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Dopo la decisione del Consiglio di Stato

Il Chievo va all'attacco: «Noi discriminati, danno economico da 140 milioni di euro» / VIDEO

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Luca Campedelli e l'avvocato Stefano De Bosio (fotoExpress)
Luca Campedelli e l'avvocato Stefano De Bosio (fotoExpress)
Campedelli e De Bosio (De Pietro)

«Il Chievo è stato vittima di una discriminazione, non è accettabile distruggere una società attraverso una visione così ottusa delle norme. Fra l’altro prima del processo, perché un verdetto vero ancora non c’è stato». Stefano De Bosio, uno degli avvocati di Luca Campedelli, rivendica ulteriormente i diritti del Chievo, escluso dalla Serie B con tanto di svincolo immediato del parco-giocatori.

Ancora in corsa il Chievo, specie dopo l’altolà del Consiglio di Stato che ha bloccato la sentenza del TAR che anche nel merito non ha fatto altro che confermare il provvedimento d’urgenza. Il risarcimento per aver perso il titolo sportivo è stato quantificato in 140 milioni di euro, cifra enorme che potrebbe consigliare alla Federcalcio di sedersi al tavolo con il Chievo. Una parziale contropartita potrebbe essere quella di restituirgli una categoria professionistica come la Serie C.

Alla conferenza stampa del Bottagisio anche Campedelli, insieme ad alcuni tifosi. Attesa per il verdetto del 23 giugno, passaggio tuttavia ancora intermedio in attesa della sentenza del Consiglio di Stato entro settembre-ottobre. Poi la palla passerà anche alla Figc. Il Chievo aspetta. Con tanta fiducia.

Alessandro De Pietro

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