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«Ora a Salerno a riprenderci quello che ci è stato tolto»

Manuel De Luca, 22 anni, festeggia con Ciciretti e Canotto il gol segnato domenica al Pescara
Manuel De Luca, 22 anni, festeggia con Ciciretti e Canotto il gol segnato domenica al Pescara
Manuel De Luca, 22 anni, festeggia con Ciciretti e Canotto il gol segnato domenica al Pescara
Manuel De Luca, 22 anni, festeggia con Ciciretti e Canotto il gol segnato domenica al Pescara

L’esuberanza dei ventidue anni, l’esplosività del fisico, i progressi sul piano della maturità ma anche l’umiltà di chi sa che coltivare ambizioni non dà diritti a pretendere. E poi un pensiero fisso: «Riprendersi a Salerno quel che ci era stato tolto all’andata» ovvero vincere per continuare a volare. Pur senza azzardare proiezioni troppo... impegnative. Dal gruppo Chievo emerge con sempre maggiore chiarezza la sagoma di Manuel De Luca, il bomber rivelato. Quel che magari per qualche mese era mancato ad Aglietti e che adesso si propone con grande autorevolezza in chiave presente e futura: «Io penso che sia proprio nelle difficoltà che un giocatore debba dimostrare i suoi veri valori», racconta lui da Veronello. «All’inizio non stavo neanche bene fisicamente ma penso di aver saputo aspettare il mio momento per sfruttare l’occasione al meglio. Merito anche del mister e dei compagni che mi stanno dando un sacco di fiducia». A proposito di Aglietti, quanto aiuta avere un allenatore che è stato centravanti come lei? Consigli particolari? «Io ho avuto anche modo di confrontarmi con lui per capire dove stavo sbagliando e dove potevo lavorare per migliorarmi. Lui pretendeva più cattiveria e la mentalità vincente. Direi che in queste ultime partite sotto questi aspetti sono migliorato: voglio continuare così». A proposito di ruolo, De Luca è cresciuto ispirandosi a modelli particolari? «A me piace un sacco Ibrahimovic ma mi rivedo di più in Dzeko. Un attaccante di manovra, fisico, che fa salire la squadra». Dalla Coppa Italia col Catanzaro fino al Pescara quattro gol tutti diversi: qual è il suo fondamentale migliore? «Ci riflettevo giusto l’altro giorno. Ne ho fatto due col destro, uno col sinistro, l’altro di testa. In tutti i modi insomma... Ma oggi direi che soprattutto di testa riesco a trovare il modo e il tempo giusto per fregare il difensore». E su quale aspetto dovrebbe invece crescere? «Nella gestione della palla. Sapere quando giocarla di prima, quando tenerla per fare rifiatare la squadra. Capire di più magari i momenti di difficoltà. E poi avere una mentalità ancora più vincente». Qual è il modulo preferito? Oggi l’intesa con Margiotta ora sembra perfetta... «Io preferisco giocare a due punte perché ho sempre giocato così però è anche giusto che il mister faccia le sue scelte. Comunque si giochi darò sempre il massimo. Chiaro che con un’altra punta sono più abituato al dialogo, a cercarmi e a trovare gli spazi. Dopo di che, mi ripeto, le scelte del mister vanno rispettate». Già fissato un obiettivo in termini di gol a fine stagione? «No. Io penso sempre di dare il massimo partita per partita. I conti poi si fanno alla fine dell’anno». E i conti di squadra? Non è che c’è troppo pudore a confessare grandi obiettivi? «No, come dice spesso il mister nelle sue interviste noi non vogliamo guardare la classifica ma solo giocarci le nostre carte partita per partita. E proseguire su questa strada». Risposta sincera? «Sì, sì, sono molto sincero. Ogni partita è differente dall’altra e nell’arco di un campionato possono succedere un sacco di cose». Proviamo allora a togliere il Chievo dai giochi. Quali sono le sue favorite per la Serie A? «Empoli, Monza e Spal». E la vostra partita di sabato a Salerno che valore può avere? «Importantissimo anche perché tutti sappiamo che all’andata ci erano stati tolti due rigori. Siamo ancora molto arrabbiati e andremo a Salerno per portarci a casa quello che ci spetta». Vincere potrebbe cambiare un attimo i ragionamenti in chiave Serie A? «No. Mancano un sacco di partite e siamo ancora tutte lì... Vincere ci farebbe piacere, per carità, però non pensiamo ad altro». Quante responsabilità o quanta soddisfazione dà il fatto che il mercato si sia chiuso senza che il Chievo comprasse un altro centravanti? «Io penso solo a lavorare e a dare il massimo per questa squadra. Certe scelte è giusto che le facciano altri». Altri sport dopo il calcio? «Mi piace nuotare e mi piaceva sciare ma questo proprio non si può fare...». Cosa pagherebbe per segnare il gol decisivo a Salerno? Un fioretto? Sacrifici possibili? «Mi auguro solo che succeda anche perché sono in un buon momento. Ma sono soprattutto sicuro che la squadra farà un’ottima prestazione. E di sicuro non sbaglierà atteggiamento. Il risultato? Vedremo poi...».

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