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La storia

Damiano Tommasi torna a giocare... a tamburello. «Era stato il primo amore»

Tommasi posa con i compagni del San Floriano (pagina Fb A.T. San Floriano)
Tommasi posa con i compagni del San Floriano (pagina Fb A.T. San Floriano)
Tommasi posa con i compagni del San Floriano (pagina Fb A.T. San Floriano)
Tommasi posa con i compagni del San Floriano (pagina Fb A.T. San Floriano)

Il tamburello, uno sport in passato molto in voga, oggi un po’ meno. Un obiettivo: provare a farlo apprezzare alle nuove generazioni e poterlo portare tra gli sport seguiti dal pubblico come un tempo. Queste le buone intenzioni della società sportiva del San Floriano Maistri, una lunga tradizione iniziata negli anni Settanta, che da quest’anno ha accolto nella rosa anche il calciatore Damiano Tommasi.

«Quest’anno abbiamo avuto l’onore di avere Damiano come giocatore e ci siamo classificati primi nel girone del campionato di serie D. Ora stiamo disputando i play-off validi per le finali del titolo italiano», spiega il direttore tecnico e allenatore Andrea Zardini. «La nostra società, di cui è presidente Vittorio Zardini, è storica: ha vinto il primo campionato di serie C nel 1972 e il primo scudetto nel 1975».

Damiano Tommasi, ex calciatore professionista, originario di Sant’Anna d’Alfaedo, ha una tradizione alle spalle legata al tamburello, che forse pochi conoscono. Per questo, dopo essere stato presidente dell’Associazione italiana calciatori per 9 anni e in concomitanza con la pandemia che ha imposto uno stop anche al calcio, Tommasi ha accolto l’invito della società del San Floriano Maistri a unirsi alla rosa. «Ho avuto modo di ricontattare un mondo che ho lasciato da praticante 35 anni fa. Da ragazzo ho giocato a tamburello prima di giocare a calcio, poi il calcio assorbiva tutto il mio tempo e ho dovuto abbandonarlo», racconta Tommasi. «Nel periodo della pandemia, il calcio era fermo. Dopo l’addio al pallone da professionista 12 anni fa, ho continuato a giocare nella squadra del Sant’Anna d’Alfaedo, il mio paese d’origine. Così mancandomi lo sport, ho provato a cimentarmi di nuovo nel tamburello, sport che praticava mio nonno in piazza negli anni Venti e che ha visto mio padre vincere, da professionista, il campionato di serie C col Negrar». Il tamburello è uno sport con una lunga tradizione, specialmente in alcune aree, che sta prendendo negli ultimi anni una direzione verso l’indoor.

 

 

«Vogliamo raccontare che esiste anche questo sport», continua Tommasi. «È uno sport difficile, che ha poche strutture in tutta Italia, ma perfetto da praticare fin dalla tenera età. Io gestisco anche una scuola in Valpolicella e per me è un’attività adatta per tutti i tipi di bambini, qualunque sia la loro prestanza fisica. Nel tamburello, c’è spazio per tutti». In passato il tamburello popolava le piazze dei paesi e ha forgiato intere generazioni familiari: essendo un’attività che richiede grande dedizione e pratica, oggi è praticato principalmente da coloro che hanno una tradizione familiare alle spalle.

«Vorremmo che questo sport venisse conosciuto da tutti», spiega Zardini. «Come in tutte le attività sportive richiede una forma mentis, che Damiano ci ha incentivato ad avere con il suo ingresso nella squadra. Da ex sportivo professionista ha saputo essere da esempio e incitare i compagni anche nei momenti più difficili». «Ci tengo a precisare», conclude Tommasi, «che lo sport e il movimento sono vitali, oggi più che mai, per le nuove generazioni. Fare sport aiuta ad affrontare meglio la vita in generale. Per questo è importante praticarlo fin dai primi anni di vita, per sviluppare schemi motori che serviranno per tutta la vita. E il tamburello, tra tutti gli sport, è assolutamente democratico e per tutti»..

Agnese Ceschi

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