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Dopo i casi di covid-19

«Nessun allarme
al Chievo. Pescara
non è a rischio»

Andrea D’Alessandro è il responsabile sanitario del Chievo
Andrea D’Alessandro è il responsabile sanitario del Chievo
Andrea D’Alessandro è il responsabile sanitario del Chievo
Andrea D’Alessandro è il responsabile sanitario del Chievo

Abbassa la soglia della paura ma l’allarme resta alto. Il covid è sempre lì. «La situazione però è nettamente sotto controllo», il quadro di Andrea D’Alessandro, da quasi tre mesi responsabile sanitario del Chievo dopo gli anni al Parma. Suo malgrado adesso al centro della scena.

 

Barricato a Veronello, fra test e controlli a getto continuo. Senza mai abbassare la guardia. Impossibile. L’ultimo aggiornamento è confortante. Tutti negativi dopo il tampone di venerdì. Domani un altro, a sei giorni dal debutto di Pescara e dopo un’estate piena di ansie. Non ancora svanite. Sempre ricoverato in ospedale Gennaro Sardo, uno che prima da terzino e poi da team manager ha sempre dato una mano a tutti. Adesso è lui ad aver bisogno di un sostegno forte.

 

«Fra i giocatori», evidenzia D’Alessandro, «c’è un solo caso di positività, figlio di una situazione per di più un po’ contorta perché qualcosa aveva avuto già in precedenza. Adesso è ovviamente in isolamento. Ce n’è anche un altro, ma fuori dal contesto squadra».

Come sta Sardo? «È ospedalizzato ma non in terapia intensiva. Non corre alcun rischio al momento e speriamo non ne corra mai. Gennaro è tenuto sempre sotto controllo».

 

Qual è stato il momento più difficile? «A Pieve di Cadore, in ritiro. Eravamo tutti negativi quando siamo partiti. Ci sentivamo come in una roccaforte. All’improvviso, poi, ci siamo trovati con un caso di positività. Dei momenti di panico ci sono stati, d’altronde si giocava e si stava tutti insieme. La società però ha sostenuto al meglio noi dello staff medico, anche con tamponi frequenti. Ne usciremo presto. E definitivamente».

Ogni quanto fate i tamponi? «Per il protocollo ne è previsto è uno ogni quattro giorni, noi lo facciamo ogni due. Ancor più severi quindi. Più il sierologico ogni quindici. Il prossimo è giovedì».

I passaggi da fare ora? «Tutti devono sempre tenere la mascherina, anche quando sono insieme. I giocatori devono inoltre fare la doccia in camera e non nello spogliatoio. Una fortuna in questo senso avere un centro attrezzato come Veronello. Venerdì abbiamo ultimato un’ulteriore sanificazione, lunedì ne faremo un’altra».

Un suggerimento su tutti? «C’è bisogno ora di una responsabilità ancora maggiore da parte di ognuno. Nel capire intanto che il virus c’è ancora. E che bisogna continuare a stare attenti». L’iter appena tornati da Pieve, il 5 settembre scorso? «Dovevamo restare tutti in ritiro. Abbiamo avvisato l’Asl di competenza e con loro sono rimasto in contatto continuo. E da loro ho ricevuto la disponibilità affinché fossi io il responsabile del loro isolamento».

Quanto vi hanno spiazzato le prime positività? «Non pensavamo potesse capitare. Siamo stati tutti altamente monitorati fino alla fine dei playoff. E l’ultima partita, a La Spezia, l’abbiamo giocata l’11 agosto. Allora il gruppo era sano e sanificato al massimo».

La reazione a quel punto qual è stata? «La sorpresa di avere un positivo ha creato sconcerto, come tutte le cose che non ti aspetti o che non conosci fino in fondo. Fin quando non ti muore un familiare non sai davvero che cosa sia la morte, se non hai un amico o un parente drogato non sai davvero che cosa sia la droga. E così è il covid, almeno finché non ti rendi conto che tutti possono ammalarsi. Naturalmente non vuol dire che prima questa percezione non ci fosse ma di certo adesso per il senso di responsabilità di ognuno l’asticella s’è alzata ulteriormente».

Tutti asintomatici? «Tutti tranne Sardo. Nessuno, a parte lui, ha avuto veri sintomi».

Ci sono stati altri casi? «C’è stato qualcuno debolmente positivo e dei falsi positivi, automaticamente negativi però dopo due tamponi. La verità è che non sono mai stati tanti. Qualcuno c’è stato ma ho sentito parlare di numeri assurdi di positivi accertati. Di sicuro questo è il momento di stare particolarmente attenti. Non vogliamo infettare i parenti dei ragazzi così come le persone esterne, compresi i componenti di altre squadre. Per questo, per precauzione, abbiamo annullato tutte le amichevoli programmate».

È a rischio la partita di Pescara? «Niente affatto. Secondo il protocollo se c’è un positivo deve andare in isolamento e gli altri eseguire un tampone il giorno prima della gara. E così faremo». •

Alessandro De Pietro

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