto a dare battaglia.

Forse la tappa di oggi non rivelerà il nome di chi è destinato a vincere il Giro, ma di certo svelerà chi lo ha già perso. «Rispetto al 2019 (anno del suo successo al Giro, ndr) sono più maturo - ha spiegato ieri in conferenza stampa -. Mi sento meglio e ho più fiducia nei miei mezzi. In questi anni sono molto migliorato, penso di avere imparato ormai ad affrontare e leggere meglio la corsa, credo proprio che questo sia un elemento vantaggioso per me». Per l’ecuadoriano gli avversari più temibili sono «Almeida, Landa e Hindley». «Sono loro - fa notare il capitano della Ineos - i più seri candidati alla vittoria finale. Siamo attesi da una settimana molto impegnativa, li ritengo gli avversari ai quali fare attenzione». Nella tappa di oggi è atteso anche Giulio Ciccone che il 28 maggio 2019 domò proprio il Mortirolo, affrontato sempre dal versante di Edolo, da dove si tuffo fino all’arrivo di Ponte di Legno. Fu una giornata da tregenda, fra nevischio, gelo e battaglia a colpi di pedale. Carapaz riuscì a resistere assieme a Vincenzo Nibali e ora è chiamato al bis; questa volta dovrà farlo da leader vero, non da outsider.

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