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Sempre più in alto, sempre più difficile Chievo, non ti fermare

Aglietti non molla la presa
Aglietti non molla la presa
Aglietti non molla la presa
Aglietti non molla la presa

Settima: non prenderle. E, se possibile, continuare a tenere le marce alte per difendere il primato e provare pure a scavare un piccolo solco col resto del mondo. Il Chievo ci riprova, ben sapendo che rivincere è mediamente più difficile che vincere. Che confermarsi diventa spesso più complicato che sorprendere. Che conservare una posizione di privilegio, come l’attuale leadership in classifica, espone ad attacchi ancora più feroci da parte della concorrenza. È il bello della sfida, più ancora di questa sfida che oggi, al «Bruno Teghil» di Lignano Sabbiadoro, attuale stadio del Pordenone. Sfida che metterà di fronte i gialloblù di Alfredo Aglietti ai neroverdi di Attilio Tesser. L’occasione, appunto, la settima giornata di Serie B. A Veronello, ufficialmente, non se ne parla. Eppure, tra i risvolti della presentazione, ci starebbe anche una riflessione sulla corsa al record di vittorie consecutive che vede ormai i gialloblù a due tacche dal traguardo. SQUADRA SVELTA. Aglietti, da copione, preferisce reclamare le riconosciute virtù del gruppo. Di testa, di gambe, di cuore: «Abbiamo vissuto una settimana di scarico», racconta all’ufficio stampa della società, «anche perché avevamo sempre spinto tanto. Ho cercato, anche in vista della sosta, di avere una squadra più pimpante, sveglia, fresca. Mi aspetto una gara ad alta intensità per cui dovremo essere bravi sulle seconde palle, sui rimbalzi, su tutte le situazioni in cui servirà essere rapidi». Con i soliti noti, visto che mancheranno sempre Obi, Di Noia e Bertagnoli a metà oltre a Vaisanen dietro. Ma con un Viviani in più (esaurita la squalifica) da sistemare a metà e il consueto ballottaggio a destra tra Ciciretti e Canotto. «Mi auguro che i miei avranno la stessa intensità e la stessa cattiveria delle partite precedenti altrimenti faremmo fatica», spiega il tecnico. Che scansa i complimenti collezionati nelle ultime settimane: «Ai miei chiedo di tenere alta la concentrazione, che non è sempre scontata. Vincere ti porta entusiasmo e autostima, noi però non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia». Di più: «Il livello che abbiamo raggiunto ce lo dobbiamo guadagnare sempre, settimana per settimana, e non dobbiamo abbassarlo. Le vittorie o le sconfitte dipendono anche dagli episodi o da situazioni che non possiamo controllare. Quindi, per quello che invece possiamo controllare, non possiamo permetterci di sbagliare niente». LAVORO E SACRIFICIO. Quanto alla striscia fortunata, «siamo in un momento positivo ma non dobbiamo pensare alle quattro vittorie consecutive: conosco bene la categoria e so che le cose possono cambiare in fretta». Aglietti non nasconde la stima per gli avversari, sia per la società («club serissimo e il colpo Diaw conferma che sono anche ambiziosi») che per il collega Tesser («penso che io e Attilio siamo gli allenatori più esperti della categoria, ci conosciamo bene ma in campo poi vanno i giocatori»). Poi spende l’ultimo richiamo prima che i suoi ragazzi affrontino l’agone: «Non siamo diventati chissà che cosa solo perché abbiamo vinto quattro gare di fila: le cose si conquistano anche col lavoro, col sacrificio, con l’umiltà e con lo spirito che abbiamo avuto», ribadisce, «e questi dobbiamo assolutamente mantenere». •

Francesco Arioli

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