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L’aria di derby scalda Aglietti «Chievo, voglio il massimo»

Joel ObiAlfredo Aglietti, da un anno al Chioevo: «Ho dato un’identità e una filosofia alla squadra»Luca Garritano
Joel ObiAlfredo Aglietti, da un anno al Chioevo: «Ho dato un’identità e una filosofia alla squadra»Luca Garritano
Joel ObiAlfredo Aglietti, da un anno al Chioevo: «Ho dato un’identità e una filosofia alla squadra»Luca Garritano
Joel ObiAlfredo Aglietti, da un anno al Chioevo: «Ho dato un’identità e una filosofia alla squadra»Luca Garritano

Tira le prime somme Alfredo Aglietti. E guarda avanti. Al Vicenza, al futuro, al nuovo Chievo. Bilanci e obiettivi, dopo un anno a Veronello vissuto sempre a cento all’ora. Partendo dalle radici, diventate ben presto solidissime basi. «Sono contento intanto di aver dato alla squadra un’identità ed una filosofia ben precise, al di là dell’aspetto tecnico, tattico o dei moduli. L’idea è sempre stata quella di metterci l’impronta del gioco, di comandare le partite, di avere una mentalità propositiva ed offensiva. Ci ho sempre lavorato nella mia testa, ma non ho mai davvero avuto la possibilità di metterla in pratica subentrando sempre a stagione in corso e non potendo mai lavorarci fin dal ritiro», il calcio di inizio di Aglietti, innovativo col suo particolare 4-4-2 oggi fra i più apprezzati in assoluto. Solo il primo step, c’è ancora tanto altro da fare. Specie davanti, fra meccanismi oliati ma non ancora perfetti. La prossima linea del traguardo è stata già fissata. «Mi piacerebbe vedere più verticalità, con gli esterni fra le linee o certe giocate direttamente sulle punte. Passaggi magari anche rischiosi ma che avrebbero il potere di tagliare un intero reparto. Lo facciamo già, ma certi colpi dovremmo provarli più spesso. Per quella che è la mia concezione sotto questo aspetto dobbiamo migliorare ancora», il successivo salto preteso da Aglietti, in una catena di montaggio comunque affidabilissima. GUARDIA ALTISSIMA. Vuole tutto Aglietti, fin da domani. Da tre punti pesanti, dal Vicenza, da una contesa piena di rischi. Tutti messi in preventivo. «Incontriamo una delle squadre che sta meglio in questo momento. Con ottimi risultati e buone prestazioni. Sarà un bel derby. La partita è difficile, il Vicenza ha un organico di valore grazie al quale potrebbe fare anche qualcosa in più. Quel che in effetti adesso sta ottenendo», il quadro di Aglietti, avvalorato dalle ultime quattro uscite senza sconfitta alcuna e sei punti davanti a Salernitana, Spal, Pisa e Cremonese. Va forte ora il Vicenza. «La gara è stimolante, la seconda di fila in casa. Dovremo essere lucidi, attenti, concentrati, con la voglia di prenderci la vittoria come abbiamo fatto col Pordenone», le chiavi di Aglietti, di nuovo davanti a Mimmo Di Carlo appena 48 giorni dopo l’andata al Menti. «Allora ci hanno aspettati, a differenza di come facevano di solito. Il campo era ghiacciato, non era facile giocare. È passato poco tempo ma qualcosa è cambiato. A partire dal Vicenza che ora ha giocatori in condizioni decisamente migliori», il punto di Aglietti, domani al gettone numero 43 sulla panchina del Chievo ed una media di oltre un punto e mezzo a partita. VOGLIA DI LUCE. La bufera è passata, tre sconfitte di fila fra Brescia, Monza e Cosenza prima di riallacciare il filo col Pordenone. Belli e anche cinici. «Le vittorie curano tutti i mali, anche se io per la verità», la visione di Aglietti, «sono un sostenitore del pareggio con una buona prova piuttosto che vincere giocando male. I calciatori se ne rendono conto, sanno quando fai o non fai determinate cose. Non ero preoccupato, abbiamo perso tre partite ma meritavamo di raccogliere di più. Tutti sanno quel che devono fare, ormai la strada è chiara». È volato un anno. Le difficoltà, i primi spiragli, la risalita, le due semifinali con lo Spezia, la delusione da cancellare in fretta per l’eliminazione, il mercato, le scelte, la ripartenza, la classifica con cui dover fare sempre i conti. Quasi al buio. Senza gente allo stadio, cominciando proprio da quel Chievo-Cosenza nel silenzio giusto il 9 marzo di un anno fa. La prima delle sue 17 vittorie. «Questa è la vera nota dolente. Abbiamo fatto tre o quattro partite coi mille spettatori in tribuna, poi neanche quelli. Ripenso ai playoff», le fotografie di Aglietti, «ma anche a quanto sarebbe importante oggi avere il sostegno dei nostri tifosi a spingere la squadra verso un’impresa. Perché di questo si tratterebbe. Tutto questo manca molto, manca a tutti. Mi auguro possano riaprire gli stadi, ma anche i cinema e i teatri. Abbiamo bisogno di svago. Al di là dello sport si fa fatica a vivere in questa maniera così a lungo». •

Alessandro De Pietro

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