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«Un Chievo di veri guerrieri. Campedelli col fuoco dentro»

Sergio Pellissier e Andrea Mantovani. Momento di festa che arriva dal passato FOTOEXPRESSAndrea Mantovani in maglia biancorossa
Sergio Pellissier e Andrea Mantovani. Momento di festa che arriva dal passato FOTOEXPRESSAndrea Mantovani in maglia biancorossa
Sergio Pellissier e Andrea Mantovani. Momento di festa che arriva dal passato FOTOEXPRESSAndrea Mantovani in maglia biancorossa
Sergio Pellissier e Andrea Mantovani. Momento di festa che arriva dal passato FOTOEXPRESSAndrea Mantovani in maglia biancorossa

Il derby con il Vicenza? Una sola vittoria per il Chievo tra i cadetti. Datata 17 maggio 2008. Più che significativa però. Perché quei tre punti, arrivati alla quarantesima giornata di un caldissimo torneo, permisero all’Invencible Armada di Beppe Iachini di andare a strappare sette giorni dopo il punto promozione a Grosseto. Di nuovo in A, dopo il Purgatorio cadetto, durato lo spazio di un anno. Andrea Mantovani, lei c’era quel giorno. Tra l’altro è anche doppio ex della partita «Una partita dominata da noi. Una vittoria chiave, che a fine gara, nello spogliatoio, ci fece realizzare che a Grosseto sarebbe bastato un punto per tornare in A. Calò la tensione alla fine di un viaggio esaltante e lunghissimo». Nessuno mai come quel Chievo di Beppe Iachini? «Un Chievo di veri guerrieri. Lo dicono anche i punti. Più di noi, solo Juventus e Palermo. Quel Chievo era devastante, pieno di talento ed energia. Dominammo la stagione, anche se non mancarono le difficoltà. Bologna e Lecce furono antagoniste all’altezza». Voi avevate Iachini... «Il mister è la fame, la fame vera. Te la mette addosso e non te la togli più. Resta la straordinarietà di quella stagione. Pure il ricordo bellissimo di una promozione che vale sempre la pena rispolverare». Il Chievo di oggi? «Stretto attorno ad Aglietti. Pure loro hanno un allenatore all’altezza. Un riferimento per tutti». Meno dominante, ma comunque in corsa per provare a riprendersi la serie A. Non trova? «Certo. Monza ed Empoli hanno qualcosa in più. Ma il Chievo di Aglietti ha forza, organizzazione, giocatori di qualità. E il club ha avuto pure il coraggio di puntare su giovani scommesse da vincere. Sono in corsa, e ci resteranno fino alla fine». Il derby con il Vicenza? «Bella storia, perché arriva in un momento in cui le due squadre hanno rialzato la testa. Il Vicenza si è preso tre punti pesanti con la Cremonese. Il Chievo, dopo tre ko di fila, si è rifatto alla grande contro il Pordenone. Si crea così la condizione ideale per poter assistere ad una gara piacevole, tra due contendenti in fiducia. Alla fine, potrebbe rivelarsi una partita chiave per la stagione di entrambe le squadre». Di Aglietti ha già detto. Sulla panchina del Vicenza, però, c’è Mimmo Di Carlo. Non uno qualunque per la storia del Chievo. «Eccome. Chievo per Mimmo è seconda casa, una famiglia. Pure lui tecnico di grande temperamento. Allenatori così riescono a farti dare sempre tutti. E il Vicenza si specchia nel suo allenatore». Chi mettiamo in copertina? «Garritano e Meggiorini. Da Luca mi aspetto ancora reti pesanti e giocate decisive. Ha dimostrato di essere trascinatore. Sono convinto che uscirà al momento giusto. Meggiorini, invece, sta vivendo il suo personalissimo stato di grazia. Ha colpi unici. E può sorprendere in qualsiasi momento». Solo loro? «No, Luca Rigoni è un ex Chievo che in categoria rappresenta una garanzia. E a me piace molto anche Ciciretti. Giocatore imprevedibile, dotato di colpi improvvisi». Riassunto del suo Chievo? «Luca Campedelli. Il presidente ha sempre saputo nascondere bene le sue emozioni». Anche a lei? «Campedelli ha il fuoco dentro, una voglia infinita di vincere. Che sa mascherare molto bene, mantenendo sempre un grande equilibrio. Ma lui è tra i segreti di questo Chievo. Dal nulla ha creato il tutto. Questo è stato il suo grande merito. Campedelli non è uno che ama mostrare in pubblico le proprie emozioni. Il Chievo, di sicuro, ne ha regalate tante». •

Simone Antolini

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