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Amarcord

Quando Bartali trionfò staccando tutti sulle Torricelle. Due giorni prima aveva «salvato» Coppi

Gino Bartali e Fausto Coppi
Gino Bartali e Fausto Coppi
Gino Bartali e Fausto Coppi
Gino Bartali e Fausto Coppi

Gino Bartali stacca tutti sulla salita delle Torricelle e vince la Trento-Verona, penultima tappa nel 1940.

Fausto Coppi, alle sue spalle, gli dà via libera. Due giorni prima, nella tappa dolomitica da Pieve di Cadore a Ortisei, Gino l’ha salvato quando era entrato in crisi. Fausto, in maglia rosa, non voleva più saperne di proseguire, era deciso a fermarsi. Bartali che gli faceva da battistrada si era fermato, aveva preso delle neve ai lati della strada e gli aveva massaggiato il volto e il collo. L’aveva stimolato, anche insultato benevolmente e Coppi si era ripreso e i due era giunti assieme a Ortisei, primo Bartali, secondo Coppi.

E’ il Giro n. 29 a rivelare al mondo uno dei più grandi campioni ognitempo ognisport. Bartali aveva adocchiato Coppi quando il piemontese si era presentato al professionismo e aveva chiesto a Eberardo Pavesi di prenderlo alla Legnano. Gino, dopo aver dovuto disertare il Giro nel 1938 per andare a vincere il Tour per «ordine» di alcuni gerarchi fascisti, e aver perso da Valetti nel 1939, era deciso a conquistare il suo terzo Giro d’Italia, ma in una delle prime tappe era caduto a causa di un cane che stava attraversando la strada e Coppi era andato in rosa nella Firenze-Modena, undicesima tappa.

 

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Bartali si era messo a disposizione e Fausto non aveva deluso. Già alla partenza del Giro, Pavesi si era sbilanciato con il direttore de La Gazzetta dello Sport, Emilio Colombo, che gli chiedeva, dubbioso, se «quello tutto pelle e ossa sarebbe destinato a diventare un grosso campione» e insinuando che «col Gino che gli sta davanti avrà le sue gatte da pelare». La risposta era stata: «Quel ragazzo mi piace perché non ha paura di nessuno e perché parla poco». Aggiungendo: «Del resto, due chiacchieroni a comandare sarebbero troppi».

Non vi sarà questo problema, perché Coppi, dopo la guerra, cambierà squadra passando alla Bianchi. Così Verona ritrova i due più grandi campioni del ciclismo italiano come avversari nel 1946, a conclusione del Giro della Rinascita, fortemente voluto dal veronese Bruno Roghi, direttore de La Gazzetta dello Sport, e da Armando Cougnet, direttore del Giro. Contro il parere degli Alleati, i due avevano portato il Giro sino a Trieste, non ancora italiana. Coppi e Bartali, e gli altri, erano stati colpiti da una sassaiola da parte di filo titini a Pieris. Di fatto, la tappa annullata, ma Roghi e Cougnet avevano mandato a Trieste 16 corridori, tra i quali Angelo Menon, atleta di Santa Lucia, terzo nella simbolica volata alle spalle dei compagni di squadra, Il triestino Giordano Cottur e Toni Bevilacqua, tutti della Wilier (acronimo di Viva l’Italia libera e redenta) Triestina. Quando il Giro arriva in città, a conclusione della prima semitappa da Trento del penultimo giorno di corsa, la paura vissuta a Pieris era ormai dimenticata. Sulle Dolomiti, Coppi aveva attaccato e staccato Bartali, ma Gino aveva conservato 47” di vantaggio.

A Verona, ormai, il Giro era suo anche se lui, a Guido Rizzetto de L’Arena, ancora non si sbilanciava e aveva indicato in Bini un gregario determinante per la sua vittoria. Dopo aver ospitato l’avvio della rivalità tra Girardengo e Binda, Verona è testimone anche degli inizi di quella, rimasta nella storia che ha infiammato e diviso gli italiani, tra Fausto e Gino. La semitappa si conclude in via Tolosetto Farinata degli Uberti, all’imbocco di piazzale Vittorio Veneto, una zona allora periferica, con qualche villetta nella campagna. Vince in volata Oreste Conte, che sarà gregario di Coppi, davanti ai fratelli Renzo e Valeriano Zanazzi, gregari di Bartali. Il pubblico si riversa subito sulla strada alla ricerca di un contatto con i corridori e la firma di un autografi. La caccia continua quando i corridori si spostano vicino a Porta San Zeno, dove allora c’era l’Enal, per qualche ora di riposo prima di raggiungere corso Porta Nuova dove il sindaco Aldo Fedeli darà il via per la seconda semitappa sino a Mantova..

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