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Pellissier rilancia il piano D «Aspettatevi grandi cose»

Grandi premesse Riccardo Allegretti e Sergio Pellissier all’hotel La Grotta: gli obiettivi non cambiano
Grandi premesse Riccardo Allegretti e Sergio Pellissier all’hotel La Grotta: gli obiettivi non cambiano
Grandi premesse Riccardo Allegretti e Sergio Pellissier all’hotel La Grotta: gli obiettivi non cambiano
Grandi premesse Riccardo Allegretti e Sergio Pellissier all’hotel La Grotta: gli obiettivi non cambiano

Un vero e proprio piano industriale. Pronto nel giro di un paio di settimane, quando la Clivense toglierà anche gli ultimi veli sulle sue intenzioni. E chiarirà quanto solide sono le sue fondamenta. Sergio Pellissier ha corso tanto in questi mesi ma all’area di rigore avversaria manca ancora molto. Più comoda la vita da bomber, almeno per uno come lui. L’ardore però è quello di sempre. «Sono nato ottimista, quando credo in qualcosa voglio assolutamente portarla a termine. Altrimenti non avrei fatto la carriera che invece mi sono conquistato. Sono andato a scontrarmi contro una marea di muri», il parallelo di Pellissier, «ma volevo ottenere quello che mi ero prefissato. Fortunatamente ci sono sempre riuscito. Questo è un impegno enorme ma ho a fianco persone che stanno dando l’anima e che quindi meritano di ottenere qualche cosa di grande». Deciso Pellissier, scattante anche a 42 anni. Vicino al suo mister Riccardo Allegretti, all’Hotel La Grotta, a fare il punto sulla stagione. A due passi dal Centro Atlante dove gli hanno curato tanti acciacchi, diventata oggi la sua seconda casa. Mille pensieri Fra gli obiettivi della Clivense ci sono sempre un centro sportivo, possibilmente entro le mura di Verona, più un settore giovanile dalla filiera completa e il professionismo nei prossimi cinque anni. Quindi almeno la Lega Pro, un gradino sotto la Serie D dipendente però dalla manifestazione di interesse del Comune di Verona, andata deserta ad agosto dopo che il Chievo era stato estromesso dal B. Chievo rimasta l’unica società senza la scialuppa di salvataggio perché tutte le altre bocciate, dal Carpi al Novara fino alla Sambenedettese, pur sotto altra denominazione dall’Interregionale sono riuscite a ripartire. Nessuna assicurazione per il breve periodo, troppo prematuro. «Il calcio italiano adesso ha altre questioni da risolvere, non siamo certo noi il primo pensiero della Federazione. L’obiettivo però rimane quello», conferma Pellissier, senza dimenticare l’ulteriore scoglio del mezzo milione di euro chiesto la scorsa estate dalla Figc per un posto in D, quota che potrebbe fra qualche mese anche essere più bassa. Di vie la Clivense ne sta sondando anche altre, come partire da un livello più basso e quindi dall’Eccellenza. La priorità adesso è far partire tutto il resto, oltre a salire in Seconda categoria. Come direbbe oggi il campo. Odi et amo Sulla scena potrebbe presto presentarsi anche Luca Campedelli, dopo le prove d’intesa col Sona e la probabile unione con quel che resta del Chievo. «È strano», i dubbi di Pellissier, «che possa pensare di rientrare in un momento così difficile per tutte le sue altre attività, compreso lo stesso Chievo. Se ha fatto questa scelta però evidentemente è tranquillo sul resto. Io tranquillo non lo sarei, nel mio piccolo so quanto sia difficile mandare avanti una società. È anche vero però che con tutta la passione che ha tenere Campedelli lontano dal calcio credo sia cosa impossibile». Nessun condizionamento, nessun freno nella corsa della sua Clivense. «Condiziona solo il fatto che una persona con cui sono stato legato per parecchio tempo», il rammarico di Pellissier, «vada ad unirsi ad altre persone piuttosto che chiedere a me. Questo dà fastidio e mi dispiace. Capisco Campedelli, lui ha sempre amato il calcio e non può farne a meno. Mi dispiace non mi abbia contattato, avrebbe anche potuto parlare con me. Non ho nessun problema io. Ma dovevo prevederlo, per il modo con cui ci siamo lasciati. Un giorno scriverò un libro. E racconterò tutta la verità. Con tutto quel che ho da fare non ho tempo in ogni caso di pensare al Sona, a Campedelli o a tutto quel che potrà succedere. Io non posso che augurargli di tornare ad alti livelli. Se dovesse tornare il Chievo di Campedelli tanto meglio. Sarei uno dei primi tifosi, ma prima di tutto io credo molto nella mia società. Il nostro», assicura, «è un bellissimo progetto. Vedrete». •.

Alessandro De Pietro

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