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«Il pass per l’Europa? Servirà un’impresa Lazovic sorprende»

Giuseppe Volpecina, all’Hellas dal 1987 al 1989Darko Lazovic, prestazione scintillante con il Cagliari FOTOEXPRESS
Giuseppe Volpecina, all’Hellas dal 1987 al 1989Darko Lazovic, prestazione scintillante con il Cagliari FOTOEXPRESS
Giuseppe Volpecina, all’Hellas dal 1987 al 1989Darko Lazovic, prestazione scintillante con il Cagliari FOTOEXPRESS
Giuseppe Volpecina, all’Hellas dal 1987 al 1989Darko Lazovic, prestazione scintillante con il Cagliari FOTOEXPRESS

«L’ultimo l’ho fatto io». Giuseppe Volpecina è il ricordo più vicino dell’Hellas d’Europa. L’ultimo gol internazionale dei gialloblù porta la sua firma. Era la notte di Brema, era il 16 marzo 1988. Il Verona uscì arrabbiato dalla Coppa Uefa pareggiando sul campo paludoso dei tedeschi. Finì uno a uno. «Ma quella qualificazione la perdemmo all’andata» ricorda Volpecina. Profilo perfetto per anticipare i temi della sfida di stasera al Bentegodi. Doppio ex di Hellas e Napoli. Con gli azzurri, pure uno scudetto vinto. Volpecina, l’Hellas sogna il sorpasso vista Europa «Deve fare un’impresa. Affronta un avversario più titolato e sicuramente più dotato sul piano qualitativo. Ma veniamo da tre mesi di stop e tutto può accadere». L’ultimo Napoli pare essere rinato «Ha avuto i suoi problemi. Ha perso continuità. Ma ha comunque grandi potenziali». Il Verona di Juric però... «Ha imparato a non darsi limiti. Calcio nobile, calcio divertente, calcio che porta punti e che fa impazzire la gente di gioia. L’Europa del Verona sarebbe traguardo straordinario. Prima del lockdown, la squadra di Juric era tra le più in palla del campionato. C’è da vedere, adesso, se riuscirà a mantenere il suo ritmo». La forza di Juric qual è? «La forza delle idee. L’impatto e il polso sulla squadra. Fatti e non parole». Se la sente di dare una percentuale di riuscita dell’impresa salvezza? «Sognare non costa nulla. Il Verona è lì. Si è preso la possibilità di giocarsela con grandi squadre. Si è salvata in fretta. Questo è già un grandissimo risultato. L’impresa, comunque sia, è un’altra». Cioè? «Essere riuscita a staccarsi dal fondo subito. E di avere ottenuto in fretta la salvezza. Il passato più recente del Verona era pieno di sofferenza. Cadute e risalite, scongiurate quest’anno dalla grande proposta calcistica offerta da Juric». Che valore intende dare alla partita con il Napoli? «Il piacere di giocarsela vale più di ogni altra cosa. Senza patemi e senza particolari problemi. La situazione ideale per affrontare partite di questo tipo». Qual è il segreto di questo Hellas? «Sa sorprendere. Lo ha fatto con tutte. Pure con le grandi. Il Verona non è una...parentesi dentro a questo campionato. Si è imposta alla distanza. E quando c’era da confermarsi, lo ha fatto senza accusare tensioni o flessioni». Il Napoli si è già assicurato per la prossima stagione Rrahmani. Amrabat andrà a Firenze. Kumbulla in una grande. Chi manca all’appello? «A me è piaciuto molto Lazovic. Per le grandi doti atletiche, per la forza che ha messo finora nella spinta prodotta in fascia. Questo Verona ha avuto grandi protagonisti. In momenti diversi. E penso che non ci sia nulla di casuale. Amrabat è stato straripante. Rrahmani e Kumbulla dietro hanno offerto prestazioni di grandissima qualità». Volpecina, cosa ricorda della notte di Brema? «La rabbia per l’eliminazione. L’inutile assalto finale». Pure il suo gol, l’ultimo in Europa dell’Hellas. Vecchio di 32 anni «Sarebbe ora di tornarci in Europa, no? Quel gol? Ho trovato i tempi giusti per l’inserimento. Purtroppo, però, non siamo riusciti a mettere dentro quello della qualificazione. Il Werder, in quel periodo storico, era uno squadrone. All’andata a Verona sbagliammo la partita (uno a zero per i tedeschi ndr). Ma ci riprendemmo, in parte, qualcosa al ritorno. Ma non bastò». Che cosa le è rimasto indigesto? «La partenza molle. E lì arrivo il gol del loro vantaggio. E poi, però molto anche l’espulsione di Di Gennaro. Altra situazione di difficoltà che ebbe un grande peso sulla partita. Ma oramai, tutto è ricordo. Quello, però, era un Verona abituato a lottare. Nel finale potevamo strappare il pass per superare il turno, ma ormai non ha più senso vivere di rimpianti. E il presente oggi è felice». •

Simone Antolini

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