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I soliti noti

Vittoria, quaterna e primato. Tutto in un colpo solo. Bello e possibile, meraviglioso e dovuto, così logico da assumere le sembianze dell’antipasto di una stagione che - Covid permettendo - si conferma di tappa in tappa davvero entusiasmante. E potenzialmente ancora ricca di ulteriori, piacevolissime sorprese. Il Chievo - tanto per chiarire - si prende un’altra volta la copertina, mette a tacere le legittime aspettative di un Cosenza ben costruito, aggressivo e rognoso al punto giusto, mette tra l’altro per la prima volta due reti tra se stesso e l’avversario e si ritrova - complici i rinvii e la sospensione del match dell’Empoli - sullo scranno più nobile del campionato. Leader dunque, come alla squadra della Diga non capitava da oltre dodici anni. Primo e non per caso, peraltro, visto che alla striscia vincente si associano la puntualità nel colpire ma, soprattutto, la ritrovata impermeabilità della difesa, battuta finora soltanto tre volte, l’ultima delle quali col discusso rigore di Monza. Certo, bisogna ancora attendere che la Salernitana affronti a sua volta la sesta giornata contro la Reggiana, prigioniera del virus, e che l’Empoli - oggi alla pari dei gialloblù - cerchi di venire in qualche modo a capo di una partita che ieri, a Venezia, la nebbia ha interrotto sul doppio vantaggio dei lagunari. Bisogna insomma attendere il risolutivo via libera della matematica ma non c’è dubbio che, al di là di rinvii e zoppicature assortite del campionato - la marcia dei gialloblù sia svelta e autorevole. E che sulla strada che conduce alla Serie A sia necessario tenere nella dovuta considerazione anche Alfredo Aglietti e i suoi guerrieri. Anche ieri, come fatto intendere, il compito non era affatto agevole. Come sottolineato dalla marcia, lunga e felice, della formazione di Occhiuzzi. Capace di occupare benissimo il campo, di difendersi in maniera organizzata ma anche di alzare le linee e di pungere. Il Chievo si è fatto nuovamente carico delle responsabilità del caso, dribblando in bello stile anche le insidie interne (Obi fuori, pezzi contatissimi in mediana), faticando, poi mordendo il nemico e infine affondando decisamente il colpo. Cattivello il traversone di Garritano, incauto Sciaudone contro quel rompiscatole patentato di Fabbro, immediato il fischio dell’arbitro a togliere peraltro vantaggio ai gialloblù e uno splendido gol al volo a Gigliotti. Schiusa con la trasformazione dagli undici metri di Leverbe la prima crepa, i gialloblù sono stati bravi a reggere all’urto dei rivali prima di colpirli ancora con la stilettata di Garritano al termine di un contropiede esemplare. In verità ci sarebbe stato poi spazio pure per il tris solo sfiorato - a ripetizione - sempre in ripartenza. Nessun dolore: quaterna servita comunque. E la corsa continua. •

Francesco Arioli

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