<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La ripartenza dalla serie D

Sboarina si muove, la Figc anche: il Chievo rinasce? Servono soldi e il tempo stringe

.
Il sindaco Sboarina e Gabriele Gravina
Il sindaco Sboarina e Gabriele Gravina
Il sindaco Sboarina e Gabriele Gravina
Il sindaco Sboarina e Gabriele Gravina

Il primo passo è stato fatto. Verona ha chiesto alla Figc di far ripartire il Chievo dalla più alta categoria dei dilettanti, la Serie D, il punto più alto per riallacciare i fili con quello passato ormai scomparso. Senza giocatori, senza più l’affiliazione alla Federcalcio dopo la mancata iscrizione alla B. Prima una richiesta di base del sindaco tramite posta elettronica, quindi il colloquio fra Federico Sboarina e il presidente federale Gabriele Gravina. La base c’è, anche se Verona con Hellas e Virtus è già rappresentata nel calcio professionistico. Per il Chievo verrebbe però fatto uno strappo alla regola, concesso visti i 35 anni di fila fra C2, c1, Serie B e Serie A. L’articolo chiave delle Noif è il 52, per il quale «in caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B e di Divisione Unica-Lega Pro il presidente federale, d’intesa con il presidente della Lnd, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un campionato della Lnd, anche in soprannumero, purché la stessa società adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l’iscrizione al Campionato.

Qualora fosse consentita la partecipazione al Campionato Interregionale o al Campionato regionale di Eccellenza, la società dovrà versare un contributo alla Figc nel primo caso non inferiore ad euro 150.000 e nel secondo caso non inferiore ad euro 50.000. È facoltà del presidente, d’intesa con i vicepresidenti della Figc, con il presidente della Lega Dilettanti e con i presidenti delle componenti tecniche stabilire un contributo superiore al predetto minimo». Per il Chievo la cifra s’aggirerebbe attorno al mezzo milione.

Prima che la società possa cominciare a formarsi, con una struttura tutta nuova e senza naturalmente Luca Campedelli, serve però una manifestazione di interesse che confermi la volontà comune a ricreare il terreno per ridare al nuovo Chievo la possibilità di assicurare una sorta di continuità sulla traccia del vecchio. «Massimo appoggio da parte di tutta l’amministrazione, con l’augurio che il Chievo nella sua nuova veste possa tornare nel giro di qualche anno ai livelli che ha toccato per tanto tempo», ha ribadito Filippo Rando, assessore allo sport del Comune di Verona. Immediato il contatto con la Figc, come da prassi, per il doveroso calcio di inizio di una storia tutta nuova ma con l’intenzione di legarsi al passato del Chievo ora scomparso dal calcio dopo le bocciature della Figc, del Coni, del Tar e del Consiglio di Stato. L’eredità è pesante ma anche stimolante, i tempi brevi perché la Serie D non può aspettare ancora molto, la dirigenza tutta in divenire insieme ai soldi necessari per un campionato d’alto livello e quelli per la Figc. Viva l’ipotesi del traino delle vecchie leggende, con Sergio Pellissier a guidare il gruppo. Ma non c’è più un attimo da perdere. 

Francesco Arioli

Suggerimenti