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«Valjent farà strada, sembra Desailly»

Martin Valjent, 21 anni, proprietà Chievo, gioca nella Ternana
Martin Valjent, 21 anni, proprietà Chievo, gioca nella Ternana
Martin Valjent, 21 anni, proprietà Chievo, gioca nella Ternana
Martin Valjent, 21 anni, proprietà Chievo, gioca nella Ternana

Solido, eclettico, affidabile. Martin Valjent a 21 anni ha già 107 partite di Serie B alle spalle. Veterano della Ternana, da difensore centrale ma anche da mediano. Il Chievo l'ha preso per l'immediato futuro, magari a Veronello già a giugno. L'ultimo Europeo con l'Under 21, giocato da protagonista assoluto con la maglia della Slovacchia, ha detto che Valjent ha i mezzi per fare strada. Diviso fra due ruoli, da tempo con tanti occhi addosso. Anche dall'estero. «Nonostante sia un giovane Valjent è già un ragazzo maturo, con tanta voglia di applicarsi ed il carattere fermo che serve ai giocatori della sua età per non accontentarsi», racconta Roberto Breda, la passata stagione tecnico dell'Entella, quello che dopo Tesser ha allenato di più Valjent alla Ternana. Il Chievo ha ragionato in prospettiva. Con Gaudino, con Stepinski, con Jaroszynski, con Garritano. Valjent a nemmeno 19 anni era con l'Under 21, in panchina contro l'Italia di Belotti, Bernardeschi, Berardi e Rugani nel preliminare di andata per gli Europei nel 2014, titolare per la prima volta con tanto di gol al debutto contro la Norvegia l’anno dopo. Soprattutto uno dei più bravi all'ultimo Europeo, in cui Valjent ha battuto i padroni di casa della Polonia di Stepinski e Jaroszynski ma soprattutto impressionato molti osservatori per come ha saputo tenere il campo, in difesa punto fermo insieme all’interista Skriniar. Ha tenuto aperte tante strade Valjent.

Con la sua nazionale impiegato da terzino, con la Ternana da centrale ma anche da metodista. «A me piaceva di più schierarlo a metà campo», il ritratto di Breda, «lui ha nel suo bagaglio il gioco corto che serve per far girare l'azione e il fisico giusto per fare da schermo davanti alla difesa. Alla sua età non sono in tanti ad avere tutto questo vissuto alle spalle, un punto in più a suo favore». Il punto di domanda è nella capacità di trasferirsi in Serie A senza troppi scompensi, salto sulla carta non impossibile considerato il suo bel curriculum e la capacità di andare in più posizioni anche con parecchia naturalezza. Perfetto da incastrare nelle nuove rose, bloccate spesso a 21 giocatori al di là dei giovani, in cui è necessario imbottirsi di gente versatile. Proprio come lui. «Valjent per me ha grandissimi margini di crescita, anche se prima o poi dovrà specializzarsi senza restare in sospeso fra un ruolo e l’altro. Ad un certo punto si dovrà decidere che strada fargli percorrere.

Per la sua duttilità, anche se con tutte le proporzioni del caso, mi ricorda il Desailly del Milan. Bravo dietro, autoritario anche più avanti. La Serie A gli servirà per alzare l’asticella, dopo tanti anni di Serie B deve confrontarsi con giocatori forti che certamente gli imporranno un salto di qualità che Valjent può tranquillamente fare. Le doti non gli mancano, la durezza mentale nemmeno». A.D.P.

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