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Un gol su tre dagli specialisti Chievo, davanti serve di più

Filip Djordjevic FOTOEXPRESSFrancesco Margiotta
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Filip Djordjevic FOTOEXPRESSFrancesco Margiotta

Per far strada in B non è indispensabile avere grandi attaccanti ma averli aiuta parecchio. Infinite le vie del gol, anche quelle del Chievo che dalle proprie punte però ha avuto un rendimento, numeri alla mano, migliore solo di quattro squadre. Tre delle quali di zona altissima. Come il Cittadella, primo da solo vincendo le due partite che deve ancora giocare, come la Spal che ha ricevuto poco da Paloschi, quasi nulla da Di Francesco e zero da Floccari. Caso a parte il Monza, col contributo insufficiente degli attesissimi Maric e Gytkjaer ma con l’innesto di Balotelli che presto farà lievitare la percentuale ed un top player come Boateng, usato per lo più come jolly offensivo e non proprio da classico terminale ma comunque capocannoniere con quattro reti, proprio come l’estroso Mota Carvalho. Fuori concorso il Monza, anche per tutto quel ha incamerato dai vari Frattesi, Barillà, Bettella, Carlos Augusto e Sampirisi. Undici gol in cinque fra mediani e difensori. Non male davvero. Mesi non facili per molti bomber, non solo quelli del Chievo. A quota 3 Djordjevic, idem Margiotta aggiunto al pacchetto a mercato chiuso. Anche tanti altri però, tanti col curriculum di prima fascia, stanno stentando. Dal bresciano Donnarumma, frenato però da un infortunio, a Pettinari che a Lecce non ne ha ancora segnato uno dopo i 17 collezionati a Trapani. ESEMPI IN SERIE. Poi però c’è l’altra corrente, capeggiata dall’Empoli primo anche per i 14 gol della coppia Mancuso-La Mantia più varie gocce assicurate dai quattro di Moreo e dai due di Matos e Olivieri. Delle prime quattro di questa speciale classifica tre oggi sono in zona playoff, compreso il Venezia trainato da Forte ed il Frosinone che ha dovuto fare i conti con i deludenti Ciano e Dionisi ma ha trovato i guizzi di Novakovich e Parzyszek. Aggrappato a Diaw invece il Pordenone, dipendente ora dall’ex del Cittadella. Investimento azzeccatissimo. Che gli attaccanti non siano la soluzione a tutti i mali lo dimostra anche il Lecce che ha l’unico della B in doppia cifra (Coda) senza aver avuto granché da Stepinski, fermo a quota quattro uno dei quali proprio al Chievo. Difficile però accettare che Bajic, prestito dell’Udinese all’Ascoli, abbia lo stesso fatturato dei due primi realizzatori di Aglietti. Come Mazzocchi della Reggiana, alla prima esperienza in cadetteria. Giusto per aumentare i rimpianti. ALTRI VALORI. Quasi beffardo che Meggiorini, a lungo anima del Chievo, stia facendo faville a Vicenza proprio come Ceter, diventato salvagente provvidenziale del Pescara che comunque versa in bruttissime acque. Dieci centri in due, tanta roba per chi deve soprattutto pensare a salvarsi. La Serie B è anche però di trequartisti e centrocampisti. Vedi i vari Gargiulo del Cittadella e il solito Marco Mancosu a Lecce, tutti e due a sei, ma anche quelli a cinque fra il pisano Gucher e l’ascolano Sabiri senza tralasciare i quattro del veneziano Aramu comunque impiegato spesso in attacco. Valori aggiunti che il Chievo ha avuto dalle quattro firme di Garritano, miglior realizzatore di Aglietti ma a bocca asciutta ormai da sei partite. L’addizione è in ogni caso notevolissima, più di quelle degli attaccanti considerato che Fabbro è fermo alla rete al Pordenone e De Luca ha timbrato il cartellino solo in Coppa Italia col Catanzaro. Troppo poco per guardare verso l’alto. C’è il mercato come soluzione, ma di gol adesso tutti hanno bisogno. Non solo Aglietti. COME LE ULTIME. Meglio del Chievo anche la Virtus Entella, coi quattro di Matteo Mancosu e i tre di Beppe De Luca. Vero che le ultime spesso non possono che affidarsi ad un paio di buoni attaccanti e non molto di più, vero pure che però chi sta di più nella metà campo avversaria ai suoi avanti consegna molte più occasioni. Proprio come capita spesso al Chievo, inceppatosi col Venezia ma per il resto una macchina nel produrre gioco di alta qualità. Dati alla mano Djordjevic e Margiotta hanno fatto meglio solo degli avanti della Reggina, per di più a lungo senza Menez, e del Cosenza di gran lunga il peggior attacco della Serie B con appena undici gol. Il margine di miglioramento è tutto lì. Nell’orchestra di Aglietti tutti sanno cosa fare. Ognuno al suo posto col proprio spartito. Gli applausi si sprecano ma quelli ormai non bastano più. •

Alessandro De Pietro

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