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Venti di guerra allo Scida Chievo, artigli e corazza

Emanuele Giaccherini, uno dei solisti d’eccellenza gialloblù Alfredo Aglietti
Emanuele Giaccherini, uno dei solisti d’eccellenza gialloblù Alfredo Aglietti
Emanuele Giaccherini, uno dei solisti d’eccellenza gialloblù Alfredo Aglietti
Emanuele Giaccherini, uno dei solisti d’eccellenza gialloblù Alfredo Aglietti

CROTONE La tensione è alta, un po’ come la temperatura. E la scommessa ardita. Ma alternative proprio non ce ne sono. Dallo Scida bisogna passare, quello è lo snodo destinato a fornire le prime, preziose risposte al mondo Chievo. Tre mesi e mezzo dopo il due a zero rifilato al Cosenza i gialloblù tornano in campo carichi di aspettative ma anche di interrogativi. E il test, sul campo della seconda squadra del campionato, non permette tenerezze, titubanze, eccessivi segnali di fragilità. Tutt’altro. Alfredo Aglietti rimette insomma in gioco se stesso e il suo gruppo consapevole che, oltre ai punti, sul tappeto c’è anche una bella dose di credibilità. E che dalla Calabria bisognerà ripartire con parecchie delle certezze raccolte a marzo, poi rimesse fatalmente in discussione dalla lunga pausa Covid. LE DIECI TAPPE. Il vantaggio, in fondo, è che ci sono soltanto dieci opportunità da sfruttare da qui all’alba del prossimo agosto, al momento di tirare le somme. Con l’auspicio, eventualmente, di poter allungare la stagione di qualche altra settimana, ai playoff promozione. Il limite è che proprio nelle dieci gare che tengono i gialloblù distanti dal traguardo - finale o parziale si vedrà - la squadra sarà tenuta a dare tutto: sul piano mentale, fisico, nervoso, temperamentale. Praticamente il massimo o giù di lì. Dimostrando di aver digerito anche i sassolini che nelle ultime settimane le si sono sistemati sullo stomaco. Dalle incomprensioni (risolte?) tra Pellissier e i vertici del club alle epurazioni (definitive?) di due senatori come Frey e Cesar. Senza contare le prime, inevitabili grane da ripartenza che, con l’innaturale nuova fase della preparazione, già oggi terranno fuori dal match pure Meggiorini, vittima di un malanno muscolare, oltre a Di Noia. Stesso dicasi per Ivan, altro assente del pacchetto di centrocampo. OBIETTIVI. Comunque si ricomincia otto tacche sotto i calabresi, quindi otto tacche lontani dalla promozione diretta. Tante, in assoluto. Non per forza troppe, però, visto che un colpo da tre darebbe una clamorosa rimescolata agli affari di vertice spalancando all’improvviso una corsia preferenziale per l’inseguimento di «Aglio» e dei suoi ragazzi. Un’ipotesi che il tecnico ovviamente non vuole scartare, pur conscio degli interrogativi e dei pericoli seminati in ordine sparso lungo il sentiero: «I ragazzi si sono allenati bene per cui sono fiducioso e sono sicuro che la prestazione da parte loro non mancherà», lo slogan scandito durante l’intervista diffusa via internet dall’ufficio stampa del club della Diga. «La squadra fisicamente sta bene, da questo punto di vista non ho grossi dubbi», l’aggiunta. «Sarà anche emozionante tornare in campo dopo tutto quello che è successo». La rincorsa insomma è rilanciata ma senza affanni, senza che l’obiettivo diventi vincolante. Sul punto Aglietti è estremamente chiaro: «Bisogna togliersi dalla testa il discorso che dobbiamo centrare la Serie A a tutti i costi», ricorda, «perché questo è un elemento che potrebbe metterci troppe pressioni addosso». Quindi l’imperativo resta quello di vivere giugno e luglio «gara per gara», cercando «sempre il massimo». Quanto ai dettagli di campo, «contro il loro palleggio e le loro verticalizzazioni improvvise noi potremo colpirli con la nostra qualità puntando i tre difensori centrali. L’aggressione alta? Sì, ci abbiamo lavorato ancora. Quello che non so è per quanto tempo riusciremo a farlo nel modo migliore». Perché «bisognerà gestire bene il dispendio fisico, le energie», al di là della possibilità di ricorrere alle cinque sostituzioni, rispetto alle quali Aglietti si dichiara «molto favorevole». Spazio al tridente dunque, avanti con Vignato-Djordjevic-Giaccherini: gambe e cuore che si ricomincia. •

Francesco Arioli

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