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«Pelo» non segna Ma c’è l’annuncio «Sarà presidente»

Prima notizia: Pellissier non fa gol. Seconda: potrebbe essere lui il futuro presidente del Chievo. Decidetene voi l’ordine di importanza nel giorno dell’addio del capitano al prato del suo Bentegodi. Al suo spogliatoio. Alla sua curva. Alla sua gente. Niente più numero 31 sulle spalle di chi magari ne erediterà il ruolo, niente più urla leonine dopo uno dei 139 centri con la casacca della Diga. Tanto lascia ma almeno altrettanto mancherà. E tutto è destinato a fare storia in questa domenica 19 maggio 2019, abbondante di acqua - quella scaricata dal cielo senza pause - e di suggestioni. Un po’ di storia la farà pure il risultato, al termine dei 90’ di un Chievo-Sampdoria del tutto inutile ai fini della classifica. Col Chievo da tempo in B e gli ospiti già fuori dai giochi europei. Quindi marginale lo 0-0, pur equo. E molto più intensa, partecipata, emozionante la cronaca che ha scandito la domenica. Le lacrime a confondersi con la pioggia, i cori scanditi dalla Nord, i riti officiati prima e dopo il 90’. E quel «quando gioca segna sempre Pellissier» colonna sonora della fase dei saluti. Soltanto il gol avrebbe potuto rendere più dolce, pur malinconica, la giornata. Ma il fatto che non sia arrivato rende paradossalmente ancora più onore all’ultima prova interna del capitano dei capitani, cui la Samp non ha voluto concedere alcun corridoio preferenziale. L’altro paradosso è che Pellissier, anche nel giorno del congedo, è risultato uno dei migliori del lotto. Sicuramente il più pericoloso dell’attacco gialloblù, anche se più nelle vesti di suggeritore che di stoccatore. Mancando comunque il colpo a sensazione dal campo, ci ha pensato Luca Campedelli a nutrire i curiosi. L’annuncio quello dato a sorpresa in tv prima ancora che le due squadre scendessero in campo. «Credo che Sergio farà il presidente della società». Di più: «Credo che per lui quella del presidente sia la carica più adeguata. Con Sergio non ne abbiamo ancora parlato, lo faremo appena appenderà fisicamente le scarpe al chiodo. La prima idea è che faccia il presidente operativo in tutto e per tutto». Quindi legame col club conservato e persino consolidato, come era negli auspici reciproci. Quindi compiti operativi e carichi di responsabilità, come chiedeva lo stesso Pellissier, pronto a rifiutare qualunque ruolo di uomo immagine, di bandiera in pensione. Anche se l’operatività sarà necessariamente condizionata dal budget, sempre in capo alla proprietà. Per i dettagli sarà necessario attendere i prossimi giorni, che potrebbero precludere a una vera e propria svolta - se non a una rivoluzione - dei quadri tecnici e societari. E la partita? Aperta e divertente almeno finché l’arbitro non ha ritenuto (sbagliando) di espellere Barba, la cui entrata in scivolata non avrebbe meritato una sanzione così severa. Prima si era apprezzato tanto Chievo, senza nulla togliere agli ospiti. Con almeno tre grosse occasioni sprecate, senza considerare il bellissimo gol rapito a Leris, scattato in leggero fuorigioco. Poi un bell’affondo di Depaoli, lo sciagurato Stepinski troppo precipitoso sul secondo palo, il calcio imperfetto di Pelobomber dal limite. Gara di fine stagione, motivazioni modeste, certo. Però lo spettacolo è godibile perché il Chievo - col sul disinvolto 3-4-1-2 - fa calcio e la Samp non sta a guardare. Vignato, pur sul campo zuppo, non perde lo smalto. E danza lieve sotto la pioggia, piazzando anche un paio di accelerazioni promettenti. Peccato che sia lui, nel finale di tempo e con la squadra già in dieci, a indirizzare male un pallone sistematogli comodo dal solito Pellissier. La ripresa scorre più lenta e lo spettacolo ne soffre, inevitabilmente. Perché gli attaccanti del Chievo hanno già dato parecchio e l’uomo in meno suggerisce di limitare le scorribande degli esterni. Qualcosa si rischia soprattutto per colpa di Quagliarella, l’altro arzillo vecchietto del pomeriggio, ma Semper solo un paio di volte ha davvero l’opportunità di esaltare le sue virtù acrobatiche. Il resto è auspici e futuro: il capitano consegna la fascia per indossare giacca e cravatta. Benvenuto presidente? •

Francesco Arioli

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