<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Olimpiadi di Tokyo

Elia Viviani, il portabandiera che vuole fare il bis

Elia Viviani alle olimpiadi di Rio de Janeiro nel nel 2016
Elia Viviani alle olimpiadi di Rio de Janeiro nel nel 2016
Elia Viviani alle olimpiadi di Rio de Janeiro nel nel 2016
Elia Viviani alle olimpiadi di Rio de Janeiro nel nel 2016

Nel velodromo di Izu ci è già stato nel 2012. Era accompagnato da Andrea Guardini e Mario Cipollini, inaugurarono quella pista con una serie di eventi. Pedalava consapevole che l’edizione di Tokyo non era poi così lontana: «Ricordo un impianto di altissimo livello, l’incognita è la temperatura che troveremo, ma abbiamo una ventina di giorni per adattarci al caldo-umido».

 

In Giappone Elia Viviani ci arriva da alfiere, condividendo la bandiera dell’Italia con Jessica Rossi (tiro a volo), nel giorno del compleanno del capo dello Stato Sergio Mattarella. Proprio dalle mani del presidente della Repubblica la coppia azzurra ha ricevuto il Tricolore, in una giornata in cui Mattarella si è anche «sbottonato, meno formale e istituzionale degli incontri precedenti. Si è fermato a chiacchierare con me e Jessica, e con i paralimpici Bebe Vio e Federico Morlacchi, ha voluto conoscere le nostre emozioni e sensazioni; un bellissimo scambio. Nel ricevere la bandiera mi sono venuti i brividi e mi sono detto, “Elia, chi se ne frega di quello che sarà, questi giorni di preparazione, la sfilata fino alle gare, saranno un susseguirsi di emozioni". Saremo da esempio ai giovani, a capo di una squadra azzurra fortissima di cui vado veramente fiero».

 

Quel giorno al Quirinale c’erano anche Chiara Consolini, che porta il basket veronese per la prima volta alle Olimpiadi, e Andrea Howard per il softball.

 

A pochi metri dal velodromo ma in gara il 29, ci sarà Giacomo Fantoni con la sua bmx, mentre Thomas Ceccon nuoterà al Tokyo Aquatics Centre, a 120 km da Izu. Elia riceve idealmente il tricolore di Rio da Federica Pellegrini, ha come esempio Sara Simeoni (alfiere a Los Angeles 1984), le parole di Valentina Vezzali che sfilò alla testa della squadra italiana a Londra e ora è sottosegretario allo sport gli hanno dato l’energia per una replica. Eros Poli che ai Giochi di Los Angeles è salito sul gradino più alto del podio, ha buone previsioni. «Se la stagione è stata sofferta, è anche vero che rispetto agli avversari ha già vinto quella gara, pedalando di testa». Il capo dello Stato insieme alla Federciclismo, Verona e Vallese di Oppeano confidano su questo ragazzo che ha superato anche i problemi di cuore (operato a gennaio per un’aritmia) che tiene controllato con un sensore posto sotto la clavicola.

 

Se a Rio battendo Cavendish ha riscattato il sesto posto di Londra 2012 quando mancò di un soffio la finale, cosa farà a Tokyo dove arriva da detentore olimpico? Forza Elia! E forza agli altri veronesi, alcuni «adottivi», ma di fatto residenti da anni nella nostra città.

Anna Perlini

Suggerimenti