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Occasione persa

FERRARA Prima il brivido, poi il sospiro di sollievo, quindi l’irripetibile occasione di ruggire giusto nella tana del leone e portarsi via tutto quanto. Abortita, quest’ultima, sugli ultimi, rabbiosi, insistiti ma inutili attacchi portati all’insuperabile Thiam. Sensazioni forti e, allo scadere, il solito retrogusto amarognolo per quello che a un certo punto poteva essere ma non è stato. Storie da Chievo, nessuna clamorosa novità. Con l’aggravante di non aver scovato il colpo del ko in una circostanza tanto appetitosa. Finisce insomma 0-0 lo scontro diretto dei gialloblù sul prato della Spal. Risultato più che apprezzabile (sulla carta) alla vigilia, vista l’abbondante qualità in dote ai biancazzurri, ma un po’ meno gradevole alla fine, visto che i ragazzi di Aglietti hanno potuto beneficiare della superiorità numerica maturata sul finire del primo tempo per il cartellino rosso (sacrosanto) sventolato sul muso a Strefezza. La seconda, pesante svolta della partita dopo il rigore respinto in faccia all’ex Paloschi da Semper, specialista strepitoso (ormai è una certezza) sui tiri dal dischetto. Resta, in sintesi, un certo senso di incompiutezza, al di là della prova - comunque solida - della banda della Diga. Che ha dimostrato di saper leggere bene le difficoltà iniziali, alzando efficace protezione sull’assalto furoreggiante - ma un tantino confuso - dei padroni di casa. Chiaro l’intento di Pasquale Marino, scottato dalla sconfitta arrivata sabato scorso a Cittadella: alzare da subito il ritmo, forzare il possesso, tenere alte le linee. Provare insomma a far vacillare l’impianto di squadra gialloblù. Che, in realtà, finisce davvero in crisi una volta soltanto. Quando cioè Gigliotti (probabilmente spinto da Paloschi) arriva scomposto - e col braccio alto - su un cross da sinistra. Guida vede e non vede, il suo assistente gli dà (?) una mano e suggerisce il penalty. Che però Palo-gol - oscurato dalla sua ex squadra, un po’ come El Pata Castro - calcia forte ma senza sorprendere Semper. Due minuti e Canotto va giù in contropiede al limite dell’area opposta: rosso a Sernicola? Macché, visto che l’altro assistente segnala un offside parecchio discutibile. Poco male perché un quarto d’ora dopo è Strefezza - buggerato da una giocata sopraffina di Obi - a guadagnarsi in anticipo gli spogliatoi. Potrebbe essere l’ouverture di una cavalcata trionfale, anche perché il Chievo alza subito l’intensità, salvo limitarsi a lungo a un palleggio troppo sterile dopo l’intervallo. Aglietti cambia tutto il possibile dalla mediana in su ma l’assedio si fa asfissiante solo nel convulso finale. Quello nel quale, un paio di volte, è il solito Thiam a rimediare ai guai peggiori. E qualche fastidio, in fondo ai pensieri, resiste... •

Francesco Arioli

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