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L'annuncio

Elia Viviani escluso dal Giro che arriva a Verona. Ci saranno Formolo e Gabburo

Elia Viviani
Elia Viviani
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La storia si ripete: come nel 2017 «non sono al Giro per scelte tecniche». 
Allora era stata Sky a decidere così, oggi è la sua erede, Ineos Grenadiers. Allora il gruppo inglese voleva vincere il Giro con Geraint Thomas (non partito nella 13esima tappa e una sola vittoria di giornata con Landa), questa volta, dopo aver vinto la corsa rosa per due anni consecutivi con Geoghegan Hart (2020) e Bernal (2021), vuole fare il tris con Richard Carapaz, l’ultimo vincitore all’Arena nel 2019. 
Elia Viviani conferma: «Il team ha creato una squadra di gregari per la pianura e scalatori per sostenere il più possibile Carapaz». 
Quando, a fine 2021, aveva firmato un triennale con l’Ineos, Viviani sapeva che ci sarebbe stato il rischio di non correre il Giro. 
Infatti dice: «Non è una sorpresa, sapevo di questo rischio». E ammette: «Il mio inizio di stagione è stato buono, ma non ottimo, per mille motivi, e questo non ha aiutato». 
Dopo una vittoria in Provenza, è indubbio che il rendimento di Elia sia stato condizionato da un’influenza che l’ha indebolito e costretto a saltare allenamenti prima della Milano-Sanremo. Teneva molto a correre il Giro dove, in teoria, potrebbero esserci ben sette occasioni per i velocisti, ma l’Ineos ha impostato la squadra tutta attorno a Carapz, escludendo addirittura Geoghegan Hart.
Il programma di Viviani cambia completamente. «Sarò ugualmente in Ungheria – fa presente – pochi giorni dopo la partenza del Giro d’Italia per correre dall’11 al 15 maggio il Giro d’Ungheria. Poi farò un periodo di lavoro in altura a Livigno e altre corse a tappe ancora da definire, prima di essere al campionato italiano, da Giovinazzo a Alberobello, in Puglia, il 26 giugno. Sembra che il percorso sia adatto alle mie caratteristiche».
Viviani non perde la fiducia, nonostante la delusione di non poter arrivare a Verona l’ultimo giorno del Giro n. 105. Dice: «Vincerò altre gare, in attesa di quelle buone». 
E ribadisce: «La maglia tricolore ora diventa un grande obiettivo». L’ha già indossata nel 2018, così come, nel 2019, la maglia di campione europeo, «altro obiettivo importante, visto che il percorso di Monaco in Germania, è piatto».
Al Giro numero 105 saranno al via due veronesi: Davide Formolo (UAE) «con il compito di dare una mano al nostro uomo di classifica, Joao Almeida», e Davide Gabburo con la Bardiani Csf «pronto a dare una mano a Battaglin, Modolo, Zana», ma anche «con la speranza di avere qualche giorno in libertà». Tenevano molto a esserci Giovanni Lonardi (Eolo Kometa) e Edoardo Zardini (Drone Hopper). «Ci speravo– dice Lonardi -, ma la squadra ha fatto le sue scelte puntando ad essere più presente nelle fughe. Riprenderò in giugno all’Adriatica Ionica e al Giro di Slovenia». 
Appare strana la scelta di non inserire Zardini, bravissimo nell’ultima dura tappa del Tour of the Alpes e secondo ieri al Tour of Hellas in Grecia, dopo aver lavorato benissimo per aiutare nello sprint Restrepo, caduto a terra. Edo era riuscito a schivarla e chiudere al secondo posto. 

Renzo Puliero

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