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«Il Chievo ha ritrovato la via Aglietti sarà il jolly per la A»

Luca Garritano, già due reti in stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESSLorenzo Balestro ha allenato il Chievo nella stagione 1999-2000
Luca Garritano, già due reti in stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESSLorenzo Balestro ha allenato il Chievo nella stagione 1999-2000
Luca Garritano, già due reti in stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESSLorenzo Balestro ha allenato il Chievo nella stagione 1999-2000
Luca Garritano, già due reti in stagione con la maglia del Chievo FOTOEXPRESSLorenzo Balestro ha allenato il Chievo nella stagione 1999-2000

Una vita da Chievo. Una vita per il Chievo. Anche allenatore, insieme a Luciano Miani, l’anno prima (1999-2000) che al Chievo arrivasse un principe friulano con i baffi, deciso a trasformare in favola una storia raccontata fin lì con la forza del sudore e dei gomiti. Lorenzo Balestro, a lungo collaboratore tecnico del club della Diga, e instancabile globetrotter del calcio, adesso si è messo a fare il segugio per l’Udinese. Il Chievo, però, resta immagine fissa sulla quale tornare. Segue tutto, Balestro. Per diletto e necessità. Balestro, lei visse da allenatore del Chievo, una fase di grande fermento. Culminata con la promozione in A di Delneri, le imprese, l’Europa, le cadute, le resurrezioni. Vent’anni alla grandissima. Con Aglietti siamo entrati in una nuova era? «La società gli ha dato fiducia. E questo è il primo segnale. I cicli si rivelano sempre nel tempo. Il Chievo di Aglietti non ha deluso la scorsa stagione. E l’inizio di questo nuovo campionato è stato più che promettente». Fino a che punto si spinge lei? «Il Chievo di oggi ha ritrovato la via. Quella giusta per arrivare in serie A. Non vedo, al momento, antagoniste inarrivabili. La B, spesso, si appiattisce. Vince chi è più pronto, chi ha più fame, chi trova per primo equilibrio dentro e fuori la squadra». Tre vittorie (due esterne) consecutive per il Chievo, cosa raccontano? «Che è stata allestita una rosa di qualità. Di talento, di esperienza, di punti fermi, e anche di gioventù». Il Chievo visto a Monza cosa ha detto? «Siamo di fronte ad una squadra di personalità. Capace di cogliere l’attimo e di difendere quanto costruito strada facendo». Aglietti? «Il jolly di questo Chievo. Non ci vedo nulla di casuale in tutto quello che sta facendo. Il suo calcio è estensione della sua anima e del suo percorso professionale. Penso all’attaccante Aglietti: un centravanti di manovra. Capace di ispirare e leggere in anticipo i tempi di giocata. Il Chievo è una costruzione che mi piace. Ha idee rapide, soluzioni pungenti e ha trovato subito un punto di equilibrio che ha garantito alla squadra solidità e punti». Parlava di “via ritrovata per la serie A“ «Confermo. Il Chievo di oggi vale i primi due posti nel campionato di serie B». Le antagoniste? «Il Cittadella ormai ci gira attorno da una vita alla promozione. Ogni anno si reinventano e trovano soluzioni all’altezza delle aspettative. Il Cittadella di oggi ragiona come il Chievo di vent’anni fa che andava a pescare giocatori sconosciuti ai più. Per valorizzarli e metterli in vetrina. Le scommesse, però, vanno supportate da grande organizzazione. Aglietti, comunque, a quanto mi par di vedere ama un calcio di possesso. Più la palla è tua, e più puoi determinare il destino della gara. Tra le pretendenti alla A metto anche Empoli e Frosinone. Pure il Pordenone». Il Chievo, a oggi, vanta anche la seconda miglior difesa del campionato? «L’equilibrio è figlio anche di una solidità che spesso fa affidamento ai giocatori di maggiore esperienza. La linea difensiva del Chievo è di battaglia ma anche di riflessione». Ha esplorato anche lei il mondo di Garritano? «Sta facendo bene, vero? Non mi stupisco. In passato avevo seguito anche lui. Può giocare come mezz’ala, come esterno offensivo, largo a sinistra come viene impiegato nel 4-4-2 del Chievo di oggi. Ha lo strappo giusto. E calza in maniera perfetta a questo Chievo. Che rimane ancora da esplorare». Nomi da vetrina? «Mi piacerebbe veder esplodere Zuelli. Ho rivisto poco tempo fa il giovane (Samuele) Vignato. Giocatore incredibile». •

Simone Antolini

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