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La Figc non cambia idea: «Chievo, sei fuori dalla B»

Persa una battaglia, non la guerra Luca Campedelli, presidente del ChievoGiorni d’ansia Il Chievo prosegue il ritiro a Pieve FOTO BOLDRINI/CHIEVO
Persa una battaglia, non la guerra Luca Campedelli, presidente del ChievoGiorni d’ansia Il Chievo prosegue il ritiro a Pieve FOTO BOLDRINI/CHIEVO
Persa una battaglia, non la guerra Luca Campedelli, presidente del ChievoGiorni d’ansia Il Chievo prosegue il ritiro a Pieve FOTO BOLDRINI/CHIEVO
Persa una battaglia, non la guerra Luca Campedelli, presidente del ChievoGiorni d’ansia Il Chievo prosegue il ritiro a Pieve FOTO BOLDRINI/CHIEVO

La normativa federale da una parte, quella civilistica dall’altra. Il calcio o lo Stato? Il Collegio di Garanzia del Coni, probabilmente già venerdì prossimo, dirà se ha avuto ragione il Consiglio della Figc ad escludere il Chievo dalla Serie B o il Chievo. Convinto di aver trovato col fisco un corretto punto d’incontro per quei mancati pagamenti neanche richiesti dall’Agenzia delle Entrate nel periodo di piena pandemia. Quando il Chievo qualcosa ha comunque versato, passo ulteriore per ribadire la volontà di mettersi in regola fino in fondo ed assottigliare il debito. Nessun particolare scossone ieri, nessuna ulteriore botta. Tutto previsto, senza neanche troppo attendere. Era chiaro che la Federcalcio avrebbe soltanto ratificato le conclusioni della Covisoc che mercoledì a sua volta non ha fatto altro che rimanere coerente con la sua prima decisione di otto giorni fa. Non poteva toccare troppe corde il Chievo, considerato che l’unico campo di gara era la documentazione prodotta al momento di inviare la domanda di iscrizione. Senza poter agire nel merito. La vera partita inizia adesso. Anche quelle di Carpi, Sambenedettese, Paganese, Casertana e Novara. Tutte bocciate ed oggi fuori dalla Lega Pro. Avanti tutta Ai piani alti di via Galvani, come detto, nessuno si è fatto trovare impreparato e, a stretto giro, è arrivata la replica sotto forma di nota ufficiale: «Ac Chievoverona prende atto della decisione del Consiglio federale della Figc», si legge «e, ribadendo di aver operato in linea con le normative vigenti e federali per l’iscrizione al campionato di Serie B 21/22 e annuncia di essere già al lavoro per il ricorso al Collegio di garanzia del Coni». Zero a zero Di precedenti simili non ce ne sono molti. E la materia è in continua evoluzione, così come varie possono essere anche le interpretazioni. Complesso il quadro. Deciderà il Coni ma stavolta sulla base di un reclamo vero in cui il Chievo potrà argomentare ogni punto e soprattutto produrre elementi nuovi dimostrando di essere nel giusto al di là dei paletti rigidi della Figc. Due giorni di tempo per inoltrare il ricorso in via telematica, lavoro già iniziato prima del prevedibile verdetto di ieri. Praticamente scontato. Nessuno nella sede di via Galvani s’era fatto troppe illusioni. Palla al Collegio, già testato in questi mesi. Federcalcio e Stato di recente sono stati di fronte anche nel contenzioso fra Juventus e Napoli, quando il Coni annullò la sentenza della Corte d’appello federale e decise che la partita si sarebbe dovuta giocare dopo che la giustizia sportiva diede al Napoli un punto di penalizzazione e la sconfitta per 3-0 a tavolino, assente sul campo lo scorso 4 ottobre perché bloccato da un provvedimento dell’Asl in periodo di emergenza covid. Il caso del Chievo andrà approfondito fino in fondo, tenendo conto dei termini più stringenti della Figc rispetto a quelli più morbidi del fisco. Persa la prima battaglia, non la guerra. Preparato il Chievo a dover andare al Collegio. Margini ce n’è ma bisognerà sfruttarli tutti. E in poco tempo. Storia in sospeso Ancora una volta in bilico il Chievo, già tre anni fa per il processo sulle plusvalenze col Cesena. Attaccato dal calcio per quel giochino che in fin dei conti è pratica di molti. Per quelle valutazioni gonfiate che valgono titoloni ma che poi si spengono pian piano. Uscito dalla mischia caracollante nel 2018 il Chievo ma ancora in piedi, senza pagar troppo dazio se non tre punti dopo i tanti errori anche della Procura federale. Non esiste pronunciamento cumulativo, sommatoria di tanti punti di domanda a molti dei quali il Chievo una risposta l’ha comunque data. In sospeso un patrimonio tecnico notevole, con una rosa che vale dai quindici ai venti milioni ma proiezioni in decisa crescita visti i tanti giovani di proprietà. Tutti svincolati se il Chievo dovesse perdere il titolo sportivo insieme a 92 anni di storia e 17 campionati di Serie A, una partecipazione ai preliminari di Champions e le incursioni in Coppa Uefa. Quando il Chievo sapeva stare ben al di sopra della soglia della salvezza, senza mai rischiare davvero a parte qualche rara eccezione. Per tutti la Favola d’Italia, il piccolo quartiere capace di andare a testa alta contro le grandi d’Italia vincendo a San Siro e rompendo certi poteri d’alta classifica. Altri tempi, ma la linea è rimasta continua. Senza mai spezzarsi, a differenza di molte altre grandi piazze. Il rischio c’è, anche per il Chievo. Ma al Coni sul tavolo ci saranno altre carte. •.

Alessandro De Pietro

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