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Garry oro

REGGIO EMILIA Garritano firma il blitz e il Chievo conserva. Qualcosa rischia, certo, ma almeno altrettanto spreca e - quel che più conta - sa come venire a capo di una Reggiana piuttosto agguerrita per infilare nel cestino da viaggio tre punti pesantissimi. E meritati. Non sarà ancora irresistibile, insomma, ma le premesse sono decisamente appetitose. Perché la squadra gialloblù, al termine della convincente recita del Mapei Stadium, ha dimostrato di aver mantenuto l’attitudine a produrre il calcio dell’annata passata coniugata ad apprezzabile dinamismo, fosforo, spirito, energie nervose. E ora pare aver corretto la ricetta con qualche idea in più. Senza contare il contributo muscolare di alcune new entry - come Mogos e il debuttante Gigliotti - e le virtù di equilibratore di Luca Palmiero. Che sa benissimo come impiegare tecnica e senso del gioco al servizio dell’intera orchestra. Aglietti però finora è andato oltre, dando per esempio fiducia a Fabbro - uno che fino a qualche settimana fa pareva di passaggio - e gestendo con intelligenza e un certo occhio clinico pure le situazioni di relativa emergenza. Out Obi e Di Noia, per dire? Nessuna riserva nell’investire sul giovane Viviani, appena pescato dal Brescia. Forse questo Chievo non sarà (ancora?) una macchina ammazza-campionato ma immaginatevi la stessa squadra con gli innesti del nigeriano e di Giaccherini... E, soprattutto, fregatevi le mani al pensiero di dove potrebbe arrivare se Garritano, gemma preziosa nelle mani di «Aglio», dovesse perpetuare la vena di questi ultimi mesi. L’uomo giusto, insomma, al posto giusto e al momento perfetto. Il killer di complemento - in attesa che i bomber di ruolo tornino a colpire - che oltre a regalarsi e regalare brividi e punti alla causa sa pure come inventare assist e allunghi feroci. L’asse sinistra, lui e Renzetti, è già un brand. E il seguito del torneo, dopo l’avvio così così - soprattutto sul piano dei risultati, si intende - schiude all’improvviso orizzonti di potenziali, grandi soddisfazioni. Anche perché le novità tattiche introdotte dall’allenatore sembrano già metabolizzate - a prescindere dai titolari - e vincere aiuta a ripetersi. Proprio come auspicava lo stesso Aglietti alla vigilia, reclamando un salto di qualità soprattutto mentale. Contro una Reggiana organizzata e aggressiva, portata a costruire più che a proteggere, i gialloblù ieri hanno saputo tenere testa all’iniziale furore granata, superare il mezzo choc del gol fantasma (dentro o fuori? Palla alla moviola) di Zamparo e uscire con autorità dalla trincea per affacciarsi ripetutamente sull’altro fronte. Un solo gol nel sacco contro almeno sei, sette occasioni limpide. Qualcosa andrà pure perfezionato ma per adesso basta e avanza. •

Francesco Arioli

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