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«Siamo ancora arrabbiati Al Menti per prenderci tutto»

Maxime Leverbe, 23 anni, è alla sua seconda stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESS
Maxime Leverbe, 23 anni, è alla sua seconda stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESS
Maxime Leverbe, 23 anni, è alla sua seconda stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESS
Maxime Leverbe, 23 anni, è alla sua seconda stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESS

Più sicuro, più solido, più attento. Un po’ più pronto, certo più maturo. Se Maxime Leverbe sarà... famosissimo è ancora difficile stabilirlo. Che si sia però già ritagliato uno spazio tra quelli in attesa di consacrazione è assodato. Basti pensare alle lusinghe di mercato estive e alle ipotesi di passaggio in A solo momentaneamente accantonate. Nell’auspicio che magari in A ci arrivi proprio col Chievo, di cui è stato quasi sempre titolare da settembre ad oggi. E nel quale, nelle ultime settimane, ha costruito una robusta cerniera con il connazionale Guillaume Gigliotti. Un’affidabilissima Maginot in salsa gialloblù che ha reso la difesa quasi insuperabile e contribuito alla eccellente classifica. Col neo di quel raid di sabato a Lignano di Sebastian Musiolik, il polacco del Pordenone che ha tolto ai gialloblù due punti che parevano già dentro la borsa da viaggio: «Rimane il rammarico del gol preso ma sappiamo benissimo di essere in una buona forma», racconta lui da Veronello, tra una seduta di allenamento e l’altra. «Questo è un gruppo che sta bene insieme, che sta lavorando bene e i risultati escono. Dài, direi che giochiamo anche un calcio ottimo per la categoria. E puntiamo in su. Dopo di che rimane il fastidio di sabato per una partita quasi vinta. Abbiamo perso un attimo l’attenzione e ci abbiamo lasciato anche due punti». Cosa significa quel “puntiamo in su”? Perché pare che al Chievo oggi prevalga ancora la cautela a proposito degli obiettivi di stagione... «Significa che puntiamo alla parte alta della classifica. Noi giochiamo una partita dopo l’altra, sempre per vincerle. Dopo di che se arriviamo primi benissimo, se arriviamo terzi benissimo. Nel senso che giochiamo semplicemente per arrivare il più in alto che si può». Al di là degli obiettivi di squadra quali sono quelli personali, da qui a fine annata? «Io voglio solo aiutare la squadra, in partita o in allenamento, dando il massimo. Vorrei giocare più partite possibili. E giocarle bene, al massimo. Finendo la stagione in crescita». Sotto quali aspetti pensa che Aglietti l’abbia migliorata? «Lui mi raccomanda sempre di stare concentrato fino alla fine o, come dice lui, fino alla doccia... E poi mi ha insegnato ad essere più veloce senza cercare soluzioni complicate. Quindi ad essere il più completo possibile giocando velocemente. E pulito». Nel suo ruolo tanti candidati per due maglie. E ora spopola l’asse tutto francese. Che tipo di intesa c’è con Gigliotti? «Io mi trovo benissimo con lui come mi trovo benissimo con Rigione e mi sono trovato benissimo con Vaisanen. Sicuramente la concorrenza è sana anche perché diamo il massimo in allenamento. Parliamo tantissimo sul campo, ci aiutiamo. I due francesi? Sono contento ma questo non cambia granché». Quali sono le favorite di Leverbe per la promozione? «Ci siamo noi, c’è l’Empoli. E secondo me ci sono il Venezia e la Spal». Qual è il rapporto di Leverbe con Verona? Quali sono i suoi posti preferiti? «A me, ai miei genitori e alla mia fidanzata, quando mi vengono a trovare, piace andare in giro attorno al lago, anche in bici. Ma abito a dieci minuti dal centro per cui mi piace tanto anche bermi un caffè all’aperto in piazza Erbe, stando al sole». E il rapporto tra Leverbe e il presidente Campedelli? «I nostri rapporti sono buoni. Mi incoraggia sempre prima di ogni partita. Penso che sia anche contento di quello che sto facendo. Non parla tantissimo? Vero, ma direi che andiamo lo stesso molto d’accordo». Qual il suo modello di sportivo ideale? E quale il modello di calciatore in assoluto? «A livello di professionismo i miei modelli sono Cristiano Ronaldo e Lebron James. Hanno 36 anni ma restano al top. Significa che fanno una vita d’atleta perfetta». E un esempio nel suo ruolo? «Non c’è un centrale a cui mi posso ispirare fino in fondo. Non mi sento come gli altri. Come cattiveria direi Sergio Ramos, a livello tecnico direi Busquets o Pjanic. Anche per la calma con la quale giocano al calcio». Si sente anche un po’ centrocampista... «Già fatto, nelle giovanili...». A proposito di CR7, tra qualche mese potrebbe essere avversario. Un sogno? «Sicuramente è un sogno. Speriamo anche che lui stesso non lasci la Serie A». Dieci giorni alla ripresa del campionato: sensazioni? Attese particolari? «A noi resta l’incazzatura per il pareggio di sabato, proveremo a metterla dentro la gara di Vicenza. Chiaro che si va per vincere, come facciamo sempre. Ripeto: il gruppo è sano e il morale ancora alto. Ci alleniamo col sorriso ma in partita andiamo con gli occhi cattivi. E andiamo là per portare a casa il massimo». Non l’ha mandato già un avvertimento a Meggiorini? «Mannò, lui sta girando in bici... (risata). A parte le battute: anche per lui sarà una partita importante. Sì, mi aspetto un bel duello».

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