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Il Chievo danza sulle punte Ipotesi Iemmello o Esposito

Giorgio De Giorgis cerca il colpo per il ChievoPietro Iemmello
Giorgio De Giorgis cerca il colpo per il ChievoPietro Iemmello
Giorgio De Giorgis cerca il colpo per il ChievoPietro Iemmello
Giorgio De Giorgis cerca il colpo per il ChievoPietro Iemmello

Due carte in più, da giocarsi soprattutto a fine mercato. La prima è Pietro Iemmello, la seconda Sebastiano Esposito. Non proprio due priorità, ma comunque rimedi digeribili se Moncini, l’opzione numero uno del Chievo, dovesse prendere altre strade o rimanere al Benevento, che di certo però dovrà piazzare Iemmello, reduce da mesi non proprio esaltanti al Las Palmas nella seconda lega spagnola. Il Pescara ha provato a buttarsi avanti per averlo, complici gli ottimi rapporti fra i presidenti Sebastiani e Vigorito, ma su Iemmello c’è anche il Frosinone in una corsa al gol comunque non ancora partita davvero, ma certamente a breve caldissima perché quasi tutte le squadre di fascia alta hanno bisogno di un attaccante di qualità. Il Chievo, con il responsabile del mercato Giorgio De Giorgis, resta fermo su Moncini, sempre concentrato su quella punta capace di concretizzare la notevole produzione offensiva ma senza escludere, strada facendo, la possibilità di dirottare le sue attenzioni verso un rifinitore o una punta più di movimento. E qui entra in gioco Esposito, fratello del Salvatore già passato da Veronello rimandato al mittente, quindi all’Inter, dalla Spal che proprio come il Chievo cerca un finalizzatore vero. Quindi anche uno come Moncini. INCROCI PERICOLOSI. Seguito a vista soprattutto dal Venezia, Esposito sarebbe addizione alla zona in questo momento occupata da Fabbro ma anche uno in grado di spaziare lungo tutto il fronte e imbottire la linea di rifinitori a cui Aglietti sta lavorando da tempo. Intriga Esposito, 18 anni e già a segno in Champions con l’Inter di Conte contro il Borussia Dortmund, talento puro che a Ferrara non è andato oltre le cinque presenze da titolare, un gol solo e nelle ultime cinque sempre in panchina senza mai entrare. L’Inter ha bisogno di una società che lo impieghi con continuità: per lui c’è la fila fra la Reggina che di uno così ha un disperato bisogno, il Cittadella specialista nel far rifiorire bravi giocatori reduci da periodi anonimi e il Brescia che ha appena ceduto Torregrossa alla Sampdoria e deve ora colmare quel vuoto e ha denaro fresco da investire. Anche se adesso la più decisa è proprio il Venezia. Esposito in bella vista è una sicura tentazione, seppur per gli ultimi giorni di trattative, sufficiente però a relegare in fondo alla lista Gaetano del Napoli che con l’arrivo di Pecchia al posto di Bisoli dovrebbe restare alla Cremonese. Complicato, fra le altre opzioni, prendere Carretta in scadenza col Cosenza che però non ha alcuna intenzione di cederlo e anzi tutta l’intenzione di proporgli il rinnovo di contratto. Resta in ballo Dionisi, da tempo fuori rosa al Frosinone. STRAPPO ALLA REGOLA. S’è definitivamente chiusa intanto ogni porta per Asencio, quest’estate parcheggiato dal Genoa al Pescara, azzerando così ogni possibilità di scambio con Pucciarelli che all’Adriatico sarebbe tornato volentieri e che adesso deve limitare il campo soprattutto all’Ascoli dove però è andato Stoian, senza trascurare l’intromissione del Pisa specie dopo l’infortunio di Masucci che ne avrà per almeno tre mesi. Impossibile muovere Kargbo del Crotone, vecchio pallino del Chievo, incedibile per la Reggiana. Complicato arrivare a Pettinari, in scadenza al Lecce che potrebbe alla fine anche tenerselo come prima variante a Coda e Stepinski spiazzando così Salernitana ma anche la Cremonese. Almeno per ora. Tutte vie comunque secondarie che il Chievo comincerà davvero a percorrere se Moncini dovesse rivelarsi montagna troppo alta da scalare. Probabile, con Empoli e Spal in agguato e la sua volontà per adesso di non muoversi almeno finché il Benevento non comprerà un altro attaccante. Il vero problema sarà battere l’agguerritissima concorrenza. Ma per lui il Chievo, attentissimo ai conti, potrebbe anche fare un’eccezione. •

Alessandro De Pietro

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