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Leverbe nuovo leader dietro Chievo, più spazio ai giovani

Per Maxime Leverbe nuove responsabilità in arrivoBostjan CesarDaniel Pavlev
Per Maxime Leverbe nuove responsabilità in arrivoBostjan CesarDaniel Pavlev
Per Maxime Leverbe nuove responsabilità in arrivoBostjan CesarDaniel Pavlev
Per Maxime Leverbe nuove responsabilità in arrivoBostjan CesarDaniel Pavlev

Cesar e Frey fra oggi e domani torneranno ad allenarsi regolarmente. Un passaggio comunque solo formale, perché la frizione resta sempre parecchio ampia e i margini per ricucirla non molti. Il dialogo andrà avanti anche se l’intenzione del Chievo ora è piuttosto chiara: chiudere il rapporto con entrambi il 30 giugno così come da contratto, senza impiegarli neanche nelle partite di campionato nei dieci giorni che vanno dalla ripresa a fine mese. Paradossale la situazione di Cesar, ai margini del Chievo e in scadenza ma con un’opzione di rinnovo automatico per la prossima stagione in caso di promozione in Serie A. Se i suoi compagni dovessero centrare l’impresa, Cesar sarà del Chievo fino al 30 giugno del 2021. I due nodi verranno sciolti in fretta, intanto però Alfredo Aglietti dovrà cominciare subito a pensare ad una squadra senza di loro. Con una difesa nuova, soprattutto in mezzo ma anche sulla fasce, zone mai del tutto coperte. Soprattutto la zona mancina. SENZA VIE D’USCITA. Il punto fermo sarà Leverbe, anello forte del reparto dall’inizio dell’anno dopo tanta panchina quando Marcolini ha premiato la sua ascesa dopo un avvio balbettante per un lungo periodo di inattività. Leverbe è giocatore di proprietà, del Chievo fino al 2022, con le carte in regola per impadronirsi dei codici della linea a quattro di Aglietti ma anche con doti tecniche superiori alla media di un difensore e quindi capace pure di far partire l’azione con una certa qualità. Con lui da gennaio in avanti il Chievo ha subito cinque gol in nove partite, in un periodo in cui la crescita ha riguardato comunque l’intero collettivo a parte i due passi falsi inattesi con Venezia e Livorno. Mesi impreziositi dalle vittorie con Perugia, Salernitana e Pordenone, quando Leverbe è finalmente salito di livello dopo aver perso tutta l’annata precedente. Senza giocare mai prima alla Sampdoria, anche a causa degli infortuni, quindi da gennaio al Cagliari. Il telecomando della difesa adesso è nelle sue mani. Guida e leader insomma, quel che a Cesar è sempre venuto molto naturale. TURNOVER FORZATO. L’accantonamento di Cesar rimette in prima fila Vaisanen, anche lui al Chievo a titolo definitivo, nazionale con tanto di maglia da titolare in quattro delle ultime cinque gare che hanno consegnato alla Finlandia lo storico biglietto per i prossimi Europei. Vaisanen è stato un punto fermo fino al Pescara, finché Leverbe non gli ha preso il posto sistemandosi vicino a Cesar e lasciandolo per tanto tempo in panchina. Dopo le prime vere difficoltà, mai del tutto sicuro e spesso a soffrire nell’uno contro uno ma anche davanti ad attaccanti parecchio fisici. Il campo è libero, adesso tocca a lui. Alle sue spalle salirà Rigione, titolare quasi per forza nel primo mese perché Vaisanen arrivò solo a fine agosto nel pacchetto dell’inevitabile cessione di Tomovic, uno di quelli dall’ingaggio spropositato per la Serie B. Con tempi scanditi quindi soprattutto dalla Spal ed un tira e molla durato parecchio tempo. Rigione ha vissuto il suo momento più alto a dicembre, quando Marcolini le rotazioni le ha allargate premiando anche lui dopo un bel periodo di lavoro silenzioso a Veronello. Poi è tornato fra le riserve. Con una partita dietro l’altra ci sarà spazio anche per lui. All’appello manca Colley, l’ex del Chelsea ancora in Svezia, ulteriore carta da spendere anche se mai impiegato in prima squadra. FASCE COL FIATONE. Delicato lo scenario ai lati di difesa. Perché a destra senza Frey non c’è una vera alternativa a Dickmann se non il diciannovenne Pavlev che, però, non è andato oltre le amichevoli estive e le partite con la maglia della Primavera. Sofferente pure la sinistra. Occupata prima da Brivio, da gennaio alla Triestina, poi da Frey e quindi soprattutto da Cotali, brevilineo col vantaggio di avere il giusto passo per fronteggiare rapidi attaccanti esterni. La lacuna era comunque evidente, colmata a turno da tre giocatori finché il Chievo non è riuscito a prendere Renzetti, non a caso in campo già col Venezia dopo appena un paio di allenamenti e l’addio alla Cremonese. Proprio lui è uno di quelli in scadenza fra un mese esatto. Anche con lui, come per Meggiorini e Nardi, bisognerà discutere del prolungamento fino ad agosto. Una trattativa vera e propria, con esiti per nulla scontati. Qualcosa manca alla voce dei terzini. Specie senza l’utilissimo Frey, nella mischia per dieci gare in cui il Chievo ha perso una volta sola. Contro il Livorno, fatale a Marcolini. Meno opzioni ovvero meno soluzioni. La palla ad Aglietti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro De Pietro

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