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Tokyo 2020

Ciclismo, oro e record del mondo nell'inseguimento su pista a squadre. «Tanto lavoro ma con il sorriso»

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L'Italia oro nel ciclismo inseguimento su pista a Tokyo (foto Odd Andersen/ AFP)
L'Italia oro nel ciclismo inseguimento su pista a Tokyo (foto Odd Andersen/ AFP)
Ciclismo, Oro olimpico a Tokyo2020

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, l'Italia è medaglia d'oro nell'inseguimento a squadre maschili di ciclismo su pista. Nella finale per il primo posto il quartetto azzurro - Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon, Jonathan Milan - ha superato la Danimarca e stabilito il nuovo record del mondo.

Per l'Italia è il sesto oro a Tokyo 2020. Oro olimpico con record del mondo per il quartetto azzurro dell'inseguimento del ciclismo su pista. Gli azzurri hanno battuto la Danimarca con il tempo di 3'42''032, migliorando il primato stabilito ieri, 3'42''307, e superando la Danimarca di soli 166 millesimi.

 

Come nel torneo di pallavolo maschile, anche in quello femminile l'Italia è stata eliminata nei quarti di finale delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Le azzurre sono state nettamente sconfitte dalla Serbia per tre set a zero (25-21, 25-14, 25-21 i parziali).

 

«Credevo che restasse un sogno, ci speravo ma dentro di me.. ero sempre dubbioso - sono le prime parole di Marco Villa -. Ai ragazzi non l'ho mai detto, perché non volevo instillare dubbi, ma i danesi in alcuni momenti, in questi anni, mi sono sembrati inarrivabili. Ieri è stato determinante, li abbiamo annichiliti con il nostro record del mondo. Siamo partiti consapevoli che non dovevamo lasciarli scappare, non potevamo dargli fiato per non fargli ritrovare sicurezza. Quando sono andati avanti pensavo che avrebbero spinto ancora, invece erano ancora lì e quando Pippo è passato in testa, allora ci ho creduto veramente. Il primo obiettivo era arrivare a Rio, e ci riuscimmo. Il quartetto si è formato nel corso degli anni. Sapevamo che avevamo ragazzi di valore, come Consonni che aveva fatto secondo al mondiale strada (Richmond 2015, ndr), ma era nostro impegno permettergli di sviluppare l'attività su strada così come concentrarsi sulla pista. Ci siamo riusciti, tutti insieme. L'obiettivo, qui a Tokyo, era vincere, ma già sulla carta non era facile, perché alla fine tutte le nazioni ci tengono a questa disciplina. Il primo che ho ringraziato è stato Scartezzini e l'abbraccio più lungo è stato con Elia Viviani, questo per dire che tutti hanno contributo a questo risultato che non era per nulla scontato».

Il 20enne Jonathan Milan dice: «Soddisfatto del lavoro fatto in questi mesi. E' un sogno di cui non mi sono ancora reso conto. So che abbiamo lavorato tanto, tutti insieme». Aggiunge Consonni: «Ho avuto difficoltà ad addormentarmi per l'emozione ma alla fine, partita la gara, non ho pensato ad altro. La cosa importante è divertirsi, come abbiamo fatto noi in questi anni. Abbiamo lavorato tanto, ma sempre con il sorriso». Ganna spiega: «Sapevamo di essere competitivi. Volevamo fare qualcosa di grosso e non ci siamo accontentati dell'argento. Conoscevamo i danesi, le loro caratteristiche e che nell'ultimo chilometro noi avremmo potuto recuperare. Non parlate solo delle mie tirate, perché io faccio il mio, ma i ragazzi che sono qui con me sono ancora più bravi a mettermi nelle condizioni per riuscirci. Le Olimpiadi sono l'appuntamento di riferimento anche per chi non segue lo sport tutti i giorni. Pertanto essere preso ad esempio da qualche ragazzo, che magari verrà in pista per questo è un motivo d’orgoglio». Conclude Lamon: «La partenza è un momento complicato nel quale bisogna dosare le forze per non disunire il quartetto. Nella prima, due giorni fa, penso di non aver dato il meglio, ma nei giorni successivi sono riuscito a trovare il giusto equilibrio. Certo, poi, quando siamo partiti e sono a ruota è una sofferenza, anche se la mia prova dura meno degli altri (ride, ndr)».

Anna Perlini

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