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Quei giovani leoni

Lo stacco prepotente di Manuel De Luca, l’intuito e la freddezza di Massimo Bertagnoli. E poi l’esemplare compattezza del gruppo, tosto e ispirato. Tutti per uno e uno per tutti dove quell’uno ha il dinamismo, lo spirito, la meravigliosa voglia di vincere del Chievo di Alfredo Aglietti, che indovina l’acuto nel momento più importante, mette a tacere il Cittadella quarto in classifica e gli si appiccica alle costole, appena un punto sotto. Il recupero del quindicesimo turno - per i gialloblù anche l’ultima sfida del girone d’andata - finisce nella maniera dolcissima che proprio Aglietti aveva vagheggiato alla vigilia. E non può che alimentare i sogni di grandezza dei tifosi più accaniti e di un ambiente che, finora sottotraccia (o quasi), si coccola la splendida prospettiva del ritorno in Serie A. Obiettivo complicatissimo, si fa senza sottolinearlo, ma non così inarrivabile per quanto il Chievo ha dimostrato di possedere lungo il percorso. Virtù ribadite anche ieri contro un avversario attrezzato e fastidioso. Nonché mai davvero ridotto ai minimi termini, capace di restituire vita a una partita che a un certo punto pareva defunta e sepolta, aggressivo e risoluto finché l’arbitro non ha fischiato tre volte. Raccontata in altri termini, il Chievo ha saputo ieri dominare tante partite in una. Quella iniziale, incerta anche in mancanza di chiare opportunità da gol. Quella a cavallo dell’intervallo, caratterizzata prima dal vantaggio gialloblù e poi dal determinato tentativo di risalita del Cittadella. Infine - dopo il bis di Bertagnoli e il raid improvviso di Pavan - la fase ultima della trincea e delle ripartenze, dello scontro e delle avventure a cento all’ora, buone per alleggerire il pressing granata e accelerare per quanto possibile il lavoro del cronometro. Fino all’urlo collettivo del tripudio. Con la soddisfazione di aver raccolto tre punti di significato enorme. Aglietti e i suoi ragazzi hanno pochi giorni per godersi l’acuto - visto che domenica si torna in campo - però il tempo per alcune sottolineature non manca di certo. A cominciare dalle note sulla prova dei giovani leoni gialloblù, perfettamente stemperata e magistralmente miscelata alla solidità e al mestiere dei veterani. De Luca, che sembra essersi ormai stabilmente conquistato la prima fila - anche al di là della contusione che nella rifinitura aveva tolto dai giochi Djordjevic - è tra tutti uno dei simboli del Chievo che vince e che verrà. Investimento tecnico che dà già frutti gustosissimi e che - magari - creerà qualche ragionevole dubbio a proposito delle strategie di mercato e dell’opportunità, nei prossimi giorni, di arricchire la batteria con un altro attaccante. Se son forti, insomma... fioriranno. Linea tracciata e Pescara alle porte: guai smarrire il filo proprio adesso. •

Francesco Arioli

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