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TurboCeo

Il Chievo è fiorito, la stagione si colora di rosa, il popolo della Diga può iniziare a fregarsi le mani. Luca Garritano cava dal repertorio il solito colpo ad effetto - naturalmente decisivo - e Alfredo Aglietti chiude in tre giorni un’altra pratica vincente, sistemando per le feste il Brescia dopo aver regolato la Reggiana. Occhio al dettaglio: sabato il nemico era rappresentato da una squadra in grande salute, nutrita dall’entusiasmo e dalla qualità del suo gioco, splendidamente spregiudicato. Ieri, al Bentegodi, si trattava invece di ridurre ai minimi termini la corazzata lombarda, appena scesa dalla Serie A con dichiarate, motivate ambizioni di immediata risalita. Rilanciata oltretutto dal 3-0 rifilato di fresco al Lecce. Non esattamente l’ultima della fila. Il Chievo ha snobbato il curriculum e ignorato il precedente, tarpando il volo delle «rondinelle» con un’altra riuscitissima performance d’assieme. Costruita sull’intensità, sulla compattezza, sulla solidità dei suoi difensori e sulle accelerazioni dei suoi brevilinei d’assalto. Come accennato in premessa, il palcoscenico se l’è preso per l’ennesima volta Garritano, con un diagonale a rientrare di rara bellezza e precisione. Ma il quarto turno del campionato gialloblù passerà a modo suo alla storia anche per la magistrale interpretazione di Luca Palmiero, regista dalle proprietà tecniche indiscutibili e dalla straordinaria sensibilità tattica. Sia in fase di costruzione che nei compiti di rottura della manovra altrui. Bravo, bravissimo. Anzi perfetto per la mediana ad architettura variabile di Aglietti, che sa come spostare le pedine traendone comunque più che sufficiente beneficio. Altro dato da non sottovalutare: il Chievo anche ieri, come da indiscussa tradizione, ha trovato il modo di sprecare le occasioni - non moltissime stavolta - che avrebbero potuto garantirgli un seguito di partita meno inquieto. Ma, soprattutto, e in compenso, ha saputo contrastare in maniera assolutamente funzionale la potenza di fuoco degli ospiti, clamorosamente e ripetutamente inespressa. Tanto che Adrian Semper si è dovuto limitare a qualche intervento di ordinaria amministrazione per conservare l’imbattibilità. Ed è la seconda volta consecutiva che capita, la terza in quattro partite che i gialloblù si godono il «clean sheet». Un caso? Improbabile. Come finirà la lunga marcia per la promozione, naturalmente, nessuno può saperlo. La percezione, però, è che la strada maestra sia stata felicemente imboccata e che, da qui ai prossimi mesi, le parentesi festose non resteranno episodiche. O che, comunque, per conquistare il traguardo bisognerà confrontarsi anche con quelli della Diga. A cominciare da sabato e dalla visita al Monza berlusconiano. L’appetito, si direbbe, vien gustando. •

Francesco Arioli

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