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«Sarà Chievo competitivo Da evitare i salti nel buio»

Luca Campedelli una vita per il Chievo FOTOEXPRESSVincenzo PanepintoLando BascheraIvano FagnaniEnzo GrandisGiovanni ChieppeNicola Di CiommaEmiliano MartinelliSofia Vantini
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Pochi voli, tanto pragmatismo. Consapevole la gente del Chievo di quel che sarà la prossima stagione. La società è stata chiara coi tifosi nell’incontro del Bottagisio coi rappresentanti dei vari Calcio Club in cui il direttore generale Corrado Di Taranto ha messo tutte le carte sul tavolo. Fra aspettative e limiti impossibili da oltrepassare. Messaggi chiari, in gran parte condivisi dai tifosi. «Mi è dispiaciuto sia andato via Aglietti, ma giusto così se le esigenze del Chievo ora sono altre. Questo è il momento di guardare in faccia la realtà. Mi auguro», la speranza di Ivano Fagnani, presidente del Coordinamento Amici del Chievo, «non si faccia un salto nel buio e che il nuovo allenatore dia precise garanzie. Sarà un’annata di transizione, dovremo fare di necessità virtù. Chiaro che avrei preferito iniziare con aspettative diverse ma alla fine credo che il Chievo sarà comunque competitivo anche se non per i livelli più alti. L’unico mio desiderio è che vengano preferiti ragazzi di proprietà rispetto a prestiti». Questione di equilibrio Tanto realismo, in ogni angolo. «Ci vuole equilibrio. Non serve farsi illusioni, ma sarebbe inutile anche demoralizzarsi. Aspettiamo intanto il nuovo mister. Non ho preferenze», sottolinea Vincenzo Panepinto, vicepresidente del Coordinamento e consigliere del calcio club Iz-Iz Alè Ceo di Bussolengo, «ne vorrei solo uno che sappia trasmettere tanta grinta. Sappiamo di dover ripartire quasi daccapo, siamo consci che il prossimo Chievo sarà formato dai giocatori che riusciremo a trattenere e dai migliori della Primavera. Vorrei solo che il mercato non diventasse però una campagna vendite ma ci fosse spazio anche per entrate di valore. Non pretendo che si spendano tanti soldi, si investa il giusto ma con logica». Dispiacere e... fiducia La strada è tracciata. «C’è delusione per non essere tornati in Serie A, francamente io ci credevo. Resto comunque fiducioso», il punto di Giovanni Chieppe, presidente del club di Buttapietra, «pur con qualche perplessità. Sarà un periodo di transizione, magari però diventerà la molla per tornare a puntare su ragazzi giovani e poi venderli garantendoci la giusta valorizzazione. Disposti a soffrire, a patto di raccogliere magari fra due stagioni i frutti di quanto la dirigenza saprà seminare». Ci sono domande ancora senza risposte. «Da super tifosa», premette Sofia Vantini, presidente del calcio club “La Pantalona”, «cerco sempre di vedere tutto rosa. Ora più che mai vorrei però intravedere che futuro ci aspetta. L’allenatore che ancora non c’è, le voci sulla società e l’uscita di scena di Pellissier minano alcune certezze. Nonostante tutto voglio credere che il nostro presidente agirà ancora una volta solo per il bene del Chievo». Gli errori Facile tornare indietro con la memoria. «A livello societario in passato s’è sbagliato qualcosa», il quadro di Enzo Grandis, storico tesserato de “La Pantalona”, «il Chievo credo stia pagando il ruolo di guastafeste che ha recitato per tanti anni. Una specie di scontro col Palazzo che poi ha generato arbitraggi pilotati, torti vari più il processo sulle plusvalenze che in fondo è quel che fan molte società. Il Chievo ha rotto tanti ingranaggi ai vertici, basti pensare alla forza con cui è stato respinto quand’era in testa alla classifica. Basti tornare all’arbitraggio di Cesari a San Siro col Milan. Vorrei capire ora quanto siano consistenti queste cordate che pare si siano avvicinate al Chievo». Nostalgia canaglia Le luci s’accendono al vertice della piramide. «Anche Campedelli ha le sue colpe. Ad un certo punto», il parere di Landino Baschera, presidente del calcio club di Pozzolengo e Sirmione, «s’è attorniato di persone che col Chievo avevano poco a che fare. Mi viene un po’ di nostalgia ripensando ai tempi in cui c’era Giovanni Sartori, anche vedendo quel che fa all’Atalanta. Ma bisogna farsene una ragione e andare avanti. Mi sa che ci eravamo abituati troppo bene». I cicli Guardarsi intorno rende la pillola più dolce. «Il calcio è fatto di cicli vincenti e altri meno. Succede anche alle big. Il ridimensionamento», la fotografia di Emiliano Martinelli, del club Iz-Iz Alè Ceo, «è opportuno, vista la crisi che ha colpito un po’ tutti e non solo il Chievo. Qualche dubbio viene per quelle che sono state le scelte degli ultimi anni, qualche profilo di sicuro non l’abbiamo azzeccato. Ma al tirar delle somme il cambio di aspettative è giustificabile». Sole all’orizzonte, ma anche nubi nell’immediato. «La vedo dura», il quadro di Nicola Di Ciomma, storica colonna del club “La Pantalona”, «se Campedelli non trova qualcuno a cui vendere almeno una parte delle quote societarie. Qualcuno s’è fatto avanti, non sarà una cosa breve ma avere delle risorse supplementari sarebbe molto importante».•.

Alessandro De Pietro

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