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«Il Chievo ha cuore grande Aglietti ci insegna la...fame»

Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSVasile Mogos, 27 anni, è arrivato al Chievo dalla Crremonese FOTOEXPRESS«Giaccherini è straordinario» così lo descrive Mogos
Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSVasile Mogos, 27 anni, è arrivato al Chievo dalla Crremonese FOTOEXPRESS«Giaccherini è straordinario» così lo descrive Mogos
Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSVasile Mogos, 27 anni, è arrivato al Chievo dalla Crremonese FOTOEXPRESS«Giaccherini è straordinario» così lo descrive Mogos
Alfredo Aglietti, seconda stagione al Chievo FOTOEXPRESSVasile Mogos, 27 anni, è arrivato al Chievo dalla Crremonese FOTOEXPRESS«Giaccherini è straordinario» così lo descrive Mogos

«Il Chievo ha un cuore grande». Vasile Mogos ha già capito tutto. Difende e protegge il suo nuovo mondo. Primo anno a Veronello. Due presenze, un gol. «Amo spingere, Aglietti ci chiede di salire sempre e aggredire. Correre sulla fascia è liberatorio. Il difensore rumeno, 27 anni, arriva dalla Cremonese. Contratto fino al 2022. Pensieri bizzosi. Garra da leader. Mogos, l’alba del campionato cosa ha detto? «Potevamo raccogliere di più (due gare, un punto ndr). Ma siamo consapevoli di essere un gruppo forte. E non vediamo l’ora che arrivi sabato per dimostrare quello che abbiamo fatto in queste due settimane di lavoro». Che idea si è fatto della dimensione Chievo? «No, mi dispiace: io vivo alla giornata anche nella mia vita. E il discorso vale anche per il Chievo. C’è la Reggiana, poi penseremo alle altre. Ma è inutile fare calcoli in questo momento». Quanto è difficile vivere ogni giorno una vita al tempo del Covid? Anche il calcio deve fare i conti con un nemico subdolo e invisibile «Non è assolutamente facile superare questo problema, perché è la prima volta che succede. Io la vivo in maniera abbastanza tranquilla. Penso alle persone che amo. Se stanno bene loro, sto bene anch’io. Mi dispiace per tutte le persone che stanno male. Perché non riesco ancora a credere a tutto quello che sta succedendo. Qui a Veronello abbiamo fortunatamente una grande struttura, nella quale possiamo stare sempre tra di noi. Quindi siamo molto avvantaggiati e privilegiati». Aglietti che cosa vi sta chiedendo? «Dobbiamo avere fame. Andare in avanti ad aggredire l’avversario. Poi, la palla, più la recuperi al di là del centrocampo, più è facile andare a segnare. Aglietti ama giocare dal basso. Pure a me piace. Anche se, meno la tocco (ride), meglio è. Battuta a parte, a me piace tanto spingere, farmi la fascia è un piacere. Sposo in pieno la sua idea, e da quando sono qui vedo cose grandiose». La B ha già le sue favorite? «Io non escludo nessuno. Noi a Cremona, per due anni, avremmo dovuto spaccare. Ma non sempre va come vuoi. La B è strana, non ti dà certezze. La prima può perdere con l’ultima in classifica. Di una cosa sono sicuro: sarà un campionato incerto e bellissimo. Nel calcio non puoi mai sapere quello che può succedere. Serve pure un pizzico di fortuna». Chi può permettervi di fare un salto di qualità nel corso della stagione? «Giaccherini è straordinario. Ma in questo momento, penso al gruppo, perché tutti stanno lavorando bene. Mi piace tanto il giovane Zuelli. E Palmiero ha già dimostrato di avere grande personalità». Sabato c’è la Reggiana, club che conosce bene (Mogos è stato in granata nel biennio 2015-2017 ndr). Il Chievo che cosa so deve aspettare? «La Reggiana merita grandi complimenti per tutto quello che è riuscita a fare. L’anno scorso parlavo spesso con il capitano Spanò e il vice Rozzio e ho assistito pure ad un allenamento. C’era grande feeling tra di loro. Il gruppo è meraviglioso e molto forte. Si fanno spingere da un grande entusiasmo. E l’allenatore Alvini è bravissimo e ha sicuramente grandi meriti in tutto quello che è stato fato fin qui. Troveremo un avversario motivatissimo. Ma anche il Chievo ha voglia di dimostrare quanto vale». La fame di cui parlavamo «La fame che ci insegna Aglietti. E abbiamo in testa solo la partita, la prossima. E niente di più». •

Simone Antolini

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