<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Dentro o fuori

Oggi alle 16.30 il Tar del Lazio decide il futuro dei gialloblù

Possibile la riammissione tra i cadetti, o un rinvio al 7 settembre
Luca Campedelli, presidente del Chievo
Luca Campedelli, presidente del Chievo
Luca Campedelli, presidente del Chievo
Luca Campedelli, presidente del Chievo

Oggi pomeriggio alle quattro e mezza. Oggi o mai più. Tutto è nelle mani del Tar, nella decisione che può riammettere il Chievo in Serie B. Basta mettere in discussione il verdetto di lunedì del Collegio di Garanzia del Coni, ulteriore bocciatura all’iscrizione dopo il parere avverso della Figc che però ha tenuto, e non a caso, ancora vuota la casella della ventesima squadra e non solo per evitare rischi di una B in sovrannumero. Basta inoltrarsi nella materia tributaria senza restare bloccati alle regole federali come non ha fatto il Coni per dimostrare come il Chievo abbia agito secondo le norme. Le date e i nuovi decreti sono dalla parte del Chievo. Ottenere un provvedimento cautelare rimanderebbe tutto all’udienza che avrà poi il compito di entrare nel merito. Adesso fissata per il 7 settembre, ma con tutte le ragioni possibili per essere anticipata di un paio di settimane. Magari anche prima dell’inizio del campionato, in calendario il 20 agosto con la prima giornata. Un giudice solo, oggi, a metter tutto sul piatto e valutare. Andando a fondo nei diritti del Chievo mai davvero tenuti in considerazione dalla Giustizia Sportiva, inflessibile nelle sue scadenze senza tener conto del fatto che ottenere un secondo piano di rateizzazione si può perché le cartelle erano sospese e i pagamenti possibili solo da settembre.

 

La sospensiva sarebbe un primo grande passo, il segnale che il campo s’è allargato e la questione è passata su un terreno più fertile. Più equa. Là dove il Chievo può muoversi con ampia libertà, soprattutto in una sfera in cui non contano solo i paletti della Federcalcio e del Coni che nelle sue motivazioni non poteva far altro che rimanere in superficie. Gabriele Gravina, da politico saggio, attende quel che sentenzierà il Tar. Potrebbe anche però non esserci un domani, se il Tribunale Amministrativo del Lazio avvallerà il giudizio di sette giorni fa del Collegio di Garanzia. La corsa del Chievo potrebbe anche fermarsi oggi ed i giocatori svincolarsi immediatamente. Ma il Tar può entrare nelle viscere della legge. Ha tutto per farlo. Può scavare fino alla verità vera, riaprendo una partita che pareva chiusa ma che chiusa non lo è mai stata. Come ha lasciato intendere senza troppi dubbi anche il giusto tempo che s’è preso Gravina. 

Alessandro De Pietro

Suggerimenti