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«Zaf», ancora un giorno Ma il contratto è già pronto

Ufficialità a ore? Marco Zaffaroni pronto ad abbracciare il pianeta ChievoLuca CampedelliGiorgio De Giorgis
Ufficialità a ore? Marco Zaffaroni pronto ad abbracciare il pianeta ChievoLuca CampedelliGiorgio De Giorgis
Ufficialità a ore? Marco Zaffaroni pronto ad abbracciare il pianeta ChievoLuca CampedelliGiorgio De Giorgis
Ufficialità a ore? Marco Zaffaroni pronto ad abbracciare il pianeta ChievoLuca CampedelliGiorgio De Giorgis

Un anno di contratto, più il rinnovo automatico in caso di Serie A. Opzione nobile. Niente di opprimente, ma l’indirizzo del Chievo è parecchio chiaro. Dovrà guardare in alto Marco Zaffaroni, ieri a Verona per gli ultimi dettagli e una firma diventata poco più che una formalità. L’annuncio è slittato ad oggi ma ormai l’accordo è sigillato. Ci voleva un ultimo incontro solo per entrare del tutto nel mondo Chievo. Con passi ufficiali. Successore di Aglietti, anello di una catena di grandi nomi. Zaffaroni ha stretto tante mani, soprattutto ha ascoltato tutti. S’è guardato attorno anche. Le foto dei successi, delle grandi imprese, dei campioni del passato. Gloria remota ma incancellabile. Necessario un giro a Veronello, ormai casa sua, partendo dal suo nuovo ufficio fino a quello di Giorgio De Giorgis che dà direttamente sul campo numero uno. Dove s’è prodotto calcio di altissimo livello. Partendo da Malesani e Delmeri, fino a tutti gli altri. Ha immagazzinato tutto Zaffaroni, prima di ripartire nel tardo pomeriggio verso la sua Saronno. Carico come non mai dopo il primo tuffo nella sua nuova dimensione. Nessun paletto Ha fiducia il Chievo. Nella sua capacità di guardare dritto negli occhi l’obiettivo e spesso di centrarlo. Nessun traguardo minimale, nessun percorso secondario. La salvezza prima di tutto, com’è sempre stato evidente. Mai perdere di vista la realtà me nemmeno dimenticarsi che il Chievo vuol dire anche 17 stagioni di Serie A fra il 2001 ed il 2019. Inferiore per continuità nel lungo periodo solo alle grandi e all’Udinese dei Pozzo. La matrice è rimasta. La squadra prima di tutto, i tasselli giusti al posto giusto, la voglia di andare sempre oltre i propri limiti, mezzi sconosciuti diventati campioni. Anche del mondo. L’anima del Chievo è sempre stata umile, come il vissuto di Zaffaroni. La cultura del lavoro sarà il filo conduttore della stagione, mai mancata a Veronello e mescolata col massimo della competenza possibile. Il Chievo dovrà tornare ad essere un laboratorio, dove il prodotto arriva semigrezzo ed esce levigato fin nei suoi angoli più periferici. Varrà per i giovani, ma non solo. Con un occhio continuo alla classifica. Al desiderio di giocarsela con tutti. Punto di partenza S’è parlato di mercato anche con Zaffaroni. Per forza. Non è prestissimo per partire ma anche le altre sono rimaste parecchio ferme. Non si muove foglia, scenario perfetto per far prevalere le intuizioni più che il portafogli. Adesso deve giocare soprattutto De Giorgis. Mancano poco meno di due mesi al tirar delle somme, fino al 31 agosto. Dietro il Chievo è a posto, a parte la sinistra per la partenza di Renzetti. Per il resto non c’è che l’imbarazzo della scelta, soprattutto in mezzo. Con tasselli d’esperienza in grado di destreggiarsi in una linea a quattro, la più probabile giusto per seguire la traccia di Aglietti, ma anche a tre. Non è un problema, Zaffaroni s’adeguerà al contesto più aderente. Il Chievo dovrà irrobustire soprattutto la mediana, ormai priva di Obi e Palmiero. Preferibile un uomo d’ordine più che un faticatore, in un reparto in cui Bertagnoli e Viviani dovranno elevarsi al livello dei titolari. In attacco è tutto in divenire. Servono gol, difetto mai corretto negli ultimi anni. Uno dei grandi punti dell’estate, al di là di quel che garantisce De Luca. Tante mezze figure travestite da bomber finora, qualche rassicurazione in più ora non guasterebbe. Tanti appunti nella testa di Zaffaroni, mille input, l’adrenalina a mille. Staffetta con Marcolini La volata l’ha vinta anche con un discreto vantaggio su tutti gli altri dopo settimane di contatti e confronti. L’ha spuntata lui, dopo aver costruito un giocattolo parecchio funzionale all’Albinoleffe dov’è tornato Michele Marcolini, leggenda di Veronello che dalla panchina del Chievo c’è già passato. Zaffaroni difende e offende in tanti modi. Deciderà già a Pieve di Cadore che strada imboccare. Di sicuro la più breve. Con tanta sostanza e qualche ricamo. •.

Alessandro De Pietro

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